Il Treccani registra una serie di grecismi antropometrici in -ion; alcuni adattati graficamente (opistion < opisthion), altri con possibilità di grafia grecolatina (sfirion, sphyrion) o di gh (traghion, zighion); tutti senz'adattamento pieno. Alcuni adattano direttamente termini greci; altri sono conî moderni del latino scientifico, che mantengono la forma esteriore della serie. In ordine alfabetico:
- acropodion;
- asterion;
- basion;
- cheilion;
- dacrion, dacryon, dakryon;
- eurion;
- falangion;
- genion;
- gonion;
- inion;
- metopion;
- nasion;
- obelion;
- onfalion;
- opistion;
- opistocranion;
- prostion;
- pterion;
- sfirion, sphyrion;
- sinfision;
- telion;
- tragion, traghion;
- trichion;
- trocanterion;
- zygion, zygon, zighion, zigion;
Per opistocranion il GDLI ha l'adattamento opistocranio.
Nei libri di Google con una ricerca cursoria trovo attestazioni di vari adattamenti in -io (presumo tutti /-jo/) nell'Ottocento; qualche esempio:
In ogni caso la scissura è nei nostri esemplari un poco al di sopra della linea semicircolare superiore della squama occipitale, e questo lo notiamo perché il Topinard (1), allo scopo di dare un criterio sicuro per distinguere la sutura trasversa dell'osso epattale dalla sutura interparietale, dice che quest'ultima va da un asterio all'altro passando sotto l'inio. (Atti della Società veneto-trentina di scienze naturali, 1880)
Distanza fra l'inio e l'opistio in linea retta (Atti della Società veneto-trentina di scienze naturali, 1884)
Questo aspetto dell'osso continua sui parietali fra le due linee d'inserzione delle aponeurosi temporali, tranne intorno all'obelio. (Archivio per l'antropologia e l'etnologia, 1886)
Per inio ce n'è una addirittura del Seicento, dove sembra valere genericamente 'occipite':
Hora per intelligenza de' verſi d'Apollonio, e della ſpoſitione della Chioſa ſi ha da ſapere, che l'Inio, è quella parte della coppa, onde ha principio la ſpinal midolla, come ha dichiarato Galeno nelle infraſcritte parole. […] quæ occiput, & Gręcis Inion, appellatur […] (Della difesa della Comedia di Dante, 1688)
Nelle lingue sorelle molti mantengono la forma grecheggiante, ma c'è anche la possibilità dell'adattamento pieno; per esempio: Mi chiedo e vi chiedo: tutti questi termini sono italianizzabili (bene) semplicemente togliendo l'-n finale (con, magari, in più ei > i in cheilion)?