Emigrare (essere o avere?)
Moderatore: Cruscanti
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Emigrare (essere o avere?)
Molto spesso siamo assaliti da dubbi su quale ausiliare adoperare quando dobbiamo coniugare il verbo “emigrare” nei tempi composti: sono emigrati o hanno emigrato? I vocabolari (la maggior parte) e la stampa non ci vengono certo in aiuto; una volta leggiamo “La sua famiglia d’origine ha emigrato in Germania”, un’altra “è emigrata in Germania”. Come regolarci? Useremo l’ausiliare avere se non si indica la destinazione: “Hanno emigrato in massa”; l’ausiliare essere quando si specifica il luogo: “Sono emigrati tutti in Germania”.
Re: Emigrare (essere o avere?)
È così che scrivono anche il Treccani (quando non è specificato il luogo dove si emigra), il Sandron e il Devoto-Oli, il De Mauro invece, come sicuramente avrà visto, segnala entrambi gli ausiliari senza specificare.Fausto Raso ha scritto: Useremo l’ausiliare avere se non si indica la destinazione: “Hanno emigrato in massa”; l’ausiliare essere quando si specifica il luogo: “Sono emigrati tutti in Germania”.
Felice chi con ali vigorose
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
___________
Arianna
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Vorrei proprio sapere dove ha trovato questa distinzione (scherzo, conosco almeno un vocabolario dove può averla trovataFausto Raso ha scritto:... Useremo l’ausiliare avere se non si indica la destinazione: “Hanno emigrato in massa”; l’ausiliare essere quando si specifica il luogo: “Sono emigrati tutti in Germania”.

Comunque nonostante il Treccani e il Devoto-Oli (1987), a differenza di quanto afferma lei (e quel vocabolario), indichino l’ausiliare essere come generico (da usare in tutti i casi) e sostituibile coll’ausiliare avere solo nel caso in cui non sia indicata la destinazione, io suggerirei di seguire le indicazioni di totale intercambiabilità dei due ausiliari, date dal GRADIT e dal DISC, indicazioni che hanno anche il conforto d’esempi della nostra tradizione letteraria. Ne riporto uno per l’ausiliare avere usato con la specificazione del luogo:
Tutti gli iloti che hanno emigrato lungo il corso del fiume...
(G. D’Annunzio, dalla novella Mungià della raccolta Novelle della Pescara)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Rimando a un vecchio intervendo di Marco1971 (ho sempre voluto dire questo
)

Nel caso di emigrare l’indicazione di Marco1971 non è corretta.
La maggior parte dei migliori dizionari, che ho riportato nel mio intervento, non raccomandano quanto egli afferma in quel luogo.
Anche il Battaglia non fornisce specificazioni di sorta e riporta l’indicazione generica: «ausiliare essere, raro avere».
Per tutti i dizionari citati l’ausiliare essere si può utilizzare in ogni caso (con o senza specificazione del luogo).
La maggior parte dei migliori dizionari, che ho riportato nel mio intervento, non raccomandano quanto egli afferma in quel luogo.
Anche il Battaglia non fornisce specificazioni di sorta e riporta l’indicazione generica: «ausiliare essere, raro avere».
Per tutti i dizionari citati l’ausiliare essere si può utilizzare in ogni caso (con o senza specificazione del luogo).
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V. M. Illič-Svitič
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Emigrare:
È quindi possibile adoperare (non, plastismicamente, ‘utilizzare’) sempre essere; ma sembra che – oggi – si preferisca avere nell’uso assoluto, e questo io avevo e tuttora ho nell’orecchio.Battaglia: aus. essere; raro avere.
De Agostini: aus. essere o meno com. avere, spec. se non è determinato il luogo di destinazione.
De Felice-Duro: aus. essere, se è specificato il luogo in cui si emigra; avere, se è usato assol.
Devoto-Oli (2004-2005): aus. essere; anche avere quando non è specificato il luogo nel quale si emigra.
DIB (Dizionario di Base della lingua italiana, De Mauro-Moroni): aus. essere o avere, se usato con valore assoluto. [Indicazione, lo ammetto, equivocabile.]
Gabrielli: aus. avere, quando è usato assolutamente, senza specificare cioè il luogo donde e dove si emigra; aus. essere, quando il luogo è specificato.
Garzanti (1987): aus. essere; anche avere se il verbo è usato assol.
Palazzi: aus. avere, se con significato assoluto; essere, se ha una meta.
Tommaseo-Bellini: Essendo neut. e di moto, nel pass., non porta l’Avere. [T.] Egli è emigrato; non Ha.
Zingarelli (11a ed.): aus. essere; avere quando il v. è usato ass.
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Come giustamente ora lei dice, si può adoperare sempre essere.Marco1971 ha scritto: È quindi possibile adoperare (non, plastismicamente, ‘utilizzare’) sempre essere; ma sembra che – oggi – si preferisca avere nell’uso assoluto, e questo io avevo e tuttora ho nell’orecchio.
Non vedo invece da dove evinca che oggi, nell’uso assoluto, si preferisca avere.
Nessuno di quelli che oggi sono comunemente considerati dagli studiosi i vocabolari più autorevoli (GRADIT, DISC, Treccani, Devoto-Oli 2005), parla di questa preferenza (“anche avere…” non significa di preferenza, tutt’altro!).
Riguardo infine al suo appunto stilistico su “utilizzare” esso mi sembra inappropriato, perché nella lingua modello il termine utilizzare è sinonimo di adoperare, e indelicato, perché una tale opinabile osservazione fuori tema sarebbe stata, in modo più gentile, un opportuno oggetto di un messaggio personale.
Se dovessi segnalare tutti i suoi tralignamenti dalla lingua modello dovrei riempire pagine di questo forum, o meglio, non mi basterebbe il tempo per scriverle messaggi personali.

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V. M. Illič-Svitič
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Non solo sono d’accordo con lei ma le dirò di più: sono convinto di non utilizzare appieno la lingua modello e di avere spesso delle costruzioni sintattiche contorte e troppo [poco] elaborate.Marco1971 ha scritto:La lingua modello non è, graziaddio, limitata al suo modo di scrivere.
Nel caso specifico però mi riferivo, con "lingua modello", alle indicazioni di alcuni dei nostri migliori vocabolari (GRADIT, DISC, Treccani) i quali segnalano, mediante le rispettive definizioni, che i due termini sono, in certi significati, praticamente dei sinonimi e utilizzare non è accompagnato da nessuna nota negativa.
Avverto infine nella sua risposta un’acidità fuori luogo. Le ripeto: i suoi suggerimenti stilistici fuori tema sono sempre graditi ma non se vengono adoperati come “clave” per sminuire l’interlocutore. Qualsiasi suo messaggio privato su questo argomento sarà sempre accolto con piacere.

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Rispolvero questo filone perché mi sono imbattuta, correggendo bozze di un testo di geologia, in un problema analogo.
Nel mio caso era "il fronte della catena alpina ha migrato verso la pianura", e per me a orecchio sarebbe stato invece "è migrato".
Fin qui, la risposta mi pare di averla trovata, ma c'è un altro verbo, molto più tecnico, col medesimo problema, sovrascorrere, che indica il movimento di una grossa porzione rocciosa che, durante l'orogenesi, è spinta sopra altre porzioni che le stanno davanti: "il fronte della catena è sovrascorso sulla pianura padana".
Io userei il verbo così, ma nel testo che ho sottomano trovo "ha sovrascorso la pianura padana".
Ovviamente, essendo un termine tecnico, sui dizionari non mi sembra di trovare nulla di convincente.
Voi che ne dite?
Nel mio caso era "il fronte della catena alpina ha migrato verso la pianura", e per me a orecchio sarebbe stato invece "è migrato".
Fin qui, la risposta mi pare di averla trovata, ma c'è un altro verbo, molto più tecnico, col medesimo problema, sovrascorrere, che indica il movimento di una grossa porzione rocciosa che, durante l'orogenesi, è spinta sopra altre porzioni che le stanno davanti: "il fronte della catena è sovrascorso sulla pianura padana".
Io userei il verbo così, ma nel testo che ho sottomano trovo "ha sovrascorso la pianura padana".
Ovviamente, essendo un termine tecnico, sui dizionari non mi sembra di trovare nulla di convincente.
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- Animo Grato
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- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
Secondo me vanno bene entrambe le costruzioni (è sovrascorso sulla pianura padana/ha sovrascorso la pianura padana): anche trascorrere, nel significato originale di "andare attraverso/oltre" ammette la doppia possibilità (v. gli esempi ai numeri 1.a e 2.a della voce sul Treccani).
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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