Si può tradurre con mora?cairn ‹kèën› s. ingl. [voce di origine gaelica, propr. «mucchio»] (pl. cairns ‹kèën∫›), usato in ital. al masch. – Accumulo artificiale di pietre usato come monumento sepolcrale in alcune culture neolitiche ed eneolitiche e, in tempi più recenti, per ricordare eventi memorabili (per es., i limiti o le tappe raggiunte da spedizioni geografiche). Nell’uso odierno, cippo confinario.
«Cairn»
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Re: «Cairn»
Direi proprio di sí. 

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Re: «Cairn»
Il problema è che mora è troppo polisemico e al giorno d’oggi la polisemia non è molto di moda. Le soluzioni di WR mi convincono di più.
Re: «Cairn»
Su questo sono naturalmente d'accordo...
...ma non molto su questo.
Tumulo è più generico, perché non implica il materiale (a me fa pensare soprattutto a una costruzione in terra), e bisognerebbe precisare tumulo di pietre (se il nostro oggetto è effettivamente descrivibile come un tumulo).
Ometto è polisemico come mora, e non mi pare apportare una precisione maggiore, a livello istintivo. Anzi, mora suona più "serio", e quindi —di nuovo, a livello epidermico— avvantaggiato per sostituire l'anglicismo.
Nulla impedisce, naturalmente, di usare tutte le traduzioni, nei contesti adeguati o per varietà, come diceva Daphnókomos.

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