L’Associazione per l’italiano (API)

Spazio di discussione su questioni che non rientrano nelle altre categorie, o che ne coinvolgono piú d’una

Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
G. M.
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L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di G. M. »

Cari compagni di Cruscate,

Presento oggi pubblicamente anche qui una nuova realtà, che alcuni di voi già conoscono (…e di cui, anzi, diversi di voi sono già parte :wink:).

Lungo anni di pensieri, di contatti e di confronti, io e altre persone abbiamo deciso di provare a fare qualcosa di concreto per l’italiano: passare dal regno della speculazione e discussione intellettuale a quello delle azioni pratiche. Questo progetto si è definito a poco a poco; e infine ha preso forma ufficiale circa un anno fa, quando abbiamo firmato i papiri legali e abbiamo fondato ufficialmente l’«Associazione per l’italiano», in sigla «API»: un’associazione dedicata a promuovere l’italiano e l’ecologia linguistica, senza scopo di lucro, fatta da volontari, aperta, internazionale. Per quanto ne sappiamo, è la prima realtà del genere in Italia.

Più per cause contingenti che per una mia ambizione al riguardo, al momento ho l’onore e l’onere di ricoprire la carica di presidente.

L’associazione è ancora giovane e piccola, e abbiamo molto da fare e da imparare (l’àmbito associativo è un’esperienza nuova per quasi tutti noi), ma due cose positive ci hanno già fatto molto piacere:
  • parecchi iscritti sono giovani, meno che trentenni, in contrasto col luogo comune che vorrebbe la cura della lingua come preoccupazione solo di vecchi parrucconi;
  • si è iscritto presto un linguista professionista, d’esperienza internazionale, relativamente noto (uno che ha una pagina sulla Guichipedia, per intenderci).
Naturalmente siete tutti invitati a iscrivervi! Per saperne di più vi lascio all’esplorazione del sito, e sono a vostra disposizione per rispondere a qualsiasi domanda. Commenti e critiche ovviamente sono benaccetti. :)

Vi parlo invece di una difficoltà concreta che si è manifestata in questo primo anno d’attività, della quale non si fa menzione nel sito e sulla quale mi farebbe piacere sentire il vostro parere, che magari sarà illuminante.

Circa le possibilità di crescita, al momento l’API vive una situazione misteriosa. Mentre il progetto vago si concretizzava a poco a poco nell’idea di costituire un’associazione pubblica, ci aspettavamo di raccogliere facilmente molte iscrizioni; perché vedevamo, come vediamo tuttora, che nelle reti sociali ci sono migliaia di persone interessate ai nostri temi, e tanti spesso ne scrivono e si lamentano con toni accesi che «bisogna fare qualcosa» (visto che, con ogni evidenza, le lamentele su Facebook non hanno grande effetto sul mondo reale). Un’associazione reale, dedicata alla questione, per unire le forze dei tanti in qualcosa d'effettivo, sembrava dunque che sarebbe stata graditissima.

Contro le nostre aspettative, le iscrizioni invece finora sono state numericamente molto scarse, rispetto al bacino potenziale degl’interessati. La creazione dell’API ha ricevuto molte lodi e quasi nessuna critica, ma nonostante l’accoglienza assai positiva da parte del pubblico le adesioni non sono venute. Invitate a iscriversi per dare un sostegno al cambiamento concreto che invocano accoratamente, abbiamo visto che spesso le persone si raffreddano o addirittura quasi si ritraggono; e la cosa strana è che non danno spiegazioni chiare per questo loro comportamento.

Il grande contrasto fra le due cose, entusiasmo e ritrosia, e la mancanza di spiegazioni al riguardo ci lasciano perplessi.

Nell’associazione ne abbiamo discusso tanto; abbiamo provato a interrogare al riguardo pubblicamente i nostri seguitori nelle reti sociali, facendo sondaggi sull’intenzione d’iscriversi, su che cosa li trattiene o cosa dovrebbe cambiare per invogliarli a unirsi, ma non abbiamo cavato un ragno dal buco: la cosa è ancora nell’àmbito delle congetture.

Io personalmente ho contato circa quindici fra miei amici e conoscenti (fra cui non solo simpatizzanti vaghi, ma anche italianisti convintissimi), che, venuti a conoscenza dell’associazione, mi hanno detto che si sarebbero iscritti, con quella che a me pareva convinzione o addirittura entusiasmo (NB: spontaneamente, senza che ci fosse la minima insistenza o pressione perché aderissero), alcuni anche dando date precise (entro un paio di settimane, nel tal mese, ecc.); ma poi non l’hanno fatto e non ne hanno più parlato. Dato il numero dei casi, per persone che per il resto mi paiono affidabili, non use a promettere cose che non intendono realizzare, sembrerebbe che nell’API ci sia purtroppo qualcosa di respingente. Ma che cosa?

All’inizio ci era venuto il dubbio che la quota d’iscrizione fosse troppo alta (20 € all’anno, che ci era parso nella media delle associazioni simili), e che le persone non s’iscrivessero perché la cifra era notevole per chi ha scarse disponibilità, mentre allo stesso tempo un senso di «vergogna» impediva ai meno abbienti di dircelo chiaramente. Dopo qualche mese abbiamo deciso allora di ridurre notevolmente la quota (a soli 5 € all’anno), per venire incontro a tutti e ridurre eventuali imbarazzi al riguardo. Abbiamo visto, però, che questo cambiamento ha fatto crescere le iscrizioni solo minimamente, quindi la ragione dev’essere un’altra.

Abbiamo anche chiarito molte volte che l’iscrizione non implica l’obbligo di svolgere un’attività di volontariato (visto che siamo tutti molto occupati) ma è importante soprattutto per «fare numero», per mostrare al pubblico che siamo in tanti e la nostra causa ha un sostegno trasversale e diffuso. Se dobbiamo scrivere a un giornale, a un organo dello stato, a un personaggio famoso, l’effetto sarà scarso se siamo un’associazione con appena qualche decina di membri, come un comitato di quartiere; ben diverso è l’effetto se i membri sono centinaia o migliaia.

Avete ipotesi sul perché di questa discrepanza? E, naturalmente, se anche voi doveste percepire qualcosa di respingente nel progetto, ditelo pure apertamente, senza imbarazzi, in modo che possiamo correggerci e migliorarci e raccogliere adesioni più facilmente. :)
jorvam
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di jorvam »

L'Associazione di per sé è una bella idea e sono altrettanto sorpreso dalla presenza di gente che potrebbe essere a me coetanea.
Detto ciò le cause potrebbero essere principalmente due:
  • La timidezza conseguita da luoghi comuni ancora molto radicati e spesso legati a capitoli controversi della storia dell'Italia (forse specificare con maggior attenzione la sua natura internazionale potrebbe generare un impatto differente, non saprei). Io personalmente riscontro difficoltà nel confrontarmi su questo tema con altre persone nella vita reale
  • La probabile reticenza manifestata nell'inserimento di determinati dati
Questo è il mio parere al riguardo, spero di non fare affermazioni errate.
Avatara utente
G. M.
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di G. M. »

jorvam ha scritto: ven, 10 gen 2025 23:15 La timidezza conseguita da luoghi comuni ancora molto radicati e spesso legati a capitoli controversi della storia dell'Italia (forse specificare con maggior attenzione la sua natura internazionale potrebbe generare un impatto differente, non saprei). Io personalmente riscontro difficoltà nel confrontarmi su questo tema con altre persone nella vita reale
Guardi… senza divagare con una tirata —è un tema che mi fa uscire dai gangheri—, per quel che vale la mia fin troppo abbondante esperienza personale (di persona con idee politiche alquanto lontane dal fascismo), io sono giunto a pensare (direi «mio malgrado» e quasi «con sorpresa» per quanto appare una semplificazione trita) che molti seddicenti antifascisti sono davvero «fascisti» nell'animo, per il modo di fare e di ragionare: aggressivo, velenoso, sopraffattorio, totalitario, rigido, tronfio, ottuso.

Che fare, dunque? Due considerazioni:
  1. per quanto riguarda me personalmente, vorrei che l'ossessione per il fascismo uscisse finalmente e totalmente dai discorsi sull'italiano del presente e del futuro, quindi nel sito eviterei qualunque riferimento esplicito (fra l'altro, ragionavamo all'inizio, rischierebbe di dare soddisfazione agli strillatori fascistomani, sembrando un'excusatio non petita);
  2. se qualcuno non s'iscrive all'API perché ha paura che qualcuno gli dia del fascista… beh, ma non c'è mica bisogno di dirlo! Il registro dei membri è per l'organizzazione interna e non è pubblico. Uno può iscriversi senza dirlo a nessuno. (Che tristezza dover fare questi discorsi).
jorvam ha scritto: ven, 10 gen 2025 23:15 La probabile reticenza manifestata nell'inserimento di determinati dati
L'associazione è riconosciuta legalmente, e funziona democraticamente col principio del voto, quindi all'iscritto si conferisce un diritto di voto che ha valore legale nelle decisioni dell'associazione. Dato che cerchiamo di fare le cose bene, per quanto è "burocraticamente possibile" a dei volontari senza competenze di legge, mi pare normale che cerchiamo di assicurare l'identità effettiva dei nostri membri. Serve anche per rendere più difficili eventuali truffe.

Potrei sbagliare, ma non credo che tessere di partito o iscrizioni ad associazioni analoghe di volontariato o attivismo vengano attribuite senza chiedere similmente i dati anagrafici. Insomma, a me pare molto nella norma.

Abbiamo discusso comunque anche di questa possibilità, ma anche questo non ci ha convinti moltissimo… per il fatto banale che, a parte tutti i ragionamenti legali di sopra, vale soprattutto quello che diceva un nostro membro che si occupa d'informatica: non ha molto senso essere reticenti al riguardo, perché se un hacker vuole rubare i dati di qualcuno, per rivenderli ai cinesi o Elon Musk o chicchessia, non ha mica bisogno di passare per l'API! :P
jorvam ha scritto: ven, 10 gen 2025 23:15 Questo è il mio parere al riguardo, spero di non fare affermazioni errate.
Ogni ipotesi è ancora aperta, niente paura. :mrgreen:
Graffiacane
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di Graffiacane »

È senz'altro vero che la reticenza a indicare i propri dati personali potrebbe essere un ostacolo, ma credo che ciò valga solo per pochi potenziali iscritti, visto che Google, Amazon e compagnie telefoniche varie (ma l'elenco potrebbe essere molto piú esteso) hanno ormai messo le mani sui nostri dati personali e non mi pare che l'italiano medio se ne dia pena.
Ritengo che il vero problema sia la quota d'iscrizione; non per la somma in sé, ma perché non poche persone potrebbero pensare: «Ecco, altra gente che chiede soldi…».
Da escludere (o quantomeno presente in percentuali minime), secondo me, il rischio d'essere tacciati di simpatie fasciste.
Avatara utente
G. M.
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di G. M. »

Graffiacane ha scritto: dom, 12 gen 2025 17:28 Ritengo che il vero problema sia la quota d'iscrizione; non per la somma in sé, ma perché non poche persone potrebbero pensare: «Ecco, altra gente che chiede soldi…».
Non saprei… anche questo mi pare piuttosto strano. :| Per il nostro desiderio di cura linguistica, per quanto diffuso (in numeri assoluti, non relativi…), fuori dall'API non c'è, al momento, praticamente nessuno che stia provando a fare qualcosa di concreto: quindi non c'è una "duplicazione" di spese per la causa, non siamo «altri» che chiedono dei soldi. Una quota di 5 € l'anno mi sembra nelle disponibilità della grande maggioranza degl'italiani. Già abbassandola così tanto di fatto abbiamo accettato di allontanare molto la possibilità di organizzare eventi dal vivo, incontri e conferenze, che pure secondo me sarebbero stati interessanti e utili per attrarre l'attenzione sulla causa. Mi lascia perplesso che gente che passa tanto tempo a scrivere commenti su Facebook non voglia spendere, per quella stessa cosa che sembra starle tanto a cuore, nemmeno una cifra così piccola. Vediamo che iniziative benefiche varie, organizzate in Rete, raccolgono facilmente cifre consistenti: gl'italiani non sono tutti sotto la soglia di povertà, né tutti avaracci insensibili. Per cui abbassare la quota ancora di più non so se servirebbe: se non sono disposti a spendere nemmeno cinque euri l'anno per una causa buona e trascurata, sarebbero invece disposti a spenderne, chessò, tre? Mi pare che la differenza sia minima: temo che il problema stia da un'altra parte…
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Millermann
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di Millermann »

G. M. ha scritto: mar, 14 gen 2025 10:22Per cui abbassare la quota ancora di più non so se servirebbe: se non sono disposti a spendere nemmeno cinque euri l'anno per una causa buona e trascurata, sarebbero invece disposti a spenderne, chessò, tre?
Bella domanda, questa. :lol:

Ma forse non è difficile trovare la risposta. Un'idea al volo (poi pensi lei, insieme agli altri soci, se vale la pena fare una prova o no): potreste, in occasione dell'anniversario dell'associazione stessa, lanciare una specie di «campagna delle iscrizioni» per il 2025. Fino al 31 gennaio (o, magari, fino alla data in cui ricorre il detto anniversario, se questa è successiva), a chiunque s'iscriverà all'associazione non sarà richiesto alcun versamento obbligatorio per l'anno appena iniziato (ovviamente, si è comunque liberi di offrire una cifra volontaria, come sempre ;)).

In questo modo sarebbe possibile avere almeno un'idea dell'importanza data al (sia pur minimo) esborso economico (che, magari, piú che per l'ammontare in sé, potrebbe scoraggiare qualcuno per la modalità d'esecuzione). Poi, se costoro sono cosí lungimiranti da tirarsi indietro pensando anche all'iscrizione dell'anno prossimo... be', forse è meglio rinunciare a membri di questo tipo. :P
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Avatara utente
G. M.
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di G. M. »

Millermann ha scritto: mar, 14 gen 2025 19:05 Un'idea al volo (poi pensi lei, insieme agli altri soci, se vale la pena fare una prova o no): potreste, in occasione dell'anniversario dell'associazione stessa, lanciare una specie di «campagna delle iscrizioni» per il 2025. Fino al 31 gennaio (o, magari, fino alla data in cui ricorre il detto anniversario, se questa è successiva), a chiunque s'iscriverà all'associazione non sarà richiesto alcun versamento obbligatorio per l'anno appena iniziato (ovviamente, si è comunque liberi di offrire una cifra volontaria, come sempre ;)).
È una bell'idea. La mia riserva a una proposta simile è che sembra penalizzare ingiustamente chi invece si è iscritto pagando la quota altruisticamente: soprattutto se, per qualche motivo ancora non ben chiaro, farlo è in qualche modo "difficoltoso", uno sforzo per chi lo fa.

Sarebbe giusto quindi, secondo me, passare per l'assemblea dei membri e avere un voto favorevole. L'abbassamento della quota da 20 a 5 € è stato una cosa qualitativamente simile e l'abbiamo fatto votare, e addirittura, nel proporlo con un certo imbarazzo, io sarei stato dispostissimo a risarcire chi aveva pagato venti, rendendogli quindici se avesse voluto, chiedendolo privatamente. Nessuno però l'ha richiesto.

Si potrebbe pensare addirittura di avere una cosa simile non una tantum ma fissa: ogni anno chi s'iscrive nelle prime due settimane dell'anno non paga... Ma così naturalmente rischiamo che tanta gente posticipi l'iscrizione all'anno successivo, quando altrimenti si sarebbe iscritta sùbito.

La proposta comunque è interessante e la condivido col Consiglio.
Millermann ha scritto: mar, 14 gen 2025 19:05 [L']esborso economico [...], magari, piú che per l'ammontare in sé, potrebbe scoraggiare qualcuno per la modalità d'esecuzione [...].
So che c'è un'antipatia diffusa per il bonifico bancario, e avrei voluto avere un conto PayPal ufficiale dell'associazione, visto che invece PayPal sembra godere di notevole popolarità. Ma l'anno scorso ho passato una quantità paurosa di tempo a cercare di crearlo, è stato un incubo delirante e non siamo arrivati a niente. (Mentre con la banca aprire un conto ufficiale è stato facilissimo). Quest'anno riproverò, se avrò la forza...
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Millermann
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di Millermann »

G. M. ha scritto: mer, 15 gen 2025 10:45La mia riserva a una proposta simile è che sembra penalizzare ingiustamente chi invece si è iscritto pagando la quota altruisticamente.
Beh, non esageriamo: da che mondo è mondo, sono sempre esistite le promozioni a tempo e le offerte speciali; chi sceglie di pagare una certa cifra sa che potrebbero, in particolari occasioni, esserci delle condizioni piú favorevoli. :P
G. M. ha scritto: mer, 15 gen 2025 10:45[I]o sarei stato dispostissimo a risarcire chi aveva pagato venti, rendendogli quindici se avesse voluto, chiedendolo privatamente.
Anche questa mi sembra un'esagerazione: nessuno dei «già clienti» s'aspetta un rimborso, in caso di diminuzione dei prezzi, cosí come è logico che, in caso d'aumento, a nessuno di loro sarà richiesto d'integrare la differenza. Concedere il rimborso significa riconoscere che la precedente richiesta era esagerata: equivale, quindi, a sminuire il valore della propria offerta. :roll:
G. M. ha scritto: mer, 15 gen 2025 10:45Si potrebbe pensare addirittura di avere una cosa simile non una tantum ma fissa: ogni anno chi s'iscrive nelle prime due settimane dell'anno non paga... Ma così naturalmente rischiamo che tanta gente posticipi l'iscrizione all'anno successivo, quando altrimenti si sarebbe iscritta sùbito.
Infatti: le promozioni dovrebbero essere attese, ma non aspettate: non dev'esserci certezza di quando e con quali modalità ci sarà la prossima offerta; invece, la promozione potrebbe essere un'occasione per ritoccare il prezzo in aumento. Ad esempio, si potrebbe specificare che, al termine del periodo gratuito, la quota sarà di 10 euro, in modo da invogliare gl'indecisi ad affrettarsi, senza restare in attesa di «tempi migliori». ;)
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Neve
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di Neve »

Se mi è permesso, vorrei fare tre osservazioni, forse ingenue ma senza alcuno spirito polemico.
1. L'appello iniziale (Cari compagni di Cruscate ecc.) è in buona parte tutto declinato al genere maschile; se a me, uomo di 67 anni, ciò suona quantomeno obsoleto, posso immaginare come suoni alle orecchie di qualsiasi lettrice, col possibile risultato di non invogliarla ad iscriversi.
2. Ho fatto un giro nel sito dell'associazione. Sebbene gli obiettivi sulla carta siano molteplici, di fatto la maggior attenzione appare rivolta al combattere (o conoscere) il fenomeno dell'Itanglese. A me pare un obiettivo un po' limitativo, per un'associazione che ha a cuore la difesa di una lingua.
3. Il problema più grosso, però, è la competizione, involontaria ma inevitabile, che si viene a creare col sito su cui stiamo ora leggendo e scrivendo, Cruscate. È pur vero che un'associazione e un sito in teoria hanno strutture e finalità diverse; ma di fatto, se io, persona appassionata dei problemi della lingua italiana, desidero conoscere o discutere un certo argomento, lo faccio su questo sito. Per quale motivo dovrei iscrivermi ad un'associazione -quand'anche l'iscrizione fosse gratuita- se questa ai miei occhi appare come un doppione del sito?
Avatara utente
G. M.
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di G. M. »

Millermann ha scritto: mer, 15 gen 2025 15:30 [D]a che mondo è mondo, sono sempre esistite le promozioni a tempo e le offerte speciali; chi sceglie di pagare una certa cifra sa che potrebbero, in particolari occasioni, esserci delle condizioni piú favorevoli. […] Infatti: le promozioni dovrebbero essere attese, ma non aspettate: non dev'esserci certezza di quando e con quali modalità ci sarà la prossima offerta […]
Non sono molto convinto. Tutti codesti sono comportamenti che mi aspetterei da un’impresa commerciale, nel campo degli affari, dove non ci troverei nulla di strano. L’API però è un ente benefico, di volontariato; deve trasmettere un’immagine positiva e consona alla sua essenza. Mi aspetterei quindi più stabilità, affidabilità, costanza. Certo, da un punto di vista puramente formale-utilitaristico si potrà dire che la qualifica di membro viene comprata con la quota e quindi l'API è qualcosa di "commerciale", ma è un modo molto meccanico di vedere l'adesione: si aderisce non per "avere il diritto di voto nell'assemblea" ma per dare il proprio sostegno alla causa dell'italiano. Il diritto che si acquista è qualcosa di concreto e fisico ma marginale relativamente alle motivazioni umane.
Millermann ha scritto: mer, 15 gen 2025 15:30 […] nessuno dei «già clienti» s'aspetta un rimborso, in caso di diminuzione dei prezzi, cosí come è logico che, in caso d'aumento, a nessuno di loro sarà richiesto d'integrare la differenza. Concedere il rimborso significa riconoscere che la precedente richiesta era esagerata: equivale, quindi, a sminuire il valore della propria offerta. […]
L'API non vende un prodotto (di nuovo, evitando un'interpretazione strettamente materialistico-utilitaristica): la possibilità del rimborso era motivata dal voler garantire un trattamento equo a tutti i membri, in ispirito di fratellanza, giustizia e democrazia. Come il nostro stato italiano trasmette (almeno a me) un'immagine sgradevole coi suoi numerosi condoni —che magari sono pure sensati pragmaticamente, eh, sia chiaro—, così io non volevo trasmettere un'immagine di trattamento impari, punitivo/penalizzante proprio verso chi è stato più altruistico.

Comunque, per non essere frainteso: io non ho nulla a priori contro le sue proposte, e se si rivelasse che funzionano e sono gradite al pubblico e agl'iscritti sarei solo contento. :)
Neve ha scritto: mer, 15 gen 2025 22:29 1. L'appello iniziale (Cari compagni di Cruscate ecc.) è in buona parte tutto declinato al genere maschile; se a me, uomo di 67 anni, ciò suona quantomeno obsoleto, posso immaginare come suoni alle orecchie di qualsiasi lettrice, col possibile risultato di non invogliarla ad iscriversi.
Ferdinand Bardamu ha scritto: mer, 15 gen 2025 23:13 Sulla questione del genere grammaticale le risponderà Giulio molto meglio di quanto possa fare io […]
Ringrazio Ferdinand, per la stima sicuramente eccessiva; la sintesi nel suo intervento qui mi pare più che sufficiente. Se Neve vuole discuterne oltre, sono comunque disponibile, e lo invito a intervenire nei filoni appropriati. :) Ormai è una battuta un po' usurata, ma mi vengono sempre in mente i Promessi sposi "trasformati" in coppia omosessuale.
Neve ha scritto: mer, 15 gen 2025 22:29 2. Ho fatto un giro nel sito dell'associazione. Sebbene gli obiettivi sulla carta siano molteplici, di fatto la maggior attenzione appare rivolta al combattere (o conoscere) il fenomeno dell'Itanglese. A me pare un obiettivo un po' limitativo, per un'associazione che ha a cuore la difesa di una lingua.
Un'osservazione giusta. Ne abbiamo discusso varie volte, anche negli ultimi giorni. Le rispondo citando la pagina delle Domande e risposte:
L’API si occupa esclusivamente dell’itanglese?

L'API ambisce a diventare un'associazione grande, ma oggi è nuova e ancora piccola. Per questa piccolezza, al momento può occuparsi solo di poche cose per ragioni strettamente materiali: scarsezza di tempo, volontari e disponibilità finanziarie. L'itanglese è dunque l'oggetto principale del lavoro dell'Associazione per ragioni contingenti, essendo la questione più grande e più urgente che riguarda l'italiano oggi.

Guardando alle possibilità di crescita, tuttavia, l'API si augura e ha intenzione d'occuparsi d'ogni aspetto dell'italiano e dell'ecologia linguistica; e più in generale di tutto l'àmbito della lingua e delle lingue.
Neve ha scritto: mer, 15 gen 2025 22:29 3. Il problema più grosso, però, è la competizione, involontaria ma inevitabile, che si viene a creare col sito su cui stiamo ora leggendo e scrivendo, Cruscate. E' pur vero che un'associazione e un sito in teoria hanno strutture e finalità diverse; ma di fatto, se io, persona appassionata dei problemi della lingua italiana, desidero conoscere o discutere un certo argomento, lo faccio su questo sito. Per quale motivo dovrei iscrivermi ad un'associazione -quand'anche l'iscrizione fosse gratuita- se questa ai miei occhi appare come un doppione del sito?
Mah, mi sembra una critica bizzarra. Da parte dell'API non c'è la minima intenzione di fare competizione a Cruscate (anzi, pubblicizziamo apertamente il fòro) né mi pare che ci sia una competizione involontaria a posteriori. Cruscate è uno spazio pubblico di discussione teorica, in cui si partecipa quali che siano le proprie idee. L'API è un'associazione a cui ci s'iscrive perché si condivide una certa idea e si vuole che quell'idea sia divulgata all'esterno, nel mondo. Cruscate non organizza incontri, non ha pagine nelle reti sociali, non fa proselitismo, non prepara contenuti divulgativi per il pubblico, eccetera. Insomma, non vedo praticamente nessuna sovrapposizione fra il fòro e l'associazione. Semmai un aiuto vicendevole.
Avatara utente
G.B.
Interventi: 925
Iscritto in data: gio, 15 ago 2019 11:13

Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di G.B. »

G. M. ha scritto: mer, 15 gen 2025 23:27
L’API si occupa esclusivamente dell’itanglese?
... L'itanglese è dunque l'oggetto principale del lavoro dell'Associazione per ragioni contingenti, essendo la questione più grande e più urgente che riguarda l'italiano oggi.
Davvero? Domanda provocatoria, ma non troppo. :)
G.B.
Neve
Interventi: 66
Iscritto in data: mar, 26 set 2023 3:42

Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di Neve »

Quanto al problema del rapporto fra Cruscate e API, ho premesso io stesso che un foro e un'associazione hanno evidenti differenze di strutture e finalità. Però io utente del foro Neve, che nutro interesse per questioni legate alla lingua, e che nel foro trovo innumerevoli sollecitazioni, vorrei riceverne altrettante leggendo le finalità e i documenti prodotti dall'associazione, per essere invogliato a iscrivermi. Ma sul sito dell'API trovo solo una messe di documenti relativi all'itanglese e nient'altro.
Mi piacerebbe sapere quante persone fra coloro che scrivono con competenza degli argomenti più disparati su Cruscate sono anche iscritti all'API, visto che di documentazione non correlata all'itanglese non trovo traccia.
Avatara utente
G. M.
Interventi: 2984
Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di G. M. »

G.B. ha scritto: gio, 16 gen 2025 8:07
G. M. ha scritto: mer, 15 gen 2025 23:27
L’API si occupa esclusivamente dell’itanglese?
... L'itanglese è dunque l'oggetto principale del lavoro dell'Associazione per ragioni contingenti, essendo la questione più grande e più urgente che riguarda l'italiano oggi.
Davvero? Domanda provocatoria, ma non troppo. :)
Beh, a me pare proprio di sì 😅; lei che ne pensa?
Neve ha scritto: gio, 16 gen 2025 9:02 Quanto al problema del rapporto fra Cruscate e API, ho premesso io stesso che un foro e un'associazione hanno evidenti differenze di strutture e finalità. Però io utente del foro Neve, che nutro interesse per questioni legate alla lingua, e che nel foro trovo innumerevoli sollecitazioni, vorrei riceverne altrettante leggendo le finalità e i documenti prodotti dall'associazione, per essere invogliato a iscrivermi. Ma sul sito dell'API trovo solo una messe di documenti relativi all'itanglese e nient'altro.
Mi pare che lei si risponda da solo: premette «che un foro e un'associazione hanno evidenti differenze di strutture e finalità», ma poi si aspetta di trovare nell’associazione praticamente la stessa esperienza che trova nel fòro; e non trovandola è deluso. Questo è un fraintendimento.

L’associazione, infatti, non nasce per offrire all’iscritto la stessa esperienza di questo fòro. Si può dire che non nasce proprio per "offrire un'esperienza": poi lo fa o lo farà, naturalmente, ma non è quello l'obbiettivo primario per cui abbiamo fondato l'associazione.

Lei, come la maggioranza dei frequentatori di questo fòro —che è frequentato da un pubblico già piuttosto colto, o se non colto (penso a me stesso) comunque interessato alla discussione tecnica e approfondita—, probabilmente non ha grande bisogno della divulgazione fatta dall'API: ma non si aderisce (solo) per ricevere i contenuti divulgativi per sé, ma soprattutto perché si vuole che arrivino ad altri. Per questo l'associazione è un ente benefico, di volontariato, altruistico.

(Circa la quantità dei materiali, beh, per forza al momento sono scarsi: Cruscate ha compiuto vent'anni, l'API solo uno. Ma, a Dio piacendo, cresceranno).
Neve ha scritto: gio, 16 gen 2025 9:02Mi piacerebbe sapere quante persone fra coloro che scrivono con competenza degli argomenti più disparati su Cruscate sono anche iscritti all'API, visto che di documentazione non correlata all'itanglese non trovo traccia.
Per quanto ne so io (perché ovviamente non c’è obbligo di dichiararlo), i membri dell’API che siano anche iscritti su Cruscate al momento sono almeno tre o quattro (oltre me). Se vorranno, potranno intervenire nel filone e rivelarsi.
Avatara utente
G.B.
Interventi: 925
Iscritto in data: gio, 15 ago 2019 11:13

Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di G.B. »

G. M. ha scritto: gio, 16 gen 2025 14:56
G.B. ha scritto: gio, 16 gen 2025 8:07
G. M. ha scritto: mer, 15 gen 2025 23:27 L'itanglese è dunque l'oggetto principale del lavoro dell'Associazione per ragioni contingenti, essendo la questione più grande e più urgente che riguarda l'italiano oggi.
Davvero? Domanda provocatoria, ma non troppo. :)
Beh, a me pare proprio di sì 😅; lei che ne pensa?
Io, innanzitutto, andrei cauto sulla nozione di «itanglese». Mi pare piuttosto una bandierina polemica che un'entità linguistica ben definita e scientificamente fondata.
In secondo luogo, ci potrebbero essere questioni tanto «grandi» e tanto «urgenti» quanto l'«itanglese» (chiarito che cosa sia e se se ne possa parlare): per esempio, solo per esempio, la regressione del lessico. Ma, anche qui, occorrono studi e non è Cruscate la sede adatta per «fare scienza» (cf. qui). La domanda è: da un'«Associazione per l'italiano», invece, dovremmo aspettarcelo?
G.B.
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G. M.
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di G. M. »

G.B. ha scritto: gio, 16 gen 2025 19:03 Io, innanzitutto, andrei cauto sulla nozione di «itanglese». Mi pare piuttosto una bandierina polemica che un'entità linguistica ben definita e scientificamente fondata.
Caro G.B., qui mi stupisce. Non capisco che cosa intende. In che senso le pare una «bandierina polemica»? L'influenza enorme dell'inglese sull'italiano (non una novità di oggi ma un fenomeno in continua crescita da «decenni» se non più) mi pare un fatto innegabile; nonché —almeno per quanto ne so io— rilevato oggi concordemente dalla totalità dei linguisti professionisti, indipendentemente dal ritenerlo cosa positiva, negativa o non giudicabile.
G.B. ha scritto: gio, 16 gen 2025 19:03In secondo luogo, ci potrebbero essere questioni tanto «grandi» e tanto «urgenti» quanto l'«itanglese» (chiarito che cosa sia e se se ne possa parlare): per esempio, solo per esempio, la regressione del lessico.
Mi pare che tra questo problema e quello dell'anglicizzazione ci sia un'ampia continuità e sovrapponibilità. Il sempre maggior prestigio socioculturale attribuito all'inglese in Italia, e il sempre minor valore riconosciuto all'italiano, non può che contribuire all'impoverimento del lessico italiano.
G.B. ha scritto: gio, 16 gen 2025 19:03 Ma, anche qui, occorrono studi e non è Cruscate la sede adatta per «fare scienza» (cf. qui). La domanda è: da un'«Associazione per l'italiano», invece, dovremmo aspettarcelo?
L'associazione è una realtà appena nata. Come con Neve che nota la scarsezza dei materiali, non bisogna proiettare aspettative irrealistiche e restare delusi dalla piccolezza d'un germoglio rispetto a un albero. Noi speriamo di poter fare tante cose, ma tutto dipenderà dalla fiducia che ci sarà accordata dalle persone. Nelle intenzioni siamo totalmente a favore: il sostegno allo studio scientifico è dichiaratamente nei nostri scopi. Cito il Regolamento dell'API:
L’Associazione promuove e si propone lo studio scientifico dell’italiano, sia considerato come entità a sé stante, nei suoi svariati aspetti anche di dettaglio, sia nel suo rapporto con altre lingue e fenomeni, di qualsiasi natura.
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