«Yankee»

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G. M.
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«Yankee»

Intervento di G. M. »

Treccani:
Yankeei̯ä′ṅki〉 s. ingl. [di origine incerta: forse nomignolo fondato su un dim. dell’oland. Jan «Giovanni»] (pl. Yankeesi̯ä′ṅki∫〉), usato in ital. al masch. e al femm. – 1. Soprannome che negli Stati Uniti d’America veniva dato dapprima dagli Inglesi agli abitanti della Nuova Inghilterra; poi dai Sudisti ai Nordisti durante la guerra di secessione americana; attualmente agli Statunitensi in generale, con una connotazione ora ironico-scherzosa, ora leggermente spregiativa. Anche con uso di agg., riferito a modi e usanze che si ritengono tipiche degli Stati Uniti. 2. Nel linguaggio marin., particolare tipo di fiocco, detto anche uccellina, che fa parte dell’attrezzatura delle imbarcazioni a vela da diporto e da regata. ◆ Nel codice alfabetico internazionale, è la parola che identifica convenzionalmente la lettera y.
Se ne è già parlato brevemente, riporto qualche intervento:
Incarcato ha scritto:Suggerirei di non tradurre punto yankee : questo vocabolo deve rimanere com'è per mantenere la sua forza. Nessuno userebbe mai la traduzione, dato che è praticamente sempre impiegato per usi enfatici.
Marco1971 ha scritto:Yankee /'janki/ è una di quelle parole, come cowboy /kaw'bOi/ e hobby /'Obbi/, che rientra nella fonotassi italiana e che si può quindi accogliere sia nella veste grafica originaria, sia in grafia italianizzata.
Federico ha scritto:Grafia italianizzata?! :shock: È assurdo!
Non esageriamo...
Valle propone gringo, regolarmente flessibile (gringa, gringhi, gringhe).

Il termine è stato adattato in ispagnolo come yanqui, in portoghese come ianque.

Nei Libri di Google ho trovato un'attestazione di ianche nel 1899 (U. Mioni, Braccioforte. Viaggi ed avventure, vol. II), ma purtroppo l'anteprima non è visibile:

Immagine

Non ho trovato attestazioni di ianchi (ma forse ci saranno, non ho fatto una ricerca approfondita).
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Yankee»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Nella forma ienchi si trova qui e qui.
Daphnókomos
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Re: «Yankee»

Intervento di Daphnókomos »

È stato suggerito un adattamento ianchèo con plurale ianchèi, scrive il Gabrielli nel DLM. Da chi non lo dice, probabilmente dal Panzini.
Avatara utente
G. M.
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Re: «Yankee»

Intervento di G. M. »

Interessante. Proseguendo quella ricerca ho trovato ianchese (janchese) in una traduzione dal francese (l'originale ha l'anglicismo non adattato) e in una dall'inglese (qui l'originale).
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Asimiami
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Re: «Yankee»

Intervento di Asimiami »

¿Si potrebbe adottare la jota, così da suggerirne la semiconsonatica, o c'è qualche ragione per cui si deve evitare?
Avatara utente
G. M.
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Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: «Yankee»

Intervento di G. M. »

Nell'uso italiano odierno, la normalità grafica per /#jV-/ (indicando col cancelletto il confine di parola) è iV-, salvo rare eccezioni, nelle quali comunque mi parrebbe sensato, per uniformità, usare identicamente i (esempio). Dato che una sequenza /#iV-/ è alquanto rara, nella norma attuale mi sembrerebbe più sensato marcare semmai quest'ultima, con la dieresi, come in ïato.

Non sono assolutamente contrario alla j in sé, ma secondo me è bene che la grafia della lingua sia sistematica e prevedibile. Quindi non l'adotterei sistematicamente solo per una singola parola. :wink:
Avatara utente
G. M.
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Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: «Yankee»

Intervento di G. M. »

Daphnókomos ha scritto: mar, 21 gen 2025 11:53 È stato suggerito un adattamento ianchèo con plurale ianchèi, scrive il Gabrielli nel DLM. Da chi non lo dice, probabilmente dal Panzini.
Sono andato in biblioteca per cercare di più, ma non ho trovato molto.

Nell'Appendice di Migliorini del '63 yankee non è messo a lemma, mentre c'è
Ianchèo o ianchese. Adattamenti (rari) di yankee.
Nient'altro.

Nel Dizionario moderno del '69, yankee ha un lemma dedicato, ma non si parla d'adattamenti, né ci sono cenni alla traduzione, s'illustra solo il significato e una possibile origine del termine; non ci sono lemmi con ianc- o janc-. In appendice c'è, appunto, l'Appendice di Migliorini, dove la voce è come suttrascritta.

PS. Un ulteriore adattamento: ianchio (anche col plurale ianchii) in una traduzione dall'inglese (stesso testo di prima). Non so se s'intenda da leggere iànchio o ianchìo: il traduttore usa alcuni plurali in -ii alla latina (principii, edificii, mentre propri, uffici, desideri, ma anche desiderj). Sempre lì, in un altro punto «Yankee witch» è tradotto come «fattucchiera yankio» (?).

Come altre volte, tanti adattamenti validi, nessuno che si sia affermato. E quindi difficile scegliere quale usare...

PPS. Ho trovato delle attestazioni (non metalinguistiche) di iancheo:
  • l'affondamento della corazzata ianchéa Mississipi (33.400 tonnellate) per opera del comandante Enzo Grossi (6 ottobre), il quale aveva già al suo attivo il colpo che ne aveva liquidato un'altra (la Maryland); [...] (Vita italiana, 1942 [anteprima non visibile])
  • Penetrazione ianchèa in India. — In India la Casa Bianca intensificava la sua penetrazione inviando altre truppe al comando d'un dipendente da Washington e nominando un Ambasciatore, Philips, con larghissimi poteri. [...] (G. Puccio, Politica estera, in La vita italiana, anno 31, fasc. 358, gennaio 1943, XXI)
  • Altre aggressioni ianchèe in vista. — In tale stato d'animo si comprendono le dichiarazioni del Contrammiraglio nord-americano Clark Woodword [...] (G. Puccio, Politica estera, in La vita italiana, anno 31, fasc. 359, febbraio 1943, XXI)
Se non il propositore del termine, abbiamo trovato almeno un fautore. :)

Un altro adattamento ancora: ianchee singolare:
  • — Chi lo sa? Il nome è Spagnuolo, e il Don, che egli premette al suo nome, indicherebbe la sua origine spagnuola o Messicana, ma chi può dire, che egli non sia un Ianchee, il quale, per trarre in inganno i suoi nemici, non abbia preso quel nome Spagnuolo? (U. Mioni, Old Huston - Il Cascarillero. Due avventure di viaggio, 1897)
  • Alla facile propaganda Janchee in funzione di morfina risponde dalla Camera Imperiale di Tokio il Ministro Matsuoka [...] (Notiziario settimanale dell'ufficio stampa del P. N. F., anno I, n. 5, lunedì 26 maggio 1941)
Ancora, il semiadattamento yanchè:
  • La sesta figura ci riporta in America. Qui siamo sulla classica pista, i meccanici dal caratteristico copricapo yanchè, impassibili testimoni allineati al margine del terribile virtuosismo di una vera corsa alla morte. (L'auto italiana, anno XXIII, n. 35, 20 dicembre 1942)
domna charola
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Re: «Yankee»

Intervento di domna charola »

Perplessa… è una definizione gergale e dispregiativa, data a un gruppo etnico - o politico in senso lato, all'epoca di nordisti e sudisti - da un altro gruppo etnico rivale. In generale, si collega comunque ai nordamericani, quindi a un luogo e cultura specifici.
Se capita di usarlo oggi, è quasi come una citazione, nessuno di noi darebbe dello "yankee" a un'altra persona. Magari lo userebbe nel dialogo di un romanzo ambientato in quei luoghi e in quell'epoca, ma in quel caso farebbe parte di quegli elementi linguistici sparsi che si introducono per ricreare ambientazione e atmosfere: adattarlo o tradurlo gli fa perdere forza, lo normalizza entro l'insieme di parole italiane della narrazione, mentre in originale arriva addosso come una sferzata, evocando così l'effetto che poteva avere in un luogo e un tempo in cui era volutamente un dispregiativo. Tutto sommato, nel contesto diventa quasi una "licenza poetica".
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Re: «Yankee»

Intervento di Infarinato »

Concordo… tranne che sul fatto che si tratti di un espressione esclusivamente dispregiativa. Può anche essere bonariamente canzonatoria, e come tale viene accettata di buon grado dai diretti interessati.

Se dovessi renderla in italiano, direi —toscanamente— americanaccio, che possiede entrambe le valenze… ;)
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G. M.
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Re: «Yankee»

Intervento di G. M. »

Anch'io mi trovo abbastanza d'accordo, ma non del tutto su questo:
domna charola ha scritto: sab, 01 feb 2025 0:06 Magari lo userebbe nel dialogo di un romanzo ambientato in quei luoghi e in quell'epoca, ma in quel caso farebbe parte di quegli elementi linguistici sparsi che si introducono per ricreare ambientazione e atmosfere: adattarlo o tradurlo gli fa perdere forza, lo normalizza entro l'insieme di parole italiane della narrazione […]
Ho la sensazione che ianchèo, ianchese e simili suonino poco efficaci perché si allontano troppo dalla forma sonora e dall'impressione semantica con cui siamo abituati a percepire il termine: sono troppo nobilitanti, ianchèo sembra addirittura un etnico dell'antichità classica (deinde ianchaei oppidum obsederunt…). Un adattamento più vicino a come percepiamo il termine oggi, quindi ianche, ianchi, ienchi, secondo me invece potrebbe essere abbastanza efficace e non apparire fuori luogo, non più di qualunque altro elemento estero cui diamo un nome nella nostra lingua. Proprio il fatto che siano adattamenti più "bruti", senza terminazioni italiane "vistose" come -eo o -ese, potrebbe farli sentire più vicini al contesto di partenza.

Probabilmente non era così al tempo di queste attestazioni: con la minore conoscenza dell'inglese, yankee magari era letto spontaneamente /jankɛ̍e/. Allora è chiaro che da /jankɛ̍e/ a /jankɛ̍o/ o da /jankɛ̍e/ a /janke̍se/ la distanza si accorcia molto.
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