Riccaldo Gualdo ha scritto:
Contrastare l’uso della parola, come fa una professoressa che ci ha scritto, è legittimo; soprattutto, direi, per incoraggiare all’uso dei sinonimi italiani, piuttosto che per sbarrare la strada al nostro badge.
Le due cose non possono che essere complementari.
Anche se non sono molto convinto della generalità di questa affermazione:
Riccardo Gualdo ha scritto:
[...] l’adattamento beggiare mostra la forza di assimilazione del nostro sistema fono-morfologico[;]
sono contento che un linguista moderno arrivi a esprimere quanto segue:
Riccardo Gualdo ha scritto:
[...] e non disprezzerei – pur preferendo le alternative autoctone che ho già ricordato – nemmeno un eventuale *beggio (direi con e aperta, come le forme rizotoniche di beggiare).
Riguardo al «beggiare» in luogo di «timbrare il cartellino» c’è poca speranza di scalzarlo ormai, ma la seguente affermazione del collaboratore della Crusca mi sembra anche peggio:
Sul piano semantico, invece, la persistenza di cartellino suggerisce con chiarezza i migliori equivalenti italiani: timbrare il cartellino mi sembra più chiaro di vidimare il badge, anche se il cartellino è magnetico e non è, a rigore, timbrato.»
perché se già «timbrare il cartellino» è del tutto anacronistico, non è da meno scrivere nel 2020 che i tesserini aziendali sarebbero ancora basati su bande magnetiche anziché su circuiti integrati, per i quali vidimare (o leggere, per essere più colloquiali) mi sembra l’unica alternativa tra quelle attestate da quando si usavano cartellini da inserire in un marcatempo per far timbrare l’orario di ingresso o uscita.
Eppure «vidimare il tesserino» ha pochissime occorrenze in Google: poco più di 200.
Canape lasco ctonio ha scritto: ven, 20 gen 2023 15:14
[...] se già «timbrare il cartellino» è del tutto anacronistico, non è da meno scrivere nel 2020 che i tesserini aziendali sarebbero ancora basati su bande magnetiche anziché su circuiti integrati, per i quali vidimare (o leggere, per essere più colloquiali) mi sembra l’unica alternativa tra quelle attestate [...]
Il fatto è che ormai "timbrare" ha praticamente assunto anche il significato di "registrare l'ingresso o l'uscita da lavoro". Infatti il Treccani alla voce "timbrare" riporta:
operazione cui sono talora tenuti i dipendenti di uffici, stabilimenti, fabbriche, e che consiste nel far segnare da apposita apparecchiatura automatica su un cartellino nominativo predisposto l’ora d’arrivo e d’uscita (con questo sign., anche assol.: avere, non avere l’obbligo di timbrare)
A lavoro mi è capitato molte volte di sentire frasi come: "mi sono scordato di timbrare", "non importa timbrare in pausa pranzo" ecc.
Dalla definizione della Treccani di timbrare parrebbe che gli orari di ingresso e uscita siano memorizzati nel tesserino, cosa che ovviamente non è. O interpreto male la definizione?
Canape lasco ctonio ha scritto: ven, 20 gen 2023 23:01
Dalla definizione della Treccani di timbrare parrebbe che gli orari di ingresso e uscita siano memorizzati nel tesserino, cosa che ovviamente non è. O interpreto male la definizione?
Quella è la definizione del vecchio sistema, non del nuovo.
Canape lasco ctonio ha scritto: ven, 20 gen 2023 23:01
Dalla definizione della Treccani di timbrare parrebbe che gli orari di ingresso e uscita siano memorizzati nel tesserino, cosa che ovviamente non è. O interpreto male la definizione?
Quella è la definizione del vecchio sistema, non del nuovo.
Anche quando cʼerano solo bande magnetiche i dati non venivano memorizzati sui tesserini dai lettori delle aziende, quindi anche allora «timbrare» era del tutto improprio. Se per vecchio sistema intende quello cartaceo con cartellini parliamo di una definizione che va bene per un sistema di quanti decenni fa?
Timbrare il cartellino va benissimo, anche se ci si può agevolmente porre al riparo da ogni critica dicendo strisciare il tesserino. Del resto, non diciamo forse accendere la luce, che il sole sorge e tramontae mille altre cose che non sono piú letteralmente cosí (o che ormai sappiamo non essere mai state cosí)? Ogni lingua storico-naturale è piena di anacronismi…
Infarinato ha scritto: sab, 21 gen 2023 17:04Timbrare il cartellino va benissimo, anche se ci si può agevolmente porre al riparo da ogni critica dicendo strisciare il tesserino.
Neanche strisciare andrebbe bene, perché appunto non hanno più bande magnetiche, e solo un (circuito) integrato che non deve neppure entrare in contatto con il lettore, grazie alla comunicazione di prossimità. Al più si dovrebbe dire accostare/avvicinare il tesserino. Per questo vidimare va benissimo: si concentra sull’operazione del lettore e non su quella del dipendente.
Naturalmente non ci si straccia le vesti per gli anacronismi nel parlato comune, semmai per l‘anacronismo neppure chiarito di un dizionario che almeno sulla carta sarebbe illustre.
Beggiare lo trovo terribile, così come tutti gli adattamente semplicemente ortografici o fonetici di parole inglesi.
"Badge" lo tradurrei semplicemente con cartellino o tesserino, e in certi contesti, distintivo.
Riguardo al gesto, timbrare e stimbrare, anche senza specificare, va benissimo, direi, anche se tecnicamente oggi non c'è un vero e proprio "timbro". E' una questione del tutto secondaria rispetto alla necessità di limitare i forestierismi.
In questo caso, posso raccontare una mia piccola vittoria personale : sul luogo dove lavoro, complice anche un ambiente abbastanza giovanile, rilassato e amichevole, ho insistito a tal punto nello sradicare l'oscena abituadine dei colleghi di dire "beggiare" che alla fine, dopo qualche imprecazione e manifestazione di fastidio, si sono convinti a tornare all'utilizzo quasi esclusivo di timbrare.
Da noi, quando si va nella rete interna a consultare la pagina personale come dipendente, fra le varie voci - missioni, situazione assenze, autorizzazioni etc. - appare anche la voce "cartellino", che consiste in una pagina-calendario in cui vengono via via registrati tutti i passaggi dai tornelli in entrata e in uscita; la registrazione è effettuata appunto attraverso il "cartellino" di riconoscimento, di materiale plastico con collegamenti elettronici, che viene riconosciuto per contatto dall'apparecchiatura. Cioè, viene chiamato ufficialemente cartellino la scheda con le "timbrature" registrate, mentre l'oggetto fisico viene definito "badge" (!).
Detto ciò, tutto sembra coincidere con la definizione che dà Treccani dell'azione di "timbrare":
"v. tr. [dal fr. timbrer, der. di timbre «timbro»]. – 1. Bollare, contrassegnare con un timbro: t. la posta in partenza (o in arrivo); t., e far t., farsi t., un documento, o la marca da bollo applicata su un documento; t. il cartellino (di presenza), operazione cui sono talora tenuti i dipendenti di uffici, stabilimenti, fabbriche, e che consiste nel far segnare da apposita apparecchiatura automatica su un cartellino nominativo predisposto l’ora d’arrivo e d’uscita (con questo sign., anche assol.: avere, non avere l’obbligo di timbrare).
Il "cartellino predisposto" sarebbe la cartella elettronica in cui avvengono le registrazioni, quindi i conti tornano, sia pure con un piccolo capovolgimento: anziché apporre fisicamente un segno sul vecchio cartellino (potrebbe essere anche "vidimare", in questo senso), il nuovo tesserino di riconoscimento fa scattare la "timbratura" sul cartellino elettronico.
Il tesserino, d'altra parte, con nome e foto, va tenuto addosso visibile, per essere riconoscibili, quindi è un tesserino di riconoscimento a tutti gli effetti (badge), che permette a sua volta di "timbrare il cartellino".
Il consiglio di Microsoft Word 365 che non mi aspettavo! Per chi come me non ci si era ancora imbattuto: immagino riguardi lo strumento Microsoft Editor, integrato in Word e Outlook, almeno da una lettura veloce di siti che parlano delle correzioni ortografiche e grammaticali di Microsoft 365.
Un collega aveva inserito «badge» in una revisione di una specifica tecnica in cui era stata usata esclusivamente la parola «tesserino» e Word ha sottolineato la parola di un violetto finemente tratteggiato: cliccando sulla parola la finestra a comparsa risultante recita «Scelte lessicali − È preferibile usare parole italiane. − tesserino» (le lineette che ho inserito rappresentano degli a capo).
Fa ovviamente parte dell’elenco di parole che Word segnala se si seleziona l’opzione Impostazioni grammaticali - Scelte lessicali - Parole straniere, che io però non avevo impostato, dunque è preimpostata.
Le opzioni non preimpostate sono invece: Concisione - Espressioni stereotipate, Linguaggio inclusivo / Pregiudizi etcnici e razziali + Pregiudizi sull’identità sessuale e di genere + Pregiudizi su disabilità e salute mentale, Registro formale / Espressioni familiari + Espressioni giovanili,
che a questo punto ho selezionato in massa per vedere cosa segnalerà .