«Jumpscare»
Moderatore: Cruscanti
«Jumpscare»
Con jumpscare (in inglese, più correttamente, jump scare) s’intende una tecnica, usata nel cinema e nei giochi d’orrore, che consiste nello spaventare lo spettatore con immagini orrifiche che compaiono all’improvviso, accompagnate da una musica dissonante in violento crescendo. Può bastare sussulto?
Re: «Jumpscare»
Avanza.
Re: «Jumpscare»
Una rapida consultazione sui dizionari storici lo conferma.
In alternatva possiamo anche adottare la variante colta subsulto (più «tecnica») o sobbalzo.
Il GDLI lo conferma parzialmente.Palmiro Premoli ha scritto:Sussúlto. Improvvisa e intensa scossa del sistema nervoso, del cuore, ecc., per violenta impressione (paura, spavento) determinante una contrazione convulsiva: balzo (vegg.[asi] a salto), sbalzo, scatto, scossone.
In alternatva possiamo anche adottare la variante colta subsulto (più «tecnica») o sobbalzo.
Re: «Jumpscare»
Per me sussulto va piú che bene.
Re: «Jumpscare»
Quando ho detto che sussulto avanza, intendevo proprio quello: è fin troppo preciso e ricercato per tradurre un termine come "jump scare", che manca persino da autorevoli dizionari di lingua inglese come il Merriam-Webster.
Tra gli italiani c'è l'ormai diffusa percezione che gli anglicismi siano termini tecnici e precisi (forse perché i primi anglicismi a diffondersi furono proprio termini tecnici), quando nella realtà vengono importati a man bassa termini gergali ed informali, propri di una comunicazione elementare che si basa quasi esclusivamente sulla connotazione e familiarità dei termini impiegati e poco o nulla sul resto. Il "jump scare" in questione appartiene in pieno a questa categoria; "sussulto", ma anche "sobbalzo", no.
Ora la definizione.
Dunque, parafrasando, il "jump scare" è uno spavento che fa saltare lo spettatore sulla sedia, ovvero uno spavento che induce un sobbalzo od un sussulto. Ora il concetto di "spavento", così come quello di "scare" peraltro, già include in sé il concetto di panico improvviso, che è caratteristico del "jump scare". Ma il sobbalzo od il sussulto sono reazioni tipiche allo spavento, nonché allo scare, quindi l'aggiunta di "jump" è, dal mio punto di vista, un banale rafforzativo popolare, quasi pleonastico. Soprattutto se si considera che in inglese esistono termini più precisi, ma meno popolari, per indicare il sussulto o sobbalzo da spavento, cioè "start" e "jolt". In conclusione, il "jump scare" è un banale spavento in italiano, od uno spaventone od uno spavento con qualche aggettivo o apposizione di rinforzo.
Tra gli italiani c'è l'ormai diffusa percezione che gli anglicismi siano termini tecnici e precisi (forse perché i primi anglicismi a diffondersi furono proprio termini tecnici), quando nella realtà vengono importati a man bassa termini gergali ed informali, propri di una comunicazione elementare che si basa quasi esclusivamente sulla connotazione e familiarità dei termini impiegati e poco o nulla sul resto. Il "jump scare" in questione appartiene in pieno a questa categoria; "sussulto", ma anche "sobbalzo", no.
Ora la definizione.
Ciò non è esatto. Non c'è un crescendo musicale in un "jump scare", perché non ce n'è il tempo. Infatti, quando si parla di "jump scare" si intende l'apparizione totalmente improvvisa ed inattesa di una figura che terrorizza lo spettatore e si contrappone, per l'appunto, all'ansia che monta in una situazione di tensione, sottolineata da musica in dissonante crescendo. Nel primo caso abbiamo l'ingenua ed indifesa protagonista che entra nel bagno di casa sua, in una bella mattina soleggiata con gli uccellini che cinguettano e la moka che gorgoglia, quando, richiudendo la porta, dietro ci trova l'assassino con in mano il coltellaccio da cucina insanguinato. Nel secondo caso abbiamo l'ingenua ed indifesa protagonista che si avventura solinga nel bosco di notte, mossa dalla precisa impressione che là ci sia qualcuno: l'attesa dell'infausto incontro è tipicamente accompagnata da un commento musicale dissonante in crescendo.Carnby ha scritto: mar, 01 feb 2022 9:08 Con jumpscare (in inglese, più correttamente, jump scare) s’intende una tecnica, usata nel cinema e nei giochi d’orrore, che consiste nello spaventare lo spettatore con immagini orrifiche che compaiono all’improvviso, accompagnate da una musica dissonante in violento crescendo.
Dunque, parafrasando, il "jump scare" è uno spavento che fa saltare lo spettatore sulla sedia, ovvero uno spavento che induce un sobbalzo od un sussulto. Ora il concetto di "spavento", così come quello di "scare" peraltro, già include in sé il concetto di panico improvviso, che è caratteristico del "jump scare". Ma il sobbalzo od il sussulto sono reazioni tipiche allo spavento, nonché allo scare, quindi l'aggiunta di "jump" è, dal mio punto di vista, un banale rafforzativo popolare, quasi pleonastico. Soprattutto se si considera che in inglese esistono termini più precisi, ma meno popolari, per indicare il sussulto o sobbalzo da spavento, cioè "start" e "jolt". In conclusione, il "jump scare" è un banale spavento in italiano, od uno spaventone od uno spavento con qualche aggettivo o apposizione di rinforzo.
Re: «Jumpscare»
Buone considerazioni, brg.
Pare anche a me che jumpscare sia usato per indicare la scena che provoca il sussulto, piuttosto che il trasalimento dello spettatore. Il discorso sulla «tecnicità» è legato a questo.
Dunque spavento va bene, ché è metonimia attestata già in Dante.
Se si crede che spavento non basti, diciamo scena spaventosa, che in Rete è usatissimo. Se invece vogliamo tenerci l'anglicismo, rispettiamo almeno le regole ortografiche dell'italiano (e il corsivo, ma è chieder troppo):
Senza mai far ricorso al repertorio dello jump-scare... (FONTE)
...il film moltiplica gli jump-scare in modo meccanico... (FONTE)
...guidato da un ridicolo Nicolas Cage, che tenta di atterrare tra uno jump-scare e l'altro... (FONTE)
Tra l'altro, Roberto Nepoti —leggo— è un uomo di cultura; non capisco perché cada in questo erroraccio...
Pare anche a me che jumpscare sia usato per indicare la scena che provoca il sussulto, piuttosto che il trasalimento dello spettatore. Il discorso sulla «tecnicità» è legato a questo.
Dunque spavento va bene, ché è metonimia attestata già in Dante.
Se si crede che spavento non basti, diciamo scena spaventosa, che in Rete è usatissimo. Se invece vogliamo tenerci l'anglicismo, rispettiamo almeno le regole ortografiche dell'italiano (e il corsivo, ma è chieder troppo):
Senza mai far ricorso al repertorio dello jump-scare... (FONTE)
...il film moltiplica gli jump-scare in modo meccanico... (FONTE)
...guidato da un ridicolo Nicolas Cage, che tenta di atterrare tra uno jump-scare e l'altro... (FONTE)
Tra l'altro, Roberto Nepoti —leggo— è un uomo di cultura; non capisco perché cada in questo erroraccio...
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Re: «Jumpscare»
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Re: «Jumpscare»
Ecco, lo spavento provocato da un avvenimento inatteso, improvviso per me in dialetto è el sguizo. Vedo che la parola corrispondente in italiano, guizzo, ha un significato simile (GDLI, «Guizzo»: «Balzo improvviso, soprassalto»).brg ha scritto: gio, 03 feb 2022 11:36In conclusione, il "jump scare" è un banale spavento in italiano, od uno spaventone od uno spavento con qualche aggettivo o apposizione di rinforzo.
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Re: «Jumpscare»
Io proporrei anche Spavento repentino.
Ultima modifica di Luke Atreides in data gio, 03 feb 2022 19:44, modificato 1 volta in totale.
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Re: «Jumpscare»
Spaventato?? Vorrà dire spavento. Per favore, rilegga gl’interventi prima di pubblicarli. 
Mi pare invece degno di nota il soprassalto del Battaglia.

Mi pare invece degno di nota il soprassalto del Battaglia.
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Re: «Jumpscare»
Ops non ero accorto, un piccolo lapus.Infarinato ha scritto: gio, 03 feb 2022 19:38 Spaventato?? Vorrà dire spavento. Per favore, rilegga gl’interventi prima di pubblicarli.![]()
Correggo subito.
Ultima modifica di Luke Atreides in data ven, 04 feb 2022 2:07, modificato 3 volte in totale.
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Re: «Jumpscare»
Fuori tema
Mi dispiace, ma non si tratta di un «lapsus». Lei fa una caterva di errori d’ortografia e produce una quantità impressionante di refusi. E questo perché scrive di fretta senza rileggere: veda sopra.
In questa piazza non si è obbligati a intervenire, ma quando ci si decide a farlo, è richiesto un minimo di cura nello scrivere. Grazie.
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Re: «Jumpscare»
Non ne sono così convinta. Secondo me, nella gran parte degli anglismi che girano, non è tanto la convinzione che siano tecnici a promuoverli, quanto la necessità di un termine nuovo per designare qualcosa di nuovo. Nel momento in cui si ha la percezione che un certo fenomeno/oggetto sia particolare, innovativo, diverso dagli altri, nasce la necessità di dargli un nome. Dare il nome alle cose è un atto potente, creativo, che in sé le fa esistere. Se improvvisamente ci rendiamo conto che la nostra conoscenza e apprezzamento del cinema ci rende necessario indicare e distinguere una specifica tecnica rispetto ad un'altra, allora lì si crea la necessità di un termine univoco che definisca e renda distinguibile quel preciso elemento.brg ha scritto: gio, 03 feb 2022 11:36 Quando ho detto che sussulto avanza, intendevo proprio quello: è fin troppo preciso e ricercato per tradurre un termine come "jump scare", che manca persino da autorevoli dizionari di lingua inglese come il Merriam-Webster.
Tra gli italiani c'è l'ormai diffusa percezione che gli anglicismi siano termini tecnici e precisi (forse perché i primi anglicismi a diffondersi furono proprio termini tecnici), quando nella realtà vengono importati a man bassa termini gergali ed informali, propri di una comunicazione elementare che si basa quasi esclusivamente sulla connotazione e familiarità dei termini impiegati e poco o nulla sul resto. Il "jump scare" in questione appartiene in pieno a questa categoria; "sussulto", ma anche "sobbalzo", no.
Una volta si creava il termine nuovo, o più spesso lo si prendeva dalla cultura da cui l'oggetto proveniva, adattandolo. Tutte le lingue europee sono infarcite di termini dal greco, dal latino, dall'arabo, dal longobardo, dal celtico, dal... etc. che però sono stati adattati. Abbiamo perso la capacità di adattare i termine senza vergognarci di ciò. Tutto qui.
Se serve un termine nuovo per designare un oggetto che si percepisce come nuovo, il temine lo si prende a prestito o lo si crea. Non importa che significato abbia nella lingua di origine, perché non stiamo parlando nella lingua di origine. Importa solo che sia un termine distintivo che denomini, cioè faccia esistere in sé distinta dagli altri, la cosa che ci interessa.
Re: «Jumpscare»
Ma nel caso di jump scare (sí, si scrive staccato), a parte che non si usa piú adattare, se volessimo adattarlo, bisognerebbe ricorrere a vocali d’appoggio, e avremmo allora giamposcaro o giamposcara.
In questo caso particolare, non mi sembra che l’adattamento sia la via migliore, e un calco del tipo sobbalzo dello spavento mi parrebbe piú trasparente e accettabile. Ma naturalmente, il destino vuole che l’italiano diventi quella lingua ibrida che già è.
In questo caso particolare, non mi sembra che l’adattamento sia la via migliore, e un calco del tipo sobbalzo dello spavento mi parrebbe piú trasparente e accettabile. Ma naturalmente, il destino vuole che l’italiano diventi quella lingua ibrida che già è.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: «Jumpscare»
Troppo lungo per i tempi che corrono.Marco1971 ha scritto: lun, 07 feb 2022 1:46 In questo caso particolare, non mi sembra che l’adattamento sia la via migliore, e un calco del tipo sobbalzo dello spavento mi parrebbe piú trasparente e accettabile.
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