Chiedo chiarimenti sul simbolismo del DiPI:
Primo quesito. Nella
voce su «sono» trovo:
sono
(io, loro/essi) ˌsono; ˌsɔno; son, ↓so*, ↓sɔ* (cfr. so’) • ~ io sonoˈio; sɔn-, ↓sɔˈio, ↑soˈnio, ~ partiti sonoparˈtiti; sɔno-, ↓sopp-, ↓sɔpp-, somp- [T o/ɔ, UMLR ɔ/o]
◆ (suono) ˈsɔno, -wɔ-
Quei pedici verticali a inizio trascrizione fonetica sono forse gli
accenti semiforti o secondari descritti nella
introduzione, alla pagina 8? Perché il carattere non è esattamente lo stesso, ma nella introduzione non trovo nessuna occorrenza di quel simbolo e, inoltre, mi sembra improbabile siano davvero accenti secondari, trattandosi semmai di accenti forti/primari.
Seconda domanda. Leggo dalla guida che
«[l]a prima (o, talora, unica) pronuncia indicata è quella definita «moderna», la piú consigliabile oggi, ma è sempre indicata (dopo « . ») l'eventuale pronuncia «tradizionale», quella piú consigliata in passato. Vengono fornite anche la pronuncia «accettabile» (dopo « , »), leggermente meno consigliabile (ma ugualmente utilizzabile) e quella «tollerata» (dopo « ; »), che è, però, meno consigliabile, soprattutto per un uso professionale della voce».
quindi nel caso di «sono» Canepari ci informa che la pronuncia moderna è [
ˌsono] e quella solamente
tollerata è [
ˌsɔno], assieme a [
son] (aggiungo un sottoquesito: perché mai sarebbe tollerabile l'
omissione indistinta della <o> al termine di <sono>, come in [
son]?)? Da romano ho sempre pronunciato (erroneamente) [
ˌsɔno]
