«Lui pensava che non ci troveranno»
Moderatore: Cruscanti
«Lui pensava che non ci troveranno»
Buongiorno. Ho scritto questa frase in un’opera di narrativa e ora mi sto interrogando sulla sua correttezza.
Il personaggio che “pensava” è morto nella storia, ma si riferiva ad un evento che per gli altri personaggi deve ancora accadere (nel momento in cui viene riferita la sua opinione non li hanno ancora “trovati”), quindi mi sembra che il condizionale passato non vada bene. Un parere, per favore?
Il personaggio che “pensava” è morto nella storia, ma si riferiva ad un evento che per gli altri personaggi deve ancora accadere (nel momento in cui viene riferita la sua opinione non li hanno ancora “trovati”), quindi mi sembra che il condizionale passato non vada bene. Un parere, per favore?
Re: «Lui pensava che non ci troveranno»
Personalmente, in dipendenza da un tempo passato, userei sempre il condizionale passato, salvo che si tratti di un perfetto composto, nel qual caso è corretto anche l'uso del futuro semplice, sempreché l'evento sia successivo al momento dell'enunciazione (es.: Mi ha detto che partirà [o sarebbe partito] domani).
Re: «Lui pensava che non ci troveranno»
Ho trovato questi pareri facendo ricerche
https://www.treccani.it/enciclopedia/co ... italiana)/
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it ... ndicativo/
Sembrerebbe che la costruzione sia legittima, ma magari sembra meno stonata se sostituisco "pensava" con "diceva"?
https://www.treccani.it/enciclopedia/co ... italiana)/
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it ... ndicativo/
Sembrerebbe che la costruzione sia legittima, ma magari sembra meno stonata se sostituisco "pensava" con "diceva"?
Ultima modifica di Meg in data lun, 26 ago 2024 10:50, modificato 1 volta in totale.
- Infarinato
- Amministratore
- Interventi: 5603
- Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
- Info contatto:
Re: «Lui pensava che non ci troveranno»
Innanzitutto c’è un errore (probabilmente un banale refuso da «copia e incolla») nella tabella della Grammatica italiana Treccani: il congiuntivo piucchepperfetto (cioè, «trapassato») non può essere usato per esprimere la posteriorità in dipendenza da un tempo storico di un verbo che regge il congiuntivo (cfr., e.g., l’analogo prospetto della Grammatica italiana del Serianni). Poi, è vero, un’oggettiva dipendente da [un tempo storico di] un verbo che regga di norma il congiuntivo ammette solo il condizionale composto (i.e., «passato») per esprimere la posteriorità, a differenza di una che dipenda da un verbo che regge l’indicativo, la quale ammette anche il futuro semplice.
Quindi la sua frase originaria (con pensava nella reggente, cioè) è sicuramente marcata (sia sul piano pragmatico sia su quello diafasico) e si colloca ai margini della grammaticalità. Con diceva, invece, la frase rimane marcata (rispetto alla versione in cui l’oggettiva presenti un condizionale composto), ma solo sul piano pragmatico, ed è pertanto perfettamente grammaticale.
Un’ultima considerazione: il condizionale composto è il tempo con cui [in italiano moderno] si esprime normalmente il cosiddetto «futuro del (o «nel») passato», ma è bene tener presente che esso ci dice semplicemente che il primo «momento dell’avvenimento» (rappresentato dal verbo della reggente) è anteriore sia al secondo momento dell’avvenimento (rappresentato dal verbo dell’oggettiva), costituendone l’«ancoraggio temporale», sia al «momento dell’enunciazione», ma non ci dice se il secondo momento dell’avvenimento sia anteriore, contemporaneo o posteriore al momento dell’enunciazione, anche se il primo caso è di gran lunga il piú frequente. Quindi, sí, se si vuole mettere in chiaro che il secondo momento dell’avvenimento è posteriore al momento dell’enunciazione, bisogna ricorrere al costrutto marcato e al futuro semplice, il che, però, dal punto di vista della stretta norma grammaticale, è lecito solo in dipendenza da [tempi storici di] verbi che reggano l’indicativo.
Quindi la sua frase originaria (con pensava nella reggente, cioè) è sicuramente marcata (sia sul piano pragmatico sia su quello diafasico) e si colloca ai margini della grammaticalità. Con diceva, invece, la frase rimane marcata (rispetto alla versione in cui l’oggettiva presenti un condizionale composto), ma solo sul piano pragmatico, ed è pertanto perfettamente grammaticale.
Un’ultima considerazione: il condizionale composto è il tempo con cui [in italiano moderno] si esprime normalmente il cosiddetto «futuro del (o «nel») passato», ma è bene tener presente che esso ci dice semplicemente che il primo «momento dell’avvenimento» (rappresentato dal verbo della reggente) è anteriore sia al secondo momento dell’avvenimento (rappresentato dal verbo dell’oggettiva), costituendone l’«ancoraggio temporale», sia al «momento dell’enunciazione», ma non ci dice se il secondo momento dell’avvenimento sia anteriore, contemporaneo o posteriore al momento dell’enunciazione, anche se il primo caso è di gran lunga il piú frequente. Quindi, sí, se si vuole mettere in chiaro che il secondo momento dell’avvenimento è posteriore al momento dell’enunciazione, bisogna ricorrere al costrutto marcato e al futuro semplice, il che, però, dal punto di vista della stretta norma grammaticale, è lecito solo in dipendenza da [tempi storici di] verbi che reggano l’indicativo.
Re: «Lui pensava che non ci troveranno»
Quindi se opero la sostituzione è meglio. Allora farò così, grazie mille.
- Infarinato
- Amministratore
- Interventi: 5603
- Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
- Info contatto:
Re: «Lui pensava che non ci troveranno»
È meglio… se è ciò che voleva dire. Pensare e dire non sono la stessa cosa. 

Re: «Lui pensava che non ci troveranno»
Naturalmente, ma dato che qui si riporta l’opinione di un’altra persona, si sa che lo “pensava” perché lo ha “detto”… quindi nel testo la sostituzione è possibile.
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Amazon [Bot] e 1 ospite