Endemizzazione del forestierismo di lusso

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G. M.
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Endemizzazione del forestierismo di lusso

Intervento di G. M. »

Tradizionalmente, la linguistica ha distinto forestierismi «di lusso» e «di necessità»:
G. M. ha scritto:I primi sono quelli per cui esiste un corrispondente semplice e diretto (record = primato; star = stella, divo; red carpet = tappeto rosso; eccetera), e sono quindi facilmente sostituibili; i secondi, simmetricamente, sono quelli per cui al momento non è diffuso un corrispondente diretto o semplice, e dunque per parlarne in modo preciso con parole italiane bisognerebbe ricorrere a locuzioni più o meno lunghe o complesse (bit, DJ, jazz, curling, pixel, tweed, steampunk, eccetera). Si tratta, chiaramente, di categorie sfumate, per le quali non è possibile individuare dei limiti precisi; ma intanto sono utili per avere un’idea di massima.
In astratto, si potrebbe dire che anche il termine di lusso risponde «per forza» a una qualche «necessità», altrimenti non sarebbe usato da chi lo usa; ma questa è una questione teorica, mentre ora ci serve solo comprendere la distinzione dal punto di vista pragmatico.

Da tempo sto notando un fenomeno che oggi mi è venuto da chiamare «endemizzazione del forestierismo di lusso»; EFL /eɛffeɛ̍lle/ per chi apprezzasse una sigla tecnicizzante. :P

La locuzione in sé è abbastanza autoesplicativa. Il forestierismo di lusso non è più limitato a casi o contesti relativamente rari o ricercati: la sua diffusione sempre maggiore fa sì che praticamente ogni sostantivo, aggettivo, interiezione (e non solo, nei casi appropriati) possa essere sostituito da una parola straniera (inglese), come se questa fosse un normale sinonimo, variamente connotato: informale o nobilitante a seconda dei casi, ma comunque sempre con un nonsocché che lo rende vagamente affascinante, più affascinante della banale parola italiana.

Stamattina leggevo un articolo nel Corriere della sera; questa è la penultima frase:
La prima sfida [per il papa, dopo la morte del papa emerito] sarà gestire le richieste dei fedelissimi di Benedetto XVI di una procedura fast di beatificazione, già manifestate ieri in piazza con lo striscione «Santo subito».
È stato usato il corsivo, unica consolazione; ma perché usare un forestierismo? Si noti che nell'articolo non sono state usate parole come veloce, rapido, svelto, eccetera, per cui non si può pensare che sia stato fatto per evitare una ripetizione (se non si voleva usare accelerata perché compare accelerare in un virgolettato nella frase successiva) e i sinonimi italiani fossero "esauriti".

Oggi pomeriggio il nostro Ferdinand mi ha segnalato questo post (con 5000 mi piace, che sono tanti), da una pagina di Facebook (grassetto mio):
Succede che a volte la vita si dimentichi di Gabbiadini e vada a torturare qualche altro abitante di questo pianeta.
E quando viene liberato da questo peso, Manolo può finalmente esprimere il suo essere, scegliendo tra la multiforme varietà di colpi che cova dentro di lui:
Talvolta opta per la saracca dai 25 metri.
Sometimes per l'assist di qualità.

Oggi ha scelto di guardare il mondo alla rovescia, proprio come spesso ha fatto quest'ultimo con lui, limitando la sua arte e le sue possibilità in questo magnifico gioco.
Come Ferdinand mi chiedo: «Perché?».

E che dire di quest'annuncio (grassetto di nuovo mio), dell'agosto 2021?
Passeggiata per il mio dog

Buona sera sono la proprietaria di un Amstaff e avrei bisogno di una persona che porti il mio cane a fare la passeggiata il mezzogiorno e al pomeriggio, risiedo a Montecchia di Crosara le date sono dal 14 al 17 settembre
Io qualche mese fa ho fatto ventott'anni, e sono in diversi gruppi di WhatsApp con amici di età comparabile alla mia: per quel che vale il mio giudizio, persone linguisticamente normali, nella media del paese. Spesso usano normalmente termini inglesi: per raccogliere qualche esempio recente, Wait 'Aspetta', But why 'Ma perché[?]', Same thing '[È la] stessa cosa', Damn 'Accidenti', yep! 'Sì, esatto!', La friendship è sempre value-added 'L'amicizia è sempre un valore aggiunto [?]'; talvolta addomesticati graficamente: aim sorri '[I'm sorry =] mi dispiace'. Se nel registro informale e istantaneo —e quindi non ragionato— dei messaggini questi usi possono apparire poco importanti e sociolinguisticamente «inevitabili» (per chi non abbia desiderio di curare la lingua), visto il bombardamento d'inglese che ci troviamo ovunque in Italia, e quindi non è «niente di nuovo», non mi sembra invece inevitabile scrivere fast, sometimes e dog nei testi citati sopra, destinati non a cinque o sei amici ma a un pubblico che si vuole ampio e si suppone parli italiano. Quest'endemizzazione è semplicemente il costante aumento quantitativo della penetrazione dell'itanglese, oppure è cambiato (o sta cambiando) qualcosa anche qualitativamente?
Utente cancellato 2208

Re: Endemizzazione del forestierismo di lusso

Intervento di Utente cancellato 2208 »

Provo la tua stessa sensazione ogni qualvolta sento i miei amici dire sunset in loco di tramonto. Mi chiedo se questo farlocco uso dell'inglese sia diffuso solo in Itanglia o sia presente anche nei paesi vicini.
brg
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Re: Endemizzazione del forestierismo di lusso

Intervento di brg »

G. M. ha scritto: ven, 06 gen 2023 19:40 Stamattina leggevo un articolo nel Corriere della sera; [...]
Vabbe', ma che pretende se va ad indottrinarsi direttamente presso il principale organo di propaganda del pensiero unico totalizzante? È capace che ora è pure convinto di essere parte di una fantomatica "civiltà occidentale", con tutti i suoi "valori" e "principi fondanti". E la sua lingua.
G. M. ha scritto: ven, 06 gen 2023 19:40 Quest'endemizzazione è semplicemente il costante aumento quantitativo della penetrazione dell'itanglese, oppure è cambiato (o sta cambiando) qualcosa anche qualitativamente?
È il banale risultato dell'imposizione di un determinato modello culturale.
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G. M.
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Re: Endemizzazione del forestierismo di lusso

Intervento di G. M. »

brg ha scritto: ven, 06 gen 2023 21:38 Vabbe', ma che pretende se va ad indottrinarsi direttamente presso il principale organo di propaganda del pensiero unico totalizzante? [...]
Ha dimenticato «turbomondialista sans frontières»: Fusaro, esci da questo corpo! :roll:

Su una nota più seria, a che serve scrivere cose simili con un tono simile? Apporta qualcosa alla discussione? No, serve solo a creare inutile malanimo tra i membri...

Che quest'anglicismo sia sul Corriere della sera è un puro caso: non mi pare che il Fatto quotidiano si distingua fra i giornali per un italiano privo d'anglicismi. :?:
brg
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Re: Endemizzazione del forestierismo di lusso

Intervento di brg »

G. M. ha scritto: ven, 06 gen 2023 22:57 Su una nota più seria, a che serve scrivere cose simili con un tono simile? Apporta qualcosa alla discussione?
Forse detto così non apporta molto, ma, poiché codesto uso del linguaggio è un fenomeno di costume prima ancora che linguistico, per elaborare il significato di ciò che ho detto dovrei dilungarmi su questioni di dinamiche sociali e culturali. Per il punto di vista linguistico rimane ciò che ho detto: una parola è estranea quando appartiene ad un altro sistema culturale, di cui la lingua è un elemento, non quando appartiene ad un sistema culturale che si percepisce come nostro. Per questo, mi scuso per la ripetizione, tradizionalmente latinismi e grecismi non erano percepiti come forestierismi. Per questo non sono percepite da taluni come estranee e straniere le parole del gergo inglese, la lingua della "cultura occidentale".
G. M. ha scritto: ven, 06 gen 2023 22:57 Che quest'anglicismo sia sul Corriere della sera è un puro caso: non mi pare che il Fatto quotidiano si distingua fra i giornali per un italiano privo d'anglicismi. :?:
Non so, mai letto il Fatto.
Avatara utente
G. M.
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Re: Endemizzazione del forestierismo di lusso

Intervento di G. M. »

Teodulfo ha scritto: ven, 06 gen 2023 20:17 Provo la tua stessa sensazione ogni qualvolta sento i miei amici dire sunset in loco di tramonto. Mi chiedo se questo farlocco uso dell'inglese sia diffuso solo in Itanglia o sia presente anche nei paesi vicini.
Questo per fortuna finora mi è stato risparmiato. :shock:
Temo —anzi... spero: qui «mal comune» non è «mezzo gaudio»— che noi siamo, tra i paesi comparabili per cultura e dimensioni eccetera, tra i peggiori se non i peggiori in assoluto.
brg ha scritto: ven, 06 gen 2023 23:34 Forse detto così non apporta molto, ma, poiché codesto uso del linguaggio è un fenomeno di costume prima ancora che linguistico, per elaborare il significato di ciò che ho detto dovrei dilungarmi su questioni di dinamiche sociali e culturali. Per il punto di vista linguistico rimane ciò che ho detto: una parola è estranea quando appartiene ad un altro sistema culturale, di cui la lingua è un elemento, non quando appartiene ad un sistema culturale che si percepisce come nostro. Per questo, mi scuso per la ripetizione, tradizionalmente latinismi e grecismi non erano percepiti come forestierismi. Per questo non sono percepite da taluni come estranee e straniere le parole del gergo inglese, la lingua della "cultura occidentale".
Mi sembrano osservazioni interessanti. Se trova il tempo, leggerò (e leggeremo, credo di poter parlare un po' per tutti) volentieri le sue considerazioni.
domna charola
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Re: Endemizzazione del forestierismo di lusso

Intervento di domna charola »

brg ha scritto: ven, 06 gen 2023 23:34 [U]na parola è estranea quando appartiene ad un altro sistema culturale, di cui la lingua è un elemento, non quando appartiene ad un sistema culturale che si percepisce come nostro. Per questo, mi scuso per la ripetizione, tradizionalmente latinismi e grecismi non erano percepiti come forestierismi. Per questo non sono percepite da taluni come estranee e straniere le parole del gergo inglese, la lingua della "cultura occidentale".
Dal punto di vista storico, il discorso della "globalizzazione" è una falsa novità, e lo scagliarsi contro essa in maniera esacerbata diviene oggi più una posizione politica –estremistica– che non una giustificata difesa. Col rischio inoltre di arroccarsi sui due poli opposti, e perdere di vista situazione reale, motivazioni e possibilità di arginare il fenomeno.

Nel Medioevo –momento fondante della civiltà "occidentale"– ad esempio, il sistema culturale percepito come "nostro" era la cristianità, proiettata contro il mondo pagano. L'Uomo di allora, viator per eccellenza –si pensi ai mercanti, ai pellegrinaggi, alle guerre, alle crociate…– si sentiva parte di una grande comunità estesa a tutta l'Europa, caratterizzata da cultura e valori condivisi. La lingua franca, allora, era il latino, con cui tutti i dotti comunicavano tra loro, da un capo all'altro dell'Europa, e scrivevano le proprie opere –esattamente come oggi chi fa ricerca scrive quasi sempre in inglese attraverso i continenti. Molto spesso queste persone traducevano nella lingua franca persino i loro nomi, cosicché capita oggi di conoscerli ancora attaverso la versione italianizzata del loro nome ingles… latinizzato.
Non è del resto un fenomeno unico nel tempo, perché anche l'Impero assiste alla medesima evoluzione verso una lingua comune di chi ha cultura.
E l'episodio della divina punizione contro i costruttori della Torre di Babele la dice lunga sulla percezione che si aveva in antico circa le "lingue locali"…

In definitiva, questa tendenza a cercare di identificarsi in comunità più vaste e coordinate fra loro, pur mantenendo i tratti locali - l'individualità - sembrerebbe essere caratteristica della specie, quindi c'è da aspettarsi che si ripeta anche oggi, e non solo a livello della "cultura alta", del mondo della ricerca.
Si è ampliato infatti anche lo strato di popolazione che può entrare in contatto con persone di altre contrade: la rete permette infatti di attingere a siti in tutte le lingue, e comunicare anche personalmente con parlanti di diverrso idioma, quindi la spinta a cercare una lingua comune agisce su strati via via più ampi. Si conosce l'inglese a spanne perché si ascoltano canzonette, oppure molto bene perché si seguono corsi universitari e si danno esami in inglese assieme a compagni di studio delle più varie provenienze.

Il problema non è quindi quello dell'"imposizione di una cultura dominante", bensì il fenomeno del mescolare le lingue a frammenti.
Una persona che parla più lingue correntemente, "accende" di volta in volta l'interrruttore dell'inglese, dell'italiano, del bergamasco etc., a seconda del contesto e delle necessità. I parlanti di oggi invece propongono un risotto di termini delle provenienze più varie, scelti a caso. E' molto diverso, perché il risultato non è la tanto sospirata "lingua comune", bensì un guazzabuglio entro cui non è più riconoscibile alcuna lingua, e soprattutto con usi delle parole che i madrelingua per primi non riconoscerebbero.
Questo è il punto: la mia capoufficio che mi dice di "switchare un foglio" per leggere quanto scritto dietro, crede di far vedere che sa l'inglese e si sente donna di mondo perché va in ferie a Nuova York, ma in realtà mostra solo di avere una gran confusione a livello della comunicazione.

Da cosa origina questo atteggiamento? Sicuramente un distorto modo di sentirsi "alla moda" e "internazionali".
Però secondo me entra in gioco anche la tendenza ad apprendere sempre più presto una seconda lingua, per gioco e semplicemente parlando, rispetto allo studio consapevole e distinto.
Una cosa è crescere in un ambiente bilingue - padre e madre, ad esempio, di paesi divesi - e quindi imparare a comunicare contemporaneamente - ma separatamente - con l'uno e con l'altro, e un'altra parlare con un bambino, magari anche in età prescolare, in italiano ma insegnandogli anche i nomi delle cose in un altra lingua, e passando con disinvoltura da un idioma all'altro. Le mie nipotine di quattro o cinque anni, addestrate all'inglese così, senza cognizione didattica, dai genitori, buttano dentro a caso parole non italiane, come se non avessero coscienza della barriera linguistica: la settimana scorsa una mi ha chiesto "mi dai la eppol", e io ho pensato a un qualche oggetto elettronico dell'omonima marca, invece voleva banalmente una mela… Noto che fra i ragazzini è proprio questo tipo di approccio che va diffondendosi, e mi chiedo se effettivamente non dipenda proprio dal metodo, dal tipo di didattica - o non didattica - adottati, che non insegnano a strutturare un pensiero nella lingua scelta e tradurlo in una frase compiuta e intrinsecamente corretta dal punto di vista linguistico, e che in definitiva non aiutano a percepire le lingue come insiemi internamente coerenti e "chiusi", con tutte le loro ricchezze espressive, bensì come meri serbatoi di vocaboli sinonimi e liberamente intercambiabili.
Avatara utente
G.B.
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Re: Endemizzazione del forestierismo di lusso

Intervento di G.B. »

G. M. ha scritto: ven, 06 gen 2023 19:40 ...non mi sembra invece inevitabile scrivere fast, sometimes e dog nei testi citati sopra, destinati non a cinque o sei amici ma a un pubblico che si vuole ampio e si suppone parli italiano.
Secondo me, non è ovvio che un pubblico ampio renda linguisticamente responsabile chi vi si rivolge.
Dobbiamo capire che non tutti coloro, i quali navigano e scrivono sulla Rete posseggono la cultura di Cruscate; né è ovvio che la vogliano; né, ancora, è ovvio che, avendola, la adoperino. Uno può tentare di trasmettere i propri ideali linguistici e, se capita che questi sia un docente d'italiano, tanto meglio: i suoi allievi saranno cittadini linguisticamente [piú] responsabili.

Ma non possiamo aspettarci (purtroppo) che le cinquemila persone che hanno apprezzato il messaggio citato siano tutte in grado di giudicare (male, speriamo) l'uso di sometimes in luogo di talaltra. A quanto sappiamo, in parte potrebbero addirittura non essersene accorte; alcune forse avranno fermato l'occhio su sometimes per cercarne il significato; altre, invece, su saracca; i piú buoni avranno pensato a un refuso; i piú cattivi (pochi, molto pochi) saranno stati delusi dalla pagina, tanto da lasciare un commento negativo e smettere di seguirla. Tutto è possibile; ciò che conta, però, è che la maggioranza ha premiato (o ignorato) quella pubblicazione e l'ha fatto per motivi extralinguistici. È questo, se si vuole, il cambiamento [non avvenuto]: la minore conoscenza della lingua, nonostante Cruscate, nonostante le pagine di lingua su Facebook, nonostante i grandi mezzi di cui disporrebbero oggi gli studiosi e le istituzioni.

Se questo discorso vale anche per l'annuncio citato, non vale però per i quotidiani (soprattutto nazionali), su cui, in genere, scrivono persone di media cultura, le quali usano piú o meno consapevolmente le parole che usano; tant'è vero che nell'esempio citato è stato adoperato il corsivo. Qui possiamo ricorrere con certezza alle categorie di «prestito di lusso» e di «prestito di necessità», perché abbiamo testimonianza della consapevolezza dello scrivente (o del revisore). In altri casi, forse, ciò non è cosí immediato.
G.B.
brg
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Re: Endemizzazione del forestierismo di lusso

Intervento di brg »

domna charola ha scritto: sab, 07 gen 2023 10:24 Dal punto di vista storico, il discorso della "globalizzazione" è una falsa novità, e lo scagliarsi contro essa in maniera esacerbata diviene oggi più una posizione politica –estremistica– che non una giustificata difesa. Col rischio inoltre di arroccarsi sui due poli opposti, e perdere di vista situazione reale, motivazioni e possibilità di arginare il fenomeno.
Non ho parlato di globalizzazione, né intendevo farlo, poiché la questione della globalizzazione è parallela a questa. La globalizzazione è fondamentalmente un fenomeno economico, che si basa sul falso assunto, tra gli altri, che la capacità logistica non sia una risorsa finita. Peraltro la mal concepita globalizzazione si presenta sempre più come uno degli strumenti del sovvertimento dell'attuale sistema sociale, per questo l'enorme sforzo di ricostruire una "cortina di ferro".
G.B. ha scritto: sab, 07 gen 2023 13:50 Se questo discorso vale anche per l'annuncio citato, non vale però per i quotidiani (soprattutto nazionali), su cui, in genere, scrivono persone di media cultura, le quali usano piú o meno consapevolmente le parole che usano; tant'è vero che nell'esempio citato è stato adoperato il corsivo. Qui possiamo ricorrere con certezza alle categorie di «prestito di lusso» e di «prestito di necessità», perché abbiamo testimonianza della consapevolezza dello scrivente (o del revisore). In altri casi, forse, ciò non è cosí immediato.
Sono perfettamente d'accordo sul fatto che il "prestito di lusso" dev'essere consapevole per essere tale. Tuttavia questa considerazione apre la discussione su di un nuovo problema, più spinoso, ovvero le ragioni di questa scelta. Mi pare piuttosto chiaro che, nel caso dell'articolo di giornale citato, le ragioni, che posso definire "classiche", per ricorrere alla parola straniera sono assenti. Non c'è un riferimento culturale al mondo anglosassone (si parla di Vaticano e di un papa tedesco), non c'è una particolare sfumatura di significato od associazione di idee nella parola inglese (come potrebbe essere con il mangiare rapido o "fast" degli americani), non c'è neppure una particolare o compiaciuta esibizione stilistica (la parola non è messa in risalto all'interno della frase). Non c'è insomma una ragione evidente per quell'uso della parola straniera.
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Ferdinand Bardamu
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Re: Endemizzazione del forestierismo di lusso

Intervento di Ferdinand Bardamu »

 ! Messaggio da: Ferdinand Bardamu
brg ha scritto: sab, 07 gen 2023 20:47
domna charola ha scritto: sab, 07 gen 2023 10:24 Dal punto di vista storico, il discorso della "globalizzazione" è una falsa novità, e lo scagliarsi contro essa in maniera esacerbata diviene oggi più una posizione politica –estremistica– che non una giustificata difesa. Col rischio inoltre di arroccarsi sui due poli opposti, e perdere di vista situazione reale, motivazioni e possibilità di arginare il fenomeno.
Non ho parlato di globalizzazione, né intendevo farlo, poiché la questione della globalizzazione è parallela a questa. La globalizzazione è fondamentalmente un fenomeno economico, che si basa sul falso assunto, tra gli altri, che la capacità logistica non sia una risorsa finita. Peraltro la mal concepita globalizzazione si presenta sempre più come uno degli strumenti del sovvertimento dell'attuale sistema sociale, per questo l'enorme sforzo di ricostruire una "cortina di ferro".
Vi invito a limitare la discussione al tema linguistico. Grazie.
brg
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Iscritto in data: mer, 12 gen 2022 20:53

Re: Intervista al ministro Valditara

Intervento di brg »

Riporto due brevi passaggi della recentissima intervista a S.E. il ministro Valditara.
E questo, concretamente, come si può realizzare?
«Quella che ho illustrato nelle linee guida, varate prima di Natale, è una rivoluzione. Verrà introdotta la figura del docente tutor per ogni gruppo classe, il docente che dovrà avere una formazione particolare, ed anche essere pagato di più, e che dovrà in team con gli altri insegnanti seguire in particolare quei ragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento ma anche di quelli molto bravi che magari in classe si annoiano e che hanno bisogno di accelerare».
L’alternanza scuola-lavoro?
«Al Sud ci sono talvolta difficoltà a trovare imprese. Bisogna prevedere agevolazioni che favoriscano la disponibilità delle imprese [...]. Penso, per il Sud, all’agrifood, all’alberghiero, alla nautica, ai beni culturali, alla gestione delle risorse ittiche. In Italia ci sono 1,2 milioni di posti di lavoro non coperti perché mancano le qualifiche adeguate. La scuola, tramite la formazione, deve servire a colmare questo gap».
Chiamiamola, se vogliamo, sudditanza psicologica, come per gli arbitri di calcio, oppure egemonia culturale, come nella tradizione della lotta di classe, ma a quello siamo. Non c'è forse la gratuità della procedura fast, ma nemmeno l'ironia e l'ostentata esibizione linguistica del sometimes: qui c'è solo accettazione e propagazione di un modello linguistico e sociale.
Avatara utente
G. M.
Interventi: 2985
Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: Endemizzazione del forestierismo di lusso

Intervento di G. M. »

G. M. ha scritto: ven, 06 gen 2023 19:40 Il forestierismo di lusso non è più limitato a casi o contesti relativamente rari o ricercati: la sua diffusione sempre maggiore fa sì che praticamente ogni sostantivo, aggettivo, interiezione (e non solo, nei casi appropriati) possa essere sostituito da una parola straniera (inglese), come se questa fosse un normale sinonimo [...]
Soluzioni per la scarsity e l’attraction della Gen Z: l’esempio delle academy (Fonte)

(In inglese mi pare si scriva scarcity, ma vabbè).

🤷‍♂️

PS. Qualche altro esempio d'EFL:

La cellulite è una creatura inventata per patologizzare le donne. Period. (Fonte)

La sfida che attende il nostro paese da almeno vent’anni non è quella del Pnrr ma quella della competitività. Per vincerrla, occorrono investimenti, nelle infrastrutture e nelle industrie, valorizzazione dei champions italiani e diritto del mercato (Fonte)

TRE IDEE PER IL LUNCH
Per un lunch sano e gustoso scopri le mie tre proposte per creare un menù veloce e gustoso per un pasto leggero da consumare in ufficio, al mare o durante un pic nic.
Basta un po’ di fantasia e gli ingredienti giusti per comporre una perfetta schiscetta per un lunch composto da diversi elementi che daranno uno sprint in più alla giornata fuori casa.
(Fonte)

Disaggregandolo per componenti etniche, appare decisivo il calo di consensi nella comunità Black. [...] Anche tra i Black cresce la percentuale che è critica verso i migranti clandestini. (Fonte)

Così chic da riuscire a elevare all’istante anche le mise più basic, anche solo indossate con un paio di jeans e delle ballerine assicurano un look elegante e raffinato.
E le versioni che ci sono adesso in circolazione sono talmente “cute” che non sarà felice resistere alla tentazione.
(Fonte)

Overtourism nelle capitali mondiali del travel: Amsterdam la più affollata, poi Parigi. Milano, terza, peggio di Roma (Fonte)
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