Non capisco perché in italiano
economia dei lavoretti dovrebbe essere ridicolo, se non lo è né l'equivalente francese (
économie des petits boulots) né quello spagnolo (
economía de pequeños encargos) che significano esattamente la stessa cosa. Per non parlare dell'originale inglese:
gig non è certo un termine tecnico: fra i tanti significati, troviamo anche
serata/concerto (informale) e
lavoretto (gergale), che danno origine all'espressione.
Per quanto riguarda «economia del cottimo», non so fino a che punto convenga tradurre un'espressione gergale con un tecnicismo: noto che in francese esiste una locuzione similare (
économie à la tâche), ma in inglese mi sembra di no (o almeno non l'ho trovata). Anche le alternative proposte da Zoppetti mi sembrano troppo «precise» rispetto all'anglicismo.
Fuori tema
A parte ogni considerazione linguistica, non posso fare a meno di osservare che (almeno per me), riuscire a leggere
gig /ˈgiɡ/ e non /ˈʤiɡ/ è davvero arduo: sarà perché da giovani (o da ragazzi) siamo stati bombardati dalle pubblicità di giocattoli «Gig è bel» (ricordate?), o perché parliamo sempre di
giga. E anche sul DiPI c'è un
Gig (con iniziale maiuscola e con pronuncia dolce), ma non ho capito bene a cosa corrisponda.
Mi chiedo se per piú giovani sia diverso!
