L'imperatore (e non negus) è chiamato Ailè Selassiè nel sito della regione Lombardia.Hailé Selassié (ge'ez: ኃይለ፡ ሥላሴ, "Potenza della Trinità"), nato Tafari Maconnèn (Egersa Goro, 23 luglio 1892 – Addis Abeba, 27 agosto 1975) è stato negus neghesti e ultimo imperatore d'Etiopia dal 1930 al 1974.
«Hailé Selassié»
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«Hailé Selassié»
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Re: «Hailé Selassié»
Però "negus" significa "re". Per dire "imperatore" gli etiopi trogloditi usano "negus neghesti", cioè "re di re". L'uso di "negus" per indicare l'imperatore etiope è già italiano.Difesa Italiano ha scritto: mar, 03 ott 2023 11:58 L'imperatore (e non negus) è chiamato Ailè Selassiè nel sito della regione Lombardia.
Re: «Hailé Selassié»
Perché non negus? Qui c’è scritto nəgusä nägäst. O è solo perché finisce in -us?
Non vorrei che fosse una trascrizione sbilenca più che un’italianizzazione. La traslitterazione del sovrano in questione è Qädamawi Häylä Səllasé, con una pronuncia amarica [ˈhaɪlə sɨlˈlase].
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Re: «Haile Sellassiè»
Basta seguire il DOP: il nome è fonotatticamente italiano. C’è solo quell’H grafica, che però è muta come in ho, hai, ha, hanno. Ci possiamo accontentare.
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Re: «Haile Sellassiè»
E perché non rimuoverla del tutto? È una variazione pressoché impercettibile, dubito scatenerebbe l'ira di qualcuno.Infarinato ha scritto: mar, 03 ott 2023 22:13 C’è solo quell’H grafica, che però è muta come in ho, hai, ha, hanno.
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Re: «Hailé Selassié»
Proprio come diciamo Imperatore tedesco e non Caisero (da Kaiser), non vedo perché ricorrere all'etiopico negus (negusse). D'altronde Re dei Re indica di fatto una autorità imperiale superiore a quella dei normali sovrani. Infine, chiamare il Sovrano etiopico Imperatore è in linea con il nome dato allo Stato (impero d'Etiopia).brg ha scritto: mar, 03 ott 2023 20:30 Però "negus" significa "re". Per dire "imperatore" gli etiopi trogloditi usano "negus neghesti", cioè "re di re". L'uso di "negus" per indicare l'imperatore etiope è già italiano.
Consideriamo altresì che l'Etiopia era l'unico stato africano con contatti autonomi con l'Europa (in quanto di confessione Cristiana) ed era lo Stato africano "più sviluppato" nelle sue strutture statali. Essendo così vicino all'Europa direi che non commettiamo errore grossolano definendo il negus imperatore!
Fuori tema
E poi il titolo di Re dei Re è riservato nella tradizione cristiana europea a Cristo!
Re: «Hailé Selassié»
Fuori tema
Per negus c'è un filone già aperto: per comodità di tutti, vi chiederei di continuare lì la discussione.
Per i visitatori occasionali, segnaliamo anche questo filone, che tocca il tema delle ultime considerazioni di Difesa Italiano.

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Re: «Haile Sellassiè»
Ma allora si sia coerenti e si scriva anche ò, ài, à e ànno.Difesa Italiano ha scritto: mar, 03 ott 2023 22:50E perché non rimuoverla del tutto? È una variazione pressoché impercettibile…Infarinato ha scritto: mar, 03 ott 2023 22:13 C’è solo quell’H grafica, che però è muta come in ho, hai, ha, hanno.

Re: «Hailé Selassié»
Non sono molto convinto. Mi sembra che l’h di quelle quattro forme sia sentita più o meno da tutti, nel sentimento comune della lingua, come eccezione, non come una "possibilità normale" dell'italiano (come potrebbe essere invece, per esempio, in ispagnolo, dove l'h muta è normalissima): anche sussistendo ho, hai, ha e hanno, nei secoli e da secoli l’italiano ha sistematicamente eliminato tutte le [altre] h “inutili” ai fini della pronuncia, al punto che dove l’h rimane (per ora) la parola è subito percepita come non [del tutto] italian[izzat]a, come in handicappato, holmio, honduregno... (L'h è stata totalmente eliminata, ormai da circa 300 anni, anche dai nomi propri: Enrico, Ercole, Elena...).
Anche a me sembra quindi preferibile che, valutando un'italianizzazione piena, si faccia cadere l'h anche qui. Oltre a quella dell'intervento iniziale, si trovano non poche attestazioni di Aile Se[l]la[s]sie, variamente accentato (o no), in testi anche relativamente recenti, pubblicati da editori famosi (...decisamente non noti per aver abbracciato il purismo strutturale
): 2002, 2010, 2015, 2016, 2020... Messo a lemma anche in un'enciclopedia, seppur con rimando al nome non adattato.
Anche a me sembra quindi preferibile che, valutando un'italianizzazione piena, si faccia cadere l'h anche qui. Oltre a quella dell'intervento iniziale, si trovano non poche attestazioni di Aile Se[l]la[s]sie, variamente accentato (o no), in testi anche relativamente recenti, pubblicati da editori famosi (...decisamente non noti per aver abbracciato il purismo strutturale

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Re: «Hailé Selassié»
Qui bisogna intenderci. È veramente necessario tradurre o adattare degli antroponimi al giorno d’oggi? No. È sociolinguisticamente accettabile per la maggior parte dei parlanti? No. Abbiamo una fonte autorevole che attesti un’italianizzazione fonotatticamente ineccepibile e graficamente accettabile per il nome in oggetto? Sí, anzi il DOP registra addirittura due varianti di questo tipo. Cosa speriamo di ottenere —realisticamente— andando oltre? Fare proposte teoriche che nessuno fuori di qui adotterà, magari senza nemmeno conoscere etiopico antico e amarico, è un giochino fine a sé stesso.G. M. ha scritto: mer, 04 ott 2023 10:41 Non sono molto convinto. Mi sembra che l’h di quelle quattro forme sia sentita più o meno da tutti, nel sentimento comune della lingua, come eccezione, non come una "possibilità normale" dell'italiano…

Fuori tema
Quando si danno dei collegamenti, per favore sinceriamoci —nei limiti del possibile— che le pagine cui rimandano siano pubblicamente accessibili in ogni situazione e su ogni dispositivo. Grazie.

Re: «Hailé Selassié»
Fuori tema
I collegamenti mi si aprono tutti, sia da calcolatore sia da telefono, li ho appena provati. Il primo su calcolatore e l'ultimo su telefono non si sono aperti sùbito, ma lo hanno fatto dopo aver ricaricato la pagina. Mistero.
Non so perché diano problemi: li ho trovati semplicemente con una ricerca su Google. Le mie competenze informatiche sono basilari: se conosce un modo per evitare il problema, mi dica e provvederò, ora e in futuro.

Io in realtà, in generale, credo di essere abbastanza vicino a lei, al riguardo, o perlomeno sono incerto, non sono un italianizzatore convinto come per altri àmbiti. Credo però che si possa (...si debba?) italianizzare più facilmente quando, come ora, parliamo di monarchi, dinastie e simili.Infarinato ha scritto: mer, 04 ott 2023 11:36 È veramente necessario tradurre o adattare degli antroponimi al giorno d’oggi? No. È sociolinguisticamente accettabile per la maggior parte dei parlanti? No. [...]
Nel caso particolare in esame, le attestazioni recenti, in contesti certo lontani dal purismo strutturale, e in opere non di nicchia ma di editori fra i maggiori in Italia, nella mia intenzione servivano per mostrare che per una volta forse ci preoccupiamo troppo: sappiamo bene che l'italianizzazione degli antroponimi in generale non è sociolinguisticamente accettabile oggi, ma in questo caso evidentemente lo è abbastanza, se si è potuta usare normalmente tante volte: nella variazione statistica del fenomeno, qui non siamo nella media ma in un picco positivo. Per cui, se l'uso e l'accettabilità ci vengono incontro, non vedo motivo per essere «più realisti del re».

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