«Green pass»
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«Green pass»
Ho cercato, e ci sono solo cenni in filoni generici sui traducenti. Vabbè, sarò banale, ma... possibile che non si riesca a farlo fuori?
Certificato, certificazione sono i termini usati sul documento stesso. Forse sono troppo lunghi da dire?
Si può trovare qualcosa di più sintetico e italianamente accattivante?
Come lo chiamano all'estero, anche a livello popolare, cioè giornalistico?
...scusate lo sfogo
Certificato, certificazione sono i termini usati sul documento stesso. Forse sono troppo lunghi da dire?
Si può trovare qualcosa di più sintetico e italianamente accattivante?
Come lo chiamano all'estero, anche a livello popolare, cioè giornalistico?
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Re: «Green pass»
Sul documento stesso la dizione ufficiale è certificazione verde COVID-19. Quando il contesto è chiaro, basterà certificato. E «parole non ci appulcro».
Re: «Green pass»
O, se abbiamo la solita "smania" dell'univocità, per i giornali è pur sempre possibile un ancor più breve passi verde, che mi sembra più simpatico e «italianamente accattivante» (se, appunto, si vuole cercare quest'effetto).
Nei giornali spagnoli, con riferimento all'Italia, ho letto pase verde, certificado verde, potete trovarne parecchie occorrenze in Rete; forse ci sono anche altre espressioni.domna charola ha scritto: ↑mar, 17 ago 2021 9:50 Come lo chiamano all'estero, anche a livello popolare, cioè giornalistico?
Il mio Dizionarietto di traducenti · I miei libri sull'italiano
Re: «Green pass»
Nella francofonia si parla di pass sanitaire. Certo pass è un anglicismo, ma che si pronuncia come passe sostantivo o voce verbale del verbo passer.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: «Green pass»
Io uso personalmente carta verde. Mi rifiuto di dire green pass e stupidaggini simili.
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Re: «Green pass»
Carta verde ha già un altro significato in Italia, e un altro ancora (peraltro ben noto agl’italiani) in Paesi come gli Stati Uniti o la Cina, quindi forse non è proprio la soluzione migliore. Ma se si dovesse imporre nell’uso, non mi opporrei di certo…
Re: «Green pass»
E infatti la loro Accademia propone passe sanitaire.
Re: «Green pass»
Grazie, non avevo cercato. Ma qui è comunque solo una questione grafica, perché che si scriva pass o passe, la pronuncia è identica. L’abitudine è ormai consolidata al maschile, quindi le passe sanitaire.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: «Green pass»
Di niente, Marco.
Di green pass hanno parlato (male) il linguista Michele A. Cortelazzo e la terminologa L. Corbolante. La Crusca tacerà?
Re: «Green pass»
Se la legge italiana già usa solo una chiara espressione italiana, perché scervellarsi a ricercare alternative? Il traducente inglese viene usato solo in note esplicative.Infarinato ha scritto: ↑mar, 17 ago 2021 10:09 Sul documento stesso la dizione ufficiale è certificazione verde COVID-19. Quando il contesto è chiaro, basterà certificato. E «parole non ci appulcro».
Re: «Green pass»
Credo che l'impulso venga dal fatto che i media sempre più usano green pass come termine principale, rilegando certificazione verde/certificato verde/certificato al ruolo di sinonimo e nota esplicativa. Un caso simile a quello di "atti persecutori / stalking", dove l'espressione coniata dal legislatore italiano è stata accantonata nella lingua parlata, quasi completamente sostituita dall'anglicismo. Concordo con Infarinato sul fatto che qui il problema non sia tanto la disponibilità di una alternativa in italiano: oltre alla denominazione ufficiale, moltre altre sono facilmente trovabili, e qui ne avete proposte di ottime .Canape lasco ctonio ha scritto: ↑ven, 20 ago 2021 11:17Se la legge italiana già usa solo una chiara espressione italiana, perché scervellarsi a ricercare alternative? Il traducente inglese viene usato solo in note esplicative.Infarinato ha scritto: ↑mar, 17 ago 2021 10:09 Sul documento stesso la dizione ufficiale è certificazione verde COVID-19. Quando il contesto è chiaro, basterà certificato. E «parole non ci appulcro».
Credo che il problema qui sia l'atteggiamento mediatico italofono-itanglofilo, che mostra l'incoerenza di tante sedicenti ragioni "oggettive" per preferire l'anglicismo al termine italiano, più volte brillantemente smontate qui nel foro. In questo caso, siamo di fronte alla modifica forzosa e insistente di un termine legislativo ufficiale quando è in italiano, cosa che non avviene quando questo è in inglese, dove l'anglicismo viene anzi prontamente ripreso e strombazzato. Per il secondo caso, si veda l'esempio di caregiver, citato nell'art. 254 e 255 della legge 27/12/2017, n. 205:[1]
254. È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare, con una dotazione iniziale di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020. Il Fondo è destinato alla copertura finanziaria di interventi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale del caregiver familiare, come definito al comma 255. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ovvero del Ministro delegato per la famiglia e le disabilità, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono definiti i criteri e le modalità di utilizzo del Fondo. (13) (14)
«[…] ma quella lingua si chiama d'una patria, la quale converte i vocaboli ch'ella ha accattati da altri, nell'uso suo, ed è sì potente, che i vocaboli accattati non la disordinano ma la disordina loro […].» Niccolo Machiavelli (1525, p. 126)
Re: «Green pass»
Se il movente è la frustrazione non vedo come introdurre varianti in italiano a qualcosa di già stabilito dal legislatore possa giovare alla causa: i media usano l’anglismo non certo perché insoddisfatti dal termine legale. Il lavoro agile resta lavoro agile (per il legislatore e quindi per chiunque sappia come viene chiamata quella modalità di esecuzione di un rapporto di lavoro subordinato), anche se i media scrivono smart working.Modna ha scritto: ↑mer, 01 set 2021 16:52 Credo che l'impulso venga dal fatto che i media sempre più usano green pass come termine principale, rilegando certificazione verde/certificato verde/certificato al ruolo di sinonimo e nota esplicativa. Un caso simile a quello di "atti persecutori / stalking", dove l'espressione coniata dal legislatore italiano è stata accantonata nella lingua parlata, quasi completamente sostituita dall'anglicismo. Concordo con Infarinato sul fatto che qui il problema non sia tanto la disponibilità di una alternativa in italiano: oltre alla denominazione ufficiale, moltre altre sono facilmente trovabili, e qui ne avete proposte di ottime
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Re: «Green pass»
Oddìo... anche il legislatore, almeno ad alcuni livelli, parla di smart-working... da noi in Regione - una Regione ai cui uffici del resto si accede dal core 1 etc., dopo aver timbrato il badge, e che ha ad ogni piano un info-point - tutte le circolari e le nuove disposizioni ufficiali usano il termine inglese. E lo stesso vale per il famigerato certificato.Canape lasco ctonio ha scritto: ↑gio, 02 set 2021 11:19
Se il movente è la frustrazione non vedo come introdurre varianti in italiano a qualcosa di già stabilito dal legislatore possa giovare alla causa: i media usano l’anglismo non certo perché insoddisfatti dal termine legale. Il lavoro agile resta lavoro agile (per il legislatore e quindi per chiunque sappia come viene chiamata quella modalità di esecuzione di un rapporto di lavoro subordinato), anche se i media scrivono smart working.
Il termine inglese si è diffuso negli ultimi mesi, ed è praticamente l'unico che gira. D'altra parte, un ristoratore col locale affollato fa prima a dir "ha il grinpass?" che non "ha il certificato verde?". Credo che la brevità, al solito, si accompagni a braccetto col gusto per l'esotico, facendo assieme la frittata.
Sennonché il tutto continua a generarmi dubbi: intanto perché il "certificato verde" italico di verde non ha proprio nulla, ho cercato e ricercato ma vedo solo del giallo e del blu, che a fatica potranno mescolarsi assieme, solo dopo lunga esposizione alle piogge, forse... e già questo mi disturba, perché se proprio devo cambiargli nome usando un anglicismo, perché riprendere quel verde che proprio non c'entra nulla? almeno, inventiamo qualcosa di nostro e migliore... E ancora, per scivolare lungo i buffi percorsi delle suggestioni linguistiche, quale remota associazione di idee riesce a farci sembrar valido quel green che ormai ufficialmente - purtroppo - connota, nel parlare comune e nella stampa, una vasta area di scelte che vanno dai comportamenti individuali alla politica? Cos'ha di "verde" o di green un pezzo di carta che vorrebbe osteggiare la biodiversità ponendo limiti ai movimenti di un povero virus che vorrebbe solo girare e variare, girare e variare, come Natura comanda...? tutto ciò non mi sembra proprio "verde"!
Insomma, che confusione di idee, con 'sto certificato. Basta seguire come gregge la dittatura linguistica dei media, e adottarne poi la versione anglofila per sentirsi in pace con se stessi, a quanto pare!
Re: «Green pass»
Eh, lo immagino, lo usa purtroppo anche il vero legislatore (che non è la Regione) l'anglismo nelle sue risposte alle domande frequenti. La PA non è esente da tafazzismo.domna charola ha scritto: ↑lun, 15 nov 2021 20:36Oddìo... anche il legislatore, almeno ad alcuni livelli, parla di smart-working... da noi in Regione [...] tutte le circolari e le nuove disposizioni ufficiali usano il termine inglese. E lo stesso vale per il famigerato certificato.Canape lasco ctonio ha scritto: ↑gio, 02 set 2021 11:19
Se il movente è la frustrazione non vedo come introdurre varianti in italiano a qualcosa di già stabilito dal legislatore possa giovare alla causa: i media usano l’anglismo non certo perché insoddisfatti dal termine legale. Il lavoro agile resta lavoro agile (per il legislatore e quindi per chiunque sappia come viene chiamata quella modalità di esecuzione di un rapporto di lavoro subordinato), anche se i media scrivono smart working.
Tra l'altro mi sono chiesto perché la scelta ufficiale di «certificazione verde» anziché «certificato verde», che quantomeno avrebbe avuto qualche flebile speranza in più di attecchire, essendo più conciso.D'altra parte, un ristoratore col locale affollato fa prima a dir "ha il grinpass?" che non "ha il certificato verde?". Credo che la brevità, al solito, si accompagni a braccetto col gusto per l'esotico, facendo assieme la frittata.
Il verde, nella voluntas legis, attiene alla facoltà di accedere in determinati luoghi, così come il verde semaforico consente di accedere a tratti stradali altrimenti vietati temporalmente. Del tutto incomprensibile ai più, ma temo proprio sia quella la volontà.Sennonché il tutto continua a generarmi dubbi: intanto perché il "certificato verde" italico di verde non ha proprio nulla, ho cercato e ricercato ma vedo solo del giallo e del blu, che a fatica potranno mescolarsi assieme, solo dopo lunga esposizione alle piogge, forse... e già questo mi disturba, perché se proprio devo cambiargli nome usando un anglicismo, perché riprendere quel verde che proprio non c'entra nulla? almeno, inventiamo qualcosa di nostro e migliore...
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