«Buoyancy»

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12xu
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«Buoyancy»

Intervento di 12xu »

Buoyancy nel senso attivo di spinta archimedea è già tradotto da quest'ultima. Ma non vedo traducenti comuni nel senso di tendenza di un corpo a emergere e galleggiare quando spinto in un fluido, tant'è che spesso in inglese si parla di force of buoyancy per distinguere la spinta dalla tendenza.

In francese e spagnolo si usa, adattandola all'italiano, flottabilità, che per qualche ragione a me ignota sembra più usata in chimica che in fisica e ingegneria: ergo, non vorrei fosse un falso amico. Spero che qualche dotto di questo foro possa illustrarne la ragione.

Un traducente banale potrebbe essere *galleggianza, che però non è attestato.
brg
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Re: «Buoyancy»

Intervento di brg »

Si può già tradurre con "galleggiabilità". Meglio usare i vari traducenti specifici a seconda dei vari ambiti.
12xu ha scritto: gio, 15 mag 2025 11:46 […] tant'è che spesso in inglese si parla di force of buoyancy per distinguere la spinta dalla tendenza.
Mi sfugge completamente la differenza.
12xu ha scritto: gio, 15 mag 2025 11:46 In francese e spagnolo si usa, adattandola all'italiano, flottabilità […].
Quello non è un adattamento, ma un rozzo calco. Volendo salvare qualche apparenza di italianità si potrebbe pensare a "fluttuabilità", che però è un termine totalmente superfluo, per cui il pensiero è men che fugace.
12xu ha scritto: gio, 15 mag 2025 11:46 [Flottabilità] sembra più usata in chimica che in fisica e ingegneria: ergo, non vorrei fosse un falso amico.
È solamente che fisici ed ingegneri hanno già termini più precisi e tecnici per esprimere un concetto tanto banale. In tal contesto "flottabilità" è giusto un ignorantismo.
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Carnby
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Re: «Buoyancy»

Intervento di Carnby »

Galleggiabilità sul Marolli (ma ci sono anche altri traducenti più specifici), spinta d’Archimede sul McGraw-Hill.

Ma questa voce si riferisce alla stessa cosa?
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12xu
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Re: «Buoyancy»

Intervento di 12xu »

brg ha scritto: gio, 15 mag 2025 13:29 Mi sfugge completamente la differenza.
Non vi è a livello pratico, ma sa benissimo che vi è una differenza nella usabilità; più o meno la stessa che vi è tra "massa" e "pesantezza", visto che la seconda è usata anche in senso figurato. Lo stesso accade per buoyancy, che è usta anche in alcune poesie di Whitman.
12xu ha scritto: gio, 15 mag 2025 11:46 Quello non è un adattamento, ma un rozzo calco. Volendo salvare qualche apparenza di italianità si potrebbe pensare a "fluttuabilità", che però è un termine totalmente superfluo, per cui il pensiero è men che fugace.
Un rozzo calco che eppure è attestato in giornali tecnici. Il lamento sull'ignoranza della plebe lascia come sempre il tempo che trova: ci si attiene ai fatti. Ovviamente "fluttuabilità" è più adoperato in economia e statistica.
brg
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Re: «Buoyancy»

Intervento di brg »

Carnby ha scritto: gio, 15 mag 2025 13:36 Ma questa voce si riferisce alla stessa cosa?
L'assetto è uno di quei concetti specialistici, in questo caso delle immersioni subacquee, ai quali facevo riferimento nel mio primo intervento. Diciamo che lo scopo dell'assetto è quello di avere una determinata galleggiabilità.
12xu ha scritto: gio, 15 mag 2025 15:08
brg ha scritto: gio, 15 mag 2025 13:29 Mi sfugge completamente la differenza.
Non vi è a livello pratico, ma sa benissimo che vi è una differenza nella usabilità; più o meno la stessa che vi è tra "massa" e "pesantezza", visto che la seconda è usata anche in senso figurato. Lo stesso accade per buoyancy, che è usta anche in alcune poesie di Whitman.
A tal proposito, allora, credo che le possibilità di traduzione non manchino.
Fuori tema
12xu ha scritto: gio, 15 mag 2025 15:08 Il lamento sull'ignoranza della plebe lascia come sempre il tempo che trova: ci si attiene ai fatti.
Nessuno si attiene assolutamente ai fatti, nemmeno i più zeloti, ed ipocriti, tra i descrittivisti. D'altra parte la comunicazione ha primariamente uno scopo pratico ed è quest'obiettivo pratico che detta leggi e prescrizioni.
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Re: «Buoyancy»

Intervento di 12xu »

brg ha scritto: gio, 15 mag 2025 15:50 A tal proposito, allora, credo che le possibilità di traduzione non manchino.
Come tradurrebbe in italiano questo verso?
Leaves of Grass (1860) ha scritto: Me with mole's eyes, unrisen to buoyancy and vision
—unfree
Fuori tema
brg ha scritto: gio, 15 mag 2025 15:50 Nessuno si attiene assolutamente ai fatti, nemmeno i più zeloti, ed ipocriti, tra i descrittivisti. D'altra parte la comunicazione ha primariamente uno scopo pratico ed è quest'obiettivo pratico che detta leggi e prescrizioni.
Bravo, e praticità vuole che si possano codificare idee e concetti nel modo più semplice ed economico possibile, e quindi senza perifrasi. Dunque avere una parola che possa esprimere la tendenza di un corpo a ritornare a galla, da usare fisicamente e figurativamente, sarebbe bello; non trova?
brg
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Re: «Buoyancy»

Intervento di brg »

12xu ha scritto: ven, 16 mag 2025 9:02 Come tradurrebbe in italiano questo verso?
Leaves of Grass (1860) ha scritto: Me with mole's eyes, unrisen to buoyancy and vision
—unfree
Mi pare che "buoyancy" sia la parte meno problematica da tradurre. Partirei da qualcosa come "io con occhi di talpa, inemerso al galleggiare e vedere — illiberato".
Fuori tema
12xu ha scritto: ven, 16 mag 2025 9:02 Bravo, e praticità vuole che si possano codificare idee e concetti nel modo più semplice ed economico possibile, e quindi senza perifrasi. Dunque avere una parola che possa esprimere la tendenza di un corpo a ritornare a galla, da usare fisicamente e figurativamente, sarebbe bello; non trova?
No, non trovo. Secondo quale metrica una perifrasi sarebbe meno semplice od economica di una singola parola purchessia? Meno semplice od economica per chi, poi? Chi interloquisce parlando? Chi interloquisce ascoltando? Chi legge ed interpreta?

E comunque abbiamo già la "galleggiabilità" per quando è opportuno usarla.
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Re: «Buoyancy»

Intervento di 12xu »

brg ha scritto: ven, 16 mag 2025 14:27 "io con occhi di talpa, inemerso al galleggiare e vedere — illiberato".
Ah, vedo che anche lei non si fa problemi a usare la lingua in modo poco convenzionale quando serve. Eppure ricordo grande rimostranza da parte sua quando usai "comunezza", nonostante sia più attestata di ambe "illiberato" e "inemerso" secondo le statistiche di Libri di Google. Vede che la lingua italiana è più flessibile e potente di quanto reputa? L'importante, alla fine, è la chiarezza :lol:

Segnalo comunque le forme antiche gallare e gallante — da cui si potrebbe pensare anche a gallanza per buoyancy; gallante che, peraltro, già significa anche persona lieve e lieta: dunque gallanza già si presterebbe a un uso anche figurato.

Volendo essere più fedeli possibile, si potrebbe tradurre come "io con occhi di talpa, indesorto a gallanza e visione - illibero". Eviterei "illiberato" perché non è unfreed, ma unfree.
Fuori tema
brg ha scritto: ven, 16 mag 2025 14:27 No, non trovo. Secondo quale metrica una perifrasi sarebbe meno semplice od economica di una singola parola purchessia?
Secondo pura efficienza: un maggior numero di parole ti fa perdere il filo, alla lunga, ed è più difficile da rammentare. Alla fine la mente umana deve anche ricordare cose; e più cose aggiungi, più difficile diventa. Al contrario, avere poche regole chiare che si applicano a tutte le parole permette di esprimersi nel modo più efficiente e creativo possibile.
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[FT] «Indesorto»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Fuori tema
12xu ha scritto: sab, 17 mag 2025 12:30 Volendo essere più fedeli possibile, si potrebbe tradurre come "io con occhi di talpa, indesorto a gallanza e visione - illibero".
Indesorto? 🤔
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12xu
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Re: [FT] «Indesorto»

Intervento di 12xu »

Fuori tema
Ferdinand Bardamu ha scritto: sab, 17 mag 2025 14:53 Indesorto? 🤔
È una soluzione ben meno ortodossa rispetto a "inemerso", che mi piace; ma il problema è che unrisen non è unemerged o unsurfaced, così come "sorgere" non è "emergere". La necessità di mantenere il prefisso negativo in unrisen e unfree costringe a trovare l'opposto di "sorto", che purtroppo in italiano non è "insorto". Perciò, per rimanere fedeli non m'è venuto niente di meglio che recuperare "desurgere" dal latino, equivalente a "sorgere", e negarlo con "indesorto". Si potrebbe anche usare "inesorto", se non si equivocasse col verbo "esortare"; o "irrisorto", che però è troppo connotato cristianamente.
brg
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Re: «Buoyancy»

Intervento di brg »

12xu ha scritto: sab, 17 mag 2025 12:30 Ah, vedo che anche lei non si fa problemi a usare la lingua in modo poco convenzionale quando serve. Eppure ricordo grande rimostranza da parte sua quando usai "comunezza", nonostante sia più attestata di ambe "illiberato" e "inemerso" secondo le statistiche di Libri di Google. Vede che la lingua italiana è più flessibile e potente di quanto reputa? L'importante, alla fine, è la chiarezza :lol:
Esattamente: «quando serve». Quando non serve, come nel caso di «comunezza», non esito a farlo notare (a tal proposito la invito a rileggersi quel che scrissi). Qui serve, perché nel registro poetico anche la forma delle parole è importante, a differenza del registro neutro: una buona traduzione di un testo poetico, come quello, deve tenere di conto dell'impressione, delle connotazioni, non solo a livello di singole parole, ma dell'intero periodo e dell'intero componimento, che il testo esercita sul lettore originale, e tentare di riprodurle. Per tentare di riprodurre l'impressione di parole inesistenti nella lingua originale, come "unrise", oppure usate secondo un significato etimologico non comune, come "unfree" che ha un significato storico di "ignobile", poi "servile", bisogna usare termini costruiti secondo la stessa maniera. Tuttavia questa è un'esigenza che nasce dall'unione dell'attività, la traduzione, dell'ambito, la poesia, del testo, la parola originale di riferimento, e non è qualcosa di generalmente necessario, né, tantomeno, è necessario o anche solo consigliabile per un registro neutro e generico. Infatti qui c'è anche l'esigenza, tutta poetica, di mantenere la simmetria, se non l'allitterazione, tra i termini "unrisen" ed "unfree".
Giusto per capirsi: non sto proponendo di usare "illiberato" o "inemerso", se non come occasionalismi dovuti all'ambito particolare della poesia di Whitman, a differenza di com'ella faceva con la sua «comunezza». Anche tenendo conto che la sua «comunezza» era già esprimibile con altre parole più note, più comprensibili, più precise, mentre queste no.
12xu ha scritto: sab, 17 mag 2025 12:30 Volendo essere più fedeli possibile, si potrebbe tradurre come "io con occhi di talpa, indesorto a gallanza e visione - illibero". Eviterei "illiberato" perché non è unfreed, ma unfree.
La mia era una proposta buttata lì, emendabile e migliorabile, ma certamente non così. Tanto per cominciare "buoyancy" è una parola che, seppur tecnica, è tutt'altro che inusuale od arcana in inglese: tradurla con "gallanza" è, senza mezzi termini, un errore. Poi, "indesorto" è tutt'altro che trasparente: anche se, prima di Whitman, le persone ad usare "unrisen" saranno state tre o quattro in totale, il significato in inglese è immediato. Ancora, tradurre "vision" con "visione" non mi convince per niente; io lo interpreto come "vista", l'atto del vedere fisicamente da parte del poeta, cioè "il vedere".
Ho usato il verbo "emergere", invece che "sorgere", per concordanza con il galleggiare. Non mi sento di escludere però un parallelo tra l'uso cristiano di "rise" e questo.
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