Sulla questione del genere grammaticale le risponderà Giulio molto meglio di quanto possa fare io, avendo egli scritto un saggio proprio su questo. Noto solo, di sfuggita, che questo è un problema che qualcuno avverte oggi solo per effetto della visibilità pure eccessiva che gli si è data sui media negli ultimi anni (le raccomandazioni di Alma Sabatini sono state e sono ancora ignote al grande pubblico); che il maschile inclusivo non è sessista, per le ragioni che, se vorrà, le dirà Giulio; e che le soluzioni che sono state proposte sono o antieconomiche («Cari compagni e care compagne» o l’inclusivissimo «Care compagne e cari compagni») oppure assurde e inapplicabili («Carə compagnə», anzi addirittura «Carɜ compagnɜ», col vezzoso scevà plurale). Dell’argomento abbiamo discusso sparsamente in queste stanze. Si cerchi, ad esempio, «maschile inclusivo».Neve ha scritto: mer, 15 gen 2025 22:29L'appello iniziale (Cari compagni di Cruscate ecc.) è in buona parte tutto declinato al genere maschile; se a me, uomo di 67 anni, ciò suona quantomeno obsoleto, posso immaginare come suoni alle orecchie di qualsiasi lettrice, col possibile risultato di non invogliarla ad iscriversi.
«Maschile inclusivo» o «non marcato», non «sovraesteso»
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«Maschile inclusivo» o «non marcato», non «sovraesteso»
Re: «Maschile inclusivo» o «non marcato», non «sovraesteso»
Affermare che il problema del genere grammaticale sia solo legato alla visibilità eccessiva ricevuta dai media mi pare un po' riduttivo (e superficiale). Se è vero che nel parlato il maschile inclusivo è (ancora) largamente preponderante, nella lingua scritta -almeno in alcuni contesti più formali/istituzionali- sta emergendo una maggiore sensibilità che è anche frutto di un mutamento del pensiero a livello sociale. Ribadire certe regole "perché si è sempre fatto così" non aiuta a comprendere né una società, né ciò che una società esprime, lingua inclusa.Ferdinand Bardamu ha scritto: mer, 15 gen 2025 23:13 Sulla questione del genere grammaticale le risponderà Giulio molto meglio di quanto possa fare io, avendo egli scritto un saggio proprio su questo. Noto solo, di sfuggita, che questo è un problema che qualcuno avverte oggi solo per effetto della visibilità pure eccessiva che gli si è data sui media negli ultimi anni…
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Re: «Maschile inclusivo» o «non marcato», non «sovraesteso»
La questione è alimentata principalmente dai media, o da personaggi mediaticamente in vista, perché genera polemiche, ed è indubbio. D’altra parte la superficialità non è nel mio discorso ma nella questione stessa, che è meramente politica e non ha alcun fondamento scientifico.
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