Dr. e dott.
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Dr. e dott.
È corretto, secondo voi, attribuire l'abbreviazione dott. (vera abbreviazione) solo ai dottori in medicina, mentre dr. (pure col punto!) è riservato a tutti gli altri?
- Infarinato
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Re: Dr. e dott.
Se ne discusse già qui, caro Incarcato: veda anche l’intervento successivo di Uri Burton.Incarcato ha scritto:È corretto, secondo voi, attribuire l'abbreviazione dott. (vera abbreviazione) solo ai dottori in medicina, mentre dr. (pure col punto!) è riservato a tutti gli altri?
Grazie della segnalazione, Infarinato.
Tuttavia, a me non interessa tanto se dottore sia il titolo pertinente alla laurea o al dottorato, quanto piuttosto segnalare che in italiano si usa dire dottore, e l’abbreviazione di dottore è dott., dr in italiano non esiste, e si può riferire esclusiamente a doctor (e, in questo caso, come contrazione).
Per cui, a mio avviso, la distinzione dott./dr, in Italia, è inesatta. Sono tutti dott.
Tuttavia, a me non interessa tanto se dottore sia il titolo pertinente alla laurea o al dottorato, quanto piuttosto segnalare che in italiano si usa dire dottore, e l’abbreviazione di dottore è dott., dr in italiano non esiste, e si può riferire esclusiamente a doctor (e, in questo caso, come contrazione).
Per cui, a mio avviso, la distinzione dott./dr, in Italia, è inesatta. Sono tutti dott.
Caro Incarcato, curioso come, a volte, certi pensieri s'incrocino -per così dire. È proprio recente un simile scambio d'opinioni con i colleghi d'ufficio.
Qualcuno dalle mie parte pretende che il suo nome sia preceduto da "dr.", invece che da "dott."; ma a me pare avere poco senso, per le ragioni da lei espresse.
Cordiali saluti
Qualcuno dalle mie parte pretende che il suo nome sia preceduto da "dr.", invece che da "dott."; ma a me pare avere poco senso, per le ragioni da lei espresse.
Cordiali saluti
ECG
M’era sfuggito, ma lo vedo ora: sarà senz’altro un refuso, ma ricordo per chi ci segue che il punto d’un’abbreviazione posta in fin di frase assorbe quello finale (non è accettabile la sequenza «. .»).Federico ha scritto:Concordo con Incarcato: questo anglismo del dr. riservato «a coloro che sono dottori in medicina o hanno un dottorato di ricerca» non piace molto: preferisco considerarla una contrazione italiana (forse anomala) che in quanto tale è equivalente a dott..
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Mi sia consentito "intromettermi" nella discussione dott./dr. Tutti i laureati, che io sappia, sono "dottori" (medici, professori, commercialisti, ecc.). Quanto all'abbreviazione dr (senza punto finale) non mi risulta essere di provenienza inglese ma... latina. È, infatti, la forma "sincopata" del latino doctor. La sincope, forse è utile ricordarlo, è la caduta di una o piú lettere nel corpo di una parola. Da doctor, dunque, sono cadute le lettere centrali "octo" ed è rimasto solo il segno dr che non va assolutamente con il punto finale perché non è un "troncamento": dr Pasquale. Dott. (con il punto finale) Pasquale. Il punto finale indica, infatti, la caduta delle ultime lettere.
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Mi ero dimenticato di aggiungere che non si mette il punto finale neanche nelle abbreviazioni di sr (senior) e jr (junior): Bush sr e Bush jr; quest'ultimo andrebbe scritto con la "i", non con la "j". Il latino classico non conosceva questa "vocale/consonante". E si pronuncia come si scrive: iunior, non giunior, come spesso si sente nei notiziari radiotelevisivi.Fausto Raso ha scritto:Mi sia consentito "intromettermi" nella discussione dott./dr. Tutti i laureati, che io sappia, sono "dottori" (medici, professori, commercialisti, ecc.). Quanto all'abbreviazione dr (senza punto finale) non mi risulta essere di provenienza inglese ma... latina. È, infatti, la forma "sincopata" del latino doctor. La sincope, forse è utile ricordarlo, è la caduta di una o piú lettere nel corpo di una parola. Da doctor, dunque, sono cadute le lettere centrali "octo" ed è rimasto solo il segno dr che non va assolutamente con il punto finale perché non è un "troncamento": dr Pasquale. Dott. (con il punto finale) Pasquale. Il punto finale indica, infatti, la caduta delle ultime lettere.
A proposito di iunior/junior, scrive il Castellani (in «‘Velopattino’ (e altro)», Studi Linguistici Italiani):
Quanto al punto nelle abbreviazioni, sarebbe buona norma, come lei giustamente scrive, non segnarlo quand l’ultima lettera dell’abbreviazione corrisponde all’ultima lettera della parola.Per giuniore = junior c’è un equivoco: non ho inteso proporre un sostituto della parola latina iunior (che mi sembra preferibile scrivere così) aggiunta a un nome + cognome italiano, ma del termine inglese junior nei suoi vari usi.
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Nel caso specifico, sul punto finale concordo.Fausto Raso ha scritto: Mi ero dimenticato di aggiungere che non si mette il punto finale neanche nelle abbreviazioni di sr (senior) e jr (junior): Bush sr e Bush jr; quest'ultimo andrebbe scritto con la "i", non con la "j". Il latino classico non conosceva questa "vocale/consonante". E si pronuncia come si scrive: iunior, non giunior, come spesso si sente nei notiziari radiotelevisivi.
Ho qualche perplessità sulla grafia "sr" et similia: essendo la contrazione di senior, mi parrebbe "più italiana" una grafia del tipo s.r, per analogia con analoghe abbreviazioni, ancora in uso (gent.mo, spett.le, ma anche M.o - titolo questo di cui ancora qualcuno si fregia, forte della "vecchia" licenza magistrale), che affondano le loro radici agli albori dell'italiano volgare.
Ho l'impressione che sia una grafia non autoctona, ma importata dal mondo anglosassone: e ora gli anglofoni mi smentiranno!
P.s. Mr "vuole" il punto dopo la r o no?
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Gentile Gino,Gino Zernani ha scritto:Nel caso specifico, sul punto finale concordo.Fausto Raso ha scritto: Mi ero dimenticato di aggiungere che non si mette il punto finale neanche nelle abbreviazioni di sr (senior) e jr (junior): Bush sr e Bush jr; quest'ultimo andrebbe scritto con la "i", non con la "j". Il latino classico non conosceva questa "vocale/consonante". E si pronuncia come si scrive: iunior, non giunior, come spesso si sente nei notiziari radiotelevisivi.
Ho qualche perplessità sulla grafia "sr" et similia: essendo la contrazione di senior, mi parrebbe "più italiana" una grafia del tipo s.r, per analogia con analoghe abbreviazioni, ancora in uso (gent.mo, spett.le, ma anche M.o - titolo questo di cui ancora qualcuno si fregia, forte della "vecchia" licenza magistrale), che affondano le loro radici agli albori dell'italiano volgare.
Ho l'impressione che sia una grafia non autoctona, ma importata dal mondo anglosassone: e ora gli anglofoni mi smentiranno!
P.s. Mr "vuole" il punto dopo la r o no?
senior si abbrevia esattamente come iunior: sr, senza punto finale perché è, appunto, la forma "sincopata" di
s(enio)r; sono cadute, infatti, le lettere centrali, non quelle finali. Nel caso di "gent.mo" il punto non è alla fine ma "dentro" la parola. Sono due casi diversi di abbreviazione. Per quanto riguarda Mr onestamente non so risponderle: ho una scarsissima conoscenza della lingua inglese.
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Le chiedo venia, caro Fausto, evidentemente non mi son fatto intendere.Fausto Raso ha scritto:
Gentile Gino,
senior si abbrevia esattamente come iunior: sr, senza punto finale perché ...
Mi ripeterò:
L'elemento su cui volevo puntare l'attenzione era la grafia "anomala(?)" sr, in luogo di una più "coerente" s.r, laddove il punto viene a legittimare l'abbreviazione, o la "caduta" delle lettere centrali, al pari di tante altre abbreviazioni ancora oggi in uso. E mi (vi) chiedevo se la grafia sr non possa essere un fenomeno di spazzaturazione linguistica.Gino Zernani ha scritto: Nel caso specifico, sul punto finale concordo.
Mr si scrive senza punto (il punto lo mettono gli americani), perché è come dr: M[iste]r.
Nel caso di gent.mo e spett.le il punto serve a indicare la fine d’una sillaba; in sr abbiamo invece solo la prima e l’ultima lettera e non si segna il punto, forse perché non vi sono altri esempi in cui si trovi la sequenza lettera-punto-lettera (almeno non me ne vengono in mente), mentre le due lettere senza punto rientrano nella serie di abbreviazioni come kg, km, mm, ecc.
Nel caso di gent.mo e spett.le il punto serve a indicare la fine d’una sillaba; in sr abbiamo invece solo la prima e l’ultima lettera e non si segna il punto, forse perché non vi sono altri esempi in cui si trovi la sequenza lettera-punto-lettera (almeno non me ne vengono in mente), mentre le due lettere senza punto rientrano nella serie di abbreviazioni come kg, km, mm, ecc.
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Il paragone non mi sembra calzante. Si tratta di sistemi di misura internazionali, con una dicitura internazionale. Sono pertanto abbreviazioni su cui fare tutta una serie di considerazioni differenti.mentre le due lettere senza punto rientrano nella serie di abbreviazioni come kg, km, mm, ecc.
Pure in quanto alla formazione son diversi, dacché in questi casi non si tratta di scomparsa di alcune lettere "centrali" (o meglio, non solo, come in k[ilo]g[ram(mo)]).
Cionondimeno, l'argomentazione mi sembra valida a livello pratico. Un S.r mi stonerebbe un poco, onestamente. Tuttavia non credo di aver ben compreso la differenza con get.mo e gli altri (numero di lettere a parte).
In che senso il punto serve a indicare la fine d'una sillaba?
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