Il caso di
lockdown si riallaccia a una tendenza molto presente e profonda, che spinge non solo all’abbandono del lessico esistente disponibile e deputato a esprimere i concetti che si vogliono designare con parole altrui, ma, anche, direi, a
credere di esprimere, attraverso il forestierismo, un concetto nuovo. Ho fatto di recente l’esempio di
range per
fascia/intervallo/sfera/raggio (ecc. secondo i casi), e ce ne sono centinaia. Con questa tendenza verranno sostituite sempre piú parole del lessico comune, soprattutto sostantivi.
Tutto questo procede da una conoscenza sommaria dell’italiano da una parte, e dall’altra, dalla
volontà di usare l’anglicismo anche quando esiste già il corrispettivo, sentito, per una distorta percezione della realtà semantica, come
meno preciso rispetto al forestierismo. Ma la precisione, come ben sa chi sa ben, non dipende mai dal significante, ossia dalla struttura fisica della parola; dipende sempre dal suo (spesso disconosciuto) esatto significato.
È sintomatico che questo fenomeno
esagerato susciti perfino l’attenzione all’estero, ad esempio in
quest’articolo di cinque anni fa (e pazienza, manca l’accento su
così o
cosí nel titolo e una
c in
arlecchino, pochi errori in confronto a quelli di francese nella stampa italiana). E spesso, mi è stato chiesto: «Ma come? Non avete in italiano una parola per dire
computer, account, password?» Nelle liste dei vocabolari multilingui la cosa risulta molto palese, tanto che ci si chiede se serva davvero la sezione italiana, visto che, per rivolgersi a un italiano, oggi, basta spesso quella inglese.