«Negus»

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Lorenzo Federici
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«Negus»

Intervento di Lorenzo Federici »

Titolo nobiliare etiope corrispondente a quello di re. In rete si trovano un paio di negusso (e uno dei due risultati ha anche negussa).
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Rollo Tomasi
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Re: «Negus»

Intervento di Rollo Tomasi »

In questo caso credo posa valere la stessa cosa che per Fuhrer, Caudillo e Shogun, essendo un termine caratteristico di un determinato paese e una cultura specifica, si può anche lasciare semplicemente così.

"Negusso" mi pare di scarso utilizzo e non troppo bello come stile. Anche ai tempi del fascismo mi sembra si sia sempre e comunque utilizzato "negus", così come ras per indicare i vari nobili etiopi e i comandanti di alcune regioni o parti dell’esercito, e anzi il termine era passato pure in italiano ad indicare i vari capi locali di un qualche partito, in quel caso proprio del PNF, ad esempio Farinacci che era definito come il "ras di Cremona".
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G. M.
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Re: «Negus»

Intervento di G. M. »

Rollo Tomasi ha scritto: ven, 30 dic 2022 23:31 In questo caso credo posa valere la stessa cosa che per Fuhrer, Caudillo e Shogun, essendo un termine caratteristico di un determinato paese e una cultura specifica, si può anche lasciare semplicemente così.
Sì, ma —a parte le contingenze del caso specifico— questa mentalità è autolimitante senza una chiara ragione: se devo, o se voglio, parlare di qualcosa in italiano, posso desiderare di farlo con parole italiane, anche se la cosa nasce o si trova oltre i confini del nostro paese, anche se è specificissima di una cultura che non è la nostra: non c'è nulla di bislacco in questo. Possiamo benissimo parlare della Caaba (e non della كعبة o della Kaʿba) anche se è araba, di Nanchino (e non di 南京 o Nánjīng) anche se è cinese, di Visnù (e non di विष्णु o Viṣṇu) anche se è indiano, eccetera, senza porci limiti da soli. :wink:

Ci sono anche rare attestazioni di negusse (un esempio). (Mi chiedo come vadano accentate queste varie forme, ma è molto tardi ora, rimando eventuali ricerche...).

L'adattamento con -ss-, ad ogni modo, è coerente col derivato negussita.
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Lorenzo Federici
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Re: «Negus»

Intervento di Lorenzo Federici »

Per l'accentazione, l'unica possibile in toscano non essendo un verbo con vari pronomi alla fine è quella piana, negússe, come accade in Minòsse.
Ultima modifica di Lorenzo Federici in data sab, 12 ago 2023 1:34, modificato 1 volta in totale.
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G. M.
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Re: «Negus»

Intervento di G. M. »

No: anche se per noi italiani di altre regioni può sonare poco naturale, poco spontaneo, per i toscani è naturalissimo raddoppiare la consonante finale e fare comunque adattamenti sdruccioli (1, 2, 3...).

Ci sono comunque altre eccezioni alla regola che vuole l'accentazione piana se la penultima sillaba è chiusa: con una ricerca in Rete trovo pòlizza, Òtranto, Tàranto, Lèpanto, fìnferlo, màndorla, canèderlo, àrista, còrizza, Lìpizza...

Nel caso particolare, possono intervenire altre considerazioni (a parte «come adatterebbe un toscano /nɛ̍ɡus/?»): per esempio, se nègus neghèsti deriva da nĕgùsa nagàst come dice il Treccani, potrebbe aver senso seguire l'accentazione indigena e dire negùsso/a/e (potrebbe: io non so niente di quella lingua).
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Carnby
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Re: «Negus»

Intervento di Carnby »

Lorenzo Federici ha scritto: sab, 31 dic 2022 2:19 Per l'accentuazione, l'unica possibile in toscano non essendo un verbo con vari pronomi alla fine è quella piana, negússe
E invece da me si dice nègusse. :)

Ed è (era) pure usato come antroponimo: nello specifico, come soprannome.
Ultima modifica di Carnby in data mer, 04 ott 2023 6:39, modificato 1 volta in totale.
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Rollo Tomasi
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Re: «Negus»

Intervento di Rollo Tomasi »

G. M. ha scritto: sab, 31 dic 2022 0:51
Rollo Tomasi ha scritto: ven, 30 dic 2022 23:31 In questo caso credo posa valere la stessa cosa che per Fuhrer, Caudillo e Shogun, essendo un termine caratteristico di un determinato paese e una cultura specifica, si può anche lasciare semplicemente così.
Sì, ma —a parte le contingenze del caso specifico— questa mentalità è autolimitante senza una chiara ragione: se devo, o se voglio, parlare di qualcosa in italiano, posso desiderare di farlo con parole italiane, anche se la cosa nasce o si trova oltre i confini del nostro paese, anche se è specificissima di una cultura che non è la nostra: non c'è nulla di bislacco in questo.
Specifico che intendevo questa mia visione come personale preferenza, non c'è nulla di male a tradurre o adattare. A me non piacciono particolarmente questo genere di adattamenti, ma è una cosa mia, mi suonano un po' forzati.

La traduzione effettiva comunque è più frequente, e di solito si usa dire "Imperatore d'Etiopia" per riferirsi al negus.

Riguardo agli adattamenti che cita, credo la questione sia diversa, perché lì si tratta di adattamente dovuti anche a differenti fonetiche e necessità di traslitterazione da lingue con suoni e alfabeti diversi.
Ad esempio la classica questione sul nome del principale politico cinese del '900, che quando ero più giovane veniva chiamato Mao-Tse tung e oggi invece lo vedo sempre scritto e pronunciato come Mao Zedong, e tutt'ora non ho ancora capito quale sia la corretta grafia e pronuncia nell'originale mandarino.
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Re: «Negus»

Intervento di G. M. »

Rollo Tomasi ha scritto: dom, 01 gen 2023 21:56 Riguardo agli adattamenti che cita, credo la questione sia diversa, perché li si tratta di adattamente dovuti anche a differenti fonetiche e necessità di traslitterazione da lingue con suoni e alfabeti diversi.
Ad esempio la classica questione sul nome del principale politico cinese del '900, che quando ero più giovane veniva chiamato Mao-Tse tung e oggi invece lo vedo sempre scritto e pronunciato come Mao Zedong, e tutt'ora non ho ancora capito quale sia la corretta grafia e pronuncia nell'originale mandarino.
Sono abbastanza sicuro che anche le lingue d'Etiopia abbiano «suoni e alfabeti diversi [dall'italiano]». :wink:

Ma non stavamo parlando di trascrizioni o traslitterazioni (come in Mao Zedong, Mao Tse-tung, forme semplificate —cioè, senza diacritici— delle trascrizioni secondo i sistemi pīnyīn e Wade-Giles), dove si vuole un'alta o massima aderenza alla lingua d'origine, bensì d[ella liceità degl]i adattamenti completi, dove si vuole una massima aderenza alla lingua d'arrivo: e questo negus /nɛ̍ɡus/ in italiano è un adattamento, solo incompleto, un semiadattamento.

In altre parole, non stiamo ragionando di come rappresentare nel modo più esatto la parola nella sua forma originaria (come potremmo ritenere che Nánjīng sia una resa precisa in caratteri latini [della pronuncia] di 南京) ma di come modellarla al meglio in modo acconcio alle forme italiane (Nanchino).
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Re: [FT] «Mao Zedong» o «Mao Tse-tung»

Intervento di Infarinato »

Fuori tema
Rollo Tomasi ha scritto: dom, 01 gen 2023 21:56 Ad esempio la classica questione sul nome del principale politico cinese del '900, che quando ero più giovane veniva chiamato Mao-Tse tung e oggi invece lo vedo sempre scritto e pronunciato come Mao Zedong, e tutt'ora non ho ancora capito quale sia la corretta grafia e pronuncia nell'originale mandarino.
La pronuncia è la stessa: si tratta semplicemente di due diversi sistemi di «romanizzazione». ;)
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Re: [FT] «Mao Zedong» o «Mao Tse-tung»

Intervento di Carnby »

Fuori tema
Rollo Tomasi ha scritto: dom, 01 gen 2023 21:56 Ad esempio la classica questione sul nome del principale politico cinese del '900, che quando ero più giovane veniva chiamato Mao-Tse tung e oggi invece lo vedo sempre scritto e pronunciato come Mao Zedong, e tutt'ora non ho ancora capito quale sia la corretta grafia e pronuncia nell'originale mandarino.
Basta consultare il DiPI cartaceo per avere la risposta: [mao̞ d̥zɤ d̥ʊɴ] (ometto i toni per semplicità).
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Re: [FT] «Mao Zedong» o «Mao Tse-tung»

Intervento di Infarinato »

Fuori tema
Carnby ha scritto: lun, 02 gen 2023 8:42 Basta consultare il DiPI cartaceo per avere la risposta…
…o quello in linea per conoscere la pronuncia italianizzata;)

Ma ora basta coi fuori tema. Grazie. :)
brg
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Re: «Negus»

Intervento di brg »

G. M. ha scritto: sab, 31 dic 2022 0:51 [...] questa mentalità è autolimitante senza una chiara ragione: se devo, o se voglio, parlare di qualcosa in italiano, posso desiderare di farlo con parole italiane, anche se la cosa nasce o si trova oltre i confini del nostro paese, anche se è specificissima di una cultura che non è la nostra: non c'è nulla di bislacco in questo. Possiamo benissimo parlare della Caaba (e non della كعبة o della Kaʿba) anche se è araba, di Nanchino (e non di 南京 o Nánjīng) anche se è cinese, di Visnù (e non di विष्णु o Viṣṇu) anche se è indiano, eccetera, senza porci limiti da soli. :wink:
L'italiano per "negus" è "re" o "imperatore", non è "negusso". Infatti, così come aggiungere "s" a caso in fondo alle parole non mi fa parlare spagnolo (las finestras estanno apiertas?), mettere qualche vocale qua e là non trasforma le parole straniere in italiane.
Se uno poi sente la necessità di dover usare la parola nativa, bene, allora che la usi senza tanti fronzoli. Non mi pare che esistano, al momento, possibilità per un uso della parola "negus" fuori dal contesto storico e geografico che l'ha partorita. Diversa è la questione di "ras" o "ambaradan", che hanno assunto significati particolari in italiano.
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G. M.
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Re: «Negus»

Intervento di G. M. »

brg ha scritto: ven, 06 gen 2023 21:21 [...] mettere qualche vocale qua e là non trasforma le parole straniere in italiane.
E invece sì, se è fatto bene (almeno nel significato 2; per l'1 ci vorrà tempo...). :wink:
brg ha scritto: ven, 06 gen 2023 21:21 Se uno poi sente la necessità di dover usare la parola nativa, bene, allora che la usi senza tanti fronzoli. Non mi pare che esistano, al momento, possibilità per un uso della parola "negus" fuori dal contesto storico e geografico che l'ha partorita.
Di nuovo, non c'è nessuna ragione per porsi limiti da soli. La lingua non è vincolata a un confine fisico disegnato su una cartina. Se Betelgeuse può avere un nome italiano, perché non può averlo una cosa umana sul pianeta Terra?
Se lei non vuole usare l'adattamento, non lo usi: nessuno la costringe. Dica Nánjīng, se le riesce e le piace, anziché Nanchino. E io, come lei, per me farò come preferisco e userò gli adattamenti, se posso.

Quante volte dovremo ripeterci ancora...? :P
domna charola
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Re: «Negus»

Intervento di domna charola »

…resta il fatto che, in termini di comunicazione, sia più efficente e più efficace cercare di accordarsi su termini e significati comuni e condivisi, anziché cercare di pensare ognuno secondo il proprio gusto… Se io dico Nánjīng e l'interlocutore sgrana gli occhi pensando "ma che dici?", la comunicazione non va a buon fine, semplicemente. Occorre trovare a volte un punto intermedio: ci sono nomi che storicamente sono italiani, e come tali li usiamo e comprendiamo, e ci sono nomi "nuovi" –di località di cui si parla solo da tempi recenti– entrati direttametne nella loro forma, e che ormai vengono compresi secondo quella. O si arriva a un organo con potere normativo, per cui si decide che in italiano quel luogo si traslittera e scrive solo in un modo, e tutti si attengono a ciò, oppure non si va molto lontano. A me dà fastidio anche il cambio dei nomi cinesi per cui non ci si orienta più e si finisce per abbozzare degli ibridi incomprensibili, non ricordando la nuova versione… ormai erano quelli, consolidati… uffff…
Avatara utente
G. M.
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Re: «Negus»

Intervento di G. M. »

domna charola ha scritto: sab, 07 gen 2023 11:01[...] O si arriva a un organo con potere normativo, per cui si decide che in italiano quel luogo si traslittera e scrive solo in un modo, e tutti si attengono a ciò, oppure non si va molto lontano. [...]
In un'Italia ideale sarebbe il mio sogno (ai miei occhi, anzi, sarebbe persino "banale" e ovvio avere un'istituzione simile: non è proprio una fantasia dell'altro mondo); ma nell'Italia reale, dove il governo che vuole l'italiano in Costituzione è lo stesso che crea il «Ministero delle imprese e del made in Italy», l'ipotesi (di cosa potrebbero «fissare») invece mi preoccupa molto... e finisco per apprezzare gli aspetti positivi di una certa "anarchia". :?
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