✺✺✺ ha scritto: lun, 09 set 2024 10:16
Ci vuole comunque molto ottimismo per credere che se qualche geologo avesse iniziato a usare diverso tempo fa un traducente di
chalk ora in Italia quella comunità lo userebbe.
Dunque… mediamente un geologo italiano non usa Chalk né parla di Chalk. Se si trova ad occuparsi di stratigrafia inglese, è perché è a un convegno internazionale in cui si tratta geologia europea assortita, oppure sta facendo ricerca in Inghilterra con studiosi inglesi; in ambedue i casi, non avrebbe senso, parlando direttamente in inglese, tradurre solo Chalk.
Per il resto, la Commissione Internazionale di Stratigrafia, ha stabilito fra le regole che ogni unità litostratigrafica abbia un proprio nome, univoco in quanto unico e non traducibile. È un semplice banale accorgimento per evitare fraintendimenti e non comprensioni fra tecnici, nonché una rifioritura di una selva di sinonimi che rendevano difficile comprendersi.
Così, nella legenda inglese della Carta geologica d'Italia troviamo ad esempio la Dolomia Principale, e non la "
Main Dlomite", il
Sass de la Lüna - che non si chiama ovviamente Sasso della Luna - non diventa "
Moon Stone", e il Supersintema dei Laghi resta "Laghi
supersynthem". D'altra parte, anche nella letteratura geologica italiana, le Formazioni di Buchenstein e di Wengen continuano a chiamarsi così, avendo soppiantato da tempo la versione italiana del nome, in quanto la regola dà priorità al primo nome che viene dato a un'unità nuova, e in questo caso parliamo di formazioni definite quando ancora le Dolomiti erano austriache. Insomma, come sempre, all'interno di comunità chiuse, definite da un interesse specialistico, si crea un linguaggio comune, efficace per gli scopi della ricerca, e che proprio per essere tale deve essere mantenuto con molta attenzione.