«Cerecio»
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«Cerecio»
Stavo cercando un possibile traducente di piercing tra gli arcaismi per ‘orecchino’ quando mi sono imbattuto in un misterioso cerecio che il Premoli considera «termine storico» per ‘orecchino’. Qualcuno ne sa di più?
- Millermann
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Si sa com'è l'accentazione?
Non sarà per caso «cérecio», che potrebbe essere, semplicemente, una qualche forma dialettale di cerchio?
(Secondo il Treccani, «termine generico per indicare anelli, orecchini, braccialetti...»)
Aggiungo: per quanto riguarda piercing, esiste il verbo meridionale perciare, col significato di «bucare, perforare» (vero è che dalle mie parti è termine dialettale, e anche un po' arcaico!).
Dunque, si potrebbe pensare di trarne un derivato a suffisso zero: «pèrcio». Come vi suona?
Non sarà per caso «cérecio», che potrebbe essere, semplicemente, una qualche forma dialettale di cerchio?

(Secondo il Treccani, «termine generico per indicare anelli, orecchini, braccialetti...»)
Aggiungo: per quanto riguarda piercing, esiste il verbo meridionale perciare, col significato di «bucare, perforare» (vero è che dalle mie parti è termine dialettale, e anche un po' arcaico!).
Dunque, si potrebbe pensare di trarne un derivato a suffisso zero: «pèrcio». Come vi suona?

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- u merlu rucà
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Re: «Cerecio»
Può precisare dove si è imbattuto nel cerecio?Carnby ha scritto:Stavo cercando un possibile traducente di piercing tra gli arcaismi per ‘orecchino’ quando mi sono imbattuto in un misterioso cerecio che il Premoli considera «termine storico» per ‘orecchino’. Qualcuno ne sa di più?
Largu de farina e strentu de brenu.
- u merlu rucà
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Sì, molto probabilmente è un refuso per cercejo o cerceio. Grazie.
Tra l’altro in rumeno cercel (plurale cercei) è la forma comune per orecchino.
Tra l’altro in rumeno cercel (plurale cercei) è la forma comune per orecchino.
A me sembra simpatica.Millermann ha scritto:Dunque, si potrebbe pensare di trarne un derivato a suffisso zero: «pèrcio». Come vi suona?

Scusate se faccio il «rompi» ma l’onomaturgia (ovvero la creazione di nuove parole) dovrebbe essere l’ultima risorsa per tradurre i forestierismi, dopo aver esaurito la ricerca di materiale dialettale, arcaismi, composti classici greco-latini, calchi da francese o spagnolo (ma fonotatticamente e graficamente italiani). Pertanto, io adotto cerceio, che ha il vantaggio di essere già a lemma su un dizionario prestigioso, a differenza di percio, poi vi faccio sapere come mi guardano quando dico si è messo un cerceio nel naso, sull’ombelico, sul sopracciglio. Perciare però può essere convenientemente adottato per tradurre to pierce: si è perciato il sopracciglio e ci si è infilato un cerceio d’acciaio.
Nessun bisogno di scusarsi! Ogni tanto è bene che qualcuno ci riporti alla "dura realtà".Carnby ha scritto:Scusate se faccio il «rompi» [...]

A proposito di calchi, faccio notare che il termine proposto da Millerman è un deverbale similmente a quello francese, perçage.
Ci aggiorni poi sul suo esperimento.
- Millermann
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Non dubiti, caro Carnby: neanch'io sono favorevole alla creazione di nuove parole; il caso dei deverbali (sia pure a suffisso zero, quindi un po' particolari) mi sembrava diverso, giacché credo sia una pratica sufficientemente produttiva.
Peraltro, la mia proposta *percio intenderebbe sostituire piercing nel significato cui si fa riferimento nell'altro filone: «foratura della pelle allo scopo di introdurre monili».
Per indicare il monile stesso, in effetti, potrebbe essere piú adatto l'arcaico cerceio (o magari un piú neutro cerchiello. di cui, sempre stando al Tommaseo, l'altro sarebbe una variante)
Peraltro, la mia proposta *percio intenderebbe sostituire piercing nel significato cui si fa riferimento nell'altro filone: «foratura della pelle allo scopo di introdurre monili».
Per indicare il monile stesso, in effetti, potrebbe essere piú adatto l'arcaico cerceio (o magari un piú neutro cerchiello. di cui, sempre stando al Tommaseo, l'altro sarebbe una variante)

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Deriva dall'inglese o ha un etimo separato?Millermann ha scritto:Aggiungo: per quanto riguarda piercing, esiste il verbo meridionale perciare, col significato di «bucare, perforare» (vero è che dalle mie parti è termine dialettale, e anche un po' arcaico!).
Mi sembra meglio «pércio», nell'inglese c'è addirittura una "i".Millermann ha scritto:Dunque, si potrebbe pensare di trarne un derivato a suffisso zero: «pèrcio». Come vi suona?
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Ricordo, senza polemica, che nella nostra lista di traducenti compaiono già i piuttosto chiari perfóro e perforino.
Quanto alla necessità di un verbo *perciare, basterebbe dire che Tizia s'è fatta perforare il naso. Alle solite obbiezioni sulla presunta acribia anglosassone che avrebbe un termine specifico per ogni cosa (mentre il povero, sfigato italiano s'arrangia come può, tra mille ambiguità, e «piercing è più preciso di perforazione» e via di questo passo) controbatterei che in inglese si dice proprio Jane got her nose pierced, che è quanto di meno biunivoco si possa immaginare.
Quanto alla necessità di un verbo *perciare, basterebbe dire che Tizia s'è fatta perforare il naso. Alle solite obbiezioni sulla presunta acribia anglosassone che avrebbe un termine specifico per ogni cosa (mentre il povero, sfigato italiano s'arrangia come può, tra mille ambiguità, e «piercing è più preciso di perforazione» e via di questo passo) controbatterei che in inglese si dice proprio Jane got her nose pierced, che è quanto di meno biunivoco si possa immaginare.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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- Millermann
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No, è un francesismo (ce ne sono tanti, nei dialetti meridionali), che dovrebbe derivare (cosí come il verbo inglese) dall'antico francese percier.valerio_vanni ha scritto:Deriva dall'inglese o ha un etimo separato?
In francese moderno c'è il verbo percer, con diversi derivati, sempre pronunciati con la e aperta.valerio_vanni ha scritto:Mi sembra meglio «pércio», nell'inglese c'è addirittura una "i".
Anche nel mio dialetto la «e» è aperta, poiché si dice «percià»; in caso contrario (essendo qui il vocalismo di tipo siciliano) si sarebbe dovuto dire «*pircià».

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E allora tanto vale ricorrere agli etimologicamente equivalenti pertugiare e pertugio!Millermann ha scritto:[È] un francesismo (ce ne sono tanti, nei dialetti meridionali), che dovrebbe derivare (cosí come il verbo inglese) dall'antico francese percier.

Re: «Enoto» per «piercing»
È saltato fuori un disusato enoto (già attestato). Che ne dite?
(E ci sarebbe anche il toscano buccola...)
(E ci sarebbe anche il toscano buccola...)

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