Pagina 2 di 2

Re: «Ambaradan»

Inviato: dom, 01 dic 2024 12:29
di valerio_vanni
G. M. ha scritto: sab, 30 nov 2024 18:39
✺✺✺ ha scritto: sab, 30 nov 2024 17:59 L'ipotesi onomatopeica di Mainardi (un analogo insomma di patatrac (1863), patapum (1886), patapunfete (1913) […]
Non è quello che intendevo, forse non mi sono spiegato bene. Quelli sono termini nati come onomatopee, che non hanno altri significati. Per questo invece intendevo che, per il valore fonosimbolico del già esistente Amba Aradam, questo potrebbe essere stato successivamente associato al significato di 'confusione, baraonda' anche senza che ci fosse coscienza che tale nome indicava il luogo d'una battaglia.
Potrebbe essere.
Io, per esempio (sono degli anni '70) ricordo di aver sempre sentito questa parola, trovo molto curiosa la classificazione come "novità" del 1994. Però imparo solo in questi giorni della storia di Amba Aradan.
Non ricordo di avere mai fatto riflessioni su questa parola, l'ho presa e l'ho riusata senza chiedermi niente.
Ma sono convinto che se l'avessi fatto l'ipotesi onomatopeica mi sarebbe parsa assolutamente plausibile.

Ricordo invece una mia reinterpretazione della parola "Casamicciola", che il mio nonno usava per indicare il disordine in casa.
La vera storia l'ho saputa pochi anni fa.
Da bambino ero convinto che significasse "casa messa in disordine dai gatti" :-)

Re: «Ambaradan»

Inviato: dom, 01 dic 2024 17:20
di brg
✺✺✺ ha scritto: dom, 01 dic 2024 2:05 [.…] che non tiene conto del dato storico e dell'uso iniziale della parola [...]
A non tener conto del dato storico sono proprio quelli che sostengono, senza alcuna citazione, senza alcuna fonte, senza alcuna giustificazione, che "ambaradan" significhi "confusione".

Prendiamo questa fantasiosa ricostruzione:
una volta ritornati in patria i nostri soldati portano con loro l’immagine di quel caos, e cominciano a utilizzare l’espressione Amba Aradam come sinonimo d’una situazione disordinata, caotica, incomprensibile.
Non ne esiste alcuna traccia, da nessuna parte.

Mentre quest'altra che segue è palesemente falsa.
E in una cultura ancora largamente orale, che sopravvive al fascismo e transita direttamente nel secondo dopoguerra, lo fanno storpiando l’espressione originaria: con una crasi, da due parole ne germina una sola, più musicale; e sempre per ragioni armoniche la m finale si trasforma in n. È nato il termine “ambaradan”, un mezzo scioglilingua, una parola vagamente esotica, un invito a nozze per i motti e le canzonette dell’avanspettacolo di quei tempi.
Le attestazioni di "Ambaradam" e "Ambaradan" sono molto vecchie, alcune pure coeve alla famigerata battaglia*.

Peraltro le attestazioni da lei riportate, tutte molto recenti, faccio notare, non sostengono univocamente il significato di "caos" o "confusione". A parte Dino Meneghin nel 2016 e lo zetino nel 2023, gli altri due parlano evidentemente di accrocchi: il primo ha messo insieme una massa confusa di considerazioni, quando poi un altro tizio ha dimostrato la stessa cosa in due righe, mentre il secondo ha costruito un apparato complesso. Insomma non hanno fatto "confusione", ma hanno fatto un "accrocco", cioè un ammasso indefinito e confuso.

_______
* Di seguito alcuni esempi, oltre a quelli già citati.
Da "Cremona" (1936):
[…] abbiamo preso il monte Ambaradam che era molto pericoloso di prendere […]
"L'Illustrazione Italiana" (1937):
[l]e tre battaglie di Badoglio sul fronte Nord Ambaradam-Scirè-Tembien [...]
"La nobiltà della Stirpe" (1938):
[…] fu trovata piangente una bimbetta di quattro anni: raccolta e confortata, ebbe il nome di Vittoria Ambaradam […]
"Atti della Pontificia Accademia" (1944):
[…] tra via Ambaradam e le Mura [.]

Re: «Ambaradan»

Inviato: dom, 01 dic 2024 20:37
di ✺✺✺ (cancellato)
brg ha scritto: dom, 01 dic 2024 17:20
✺✺✺ ha scritto: dom, 01 dic 2024 2:05 [...] che non tiene conto del dato storico e dell'uso iniziale della parola [...]
A non tener conto del dato storico sono proprio quelli che sostengono, senza alcuna citazione, senza alcuna fonte, senza alcuna giustificazione, che "ambaradan" significhi "confusione".
Le fonti ci sono, poi volerle ignorare a favore solo di quelle utili per la propria tesi è un altro discorso... Quelli giusti direbbero cherry picking. Ma di citazioni in cui ambaradan significa confusione se ne possono produrre a iosa, anche recenti. E ho citato esempi recenti proprio perché qui due utenti sostenevano di non averlo mai sentito usare per confusione, contro ogni evidenza.
Se non bastano Meneghin e l'utente che scriveva l'anno scorso, si possono citare:
- Dagospia, 2009: «Vi ricordate i guai di Berlusconi, escort comprese? È successo un ambaradan fino a far traballare un governo» https://www.dagospia.com/rubrica-4/busi ... o-8550.htm
- Paola Alessia Lampugnani, Età multiple, Genova University Press, 2024: «se pensiamo quel sacerdote che ha portato i ragazzini in piscina, è successo un ambaradan» https://gup.unige.it/sites/gup.unige.it ... _ebook.pdf
- recensione sul brano Ambaradan di Nyco Ferrari: «Per liberarsi dalle paure e accettare l’ambaradan che ognuno si porta dentro» https://diffusionimusicali.org/2022/03/ ... o-ferrari/
- ForumPA: «Per l’ambaradan che aveva scatenato è passata stranamente sotto silenzio l’approvazione in Parlamento dell’emendamento proposto dal Ministro Brunetta per la modifica della legge 104/92»
- utente in un foro di pallacanestro (a quanto pare i cestisti lo sanno usare correttamente): «No no... è successo un ambaradan con la risposta... parlavo del Dalla... era per Ale tranqui...» https://basket.forumfree.it/?t=6501378&st=45
- utente di altro foro: «ho già fatto il mio errore di comprare 2 pompe di concorrenza ed è successo un ambaradan» https://assistenza.freeforumzone.com/mo ... sione.aspx
Prendiamo questa fantasiosa ricostruzione:
una volta ritornati in patria i nostri soldati portano con loro l’immagine di quel caos, e cominciano a utilizzare l’espressione Amba Aradam come sinonimo d’una situazione disordinata, caotica, incomprensibile.
Non ne esiste alcuna traccia, da nessuna parte.
Su questo concorda Paolo D'Achille, e ne scriverò nel prossimo messaggio, perché il suo articolo merita maggiore attenzione.

Re: «Ambaradan»

Inviato: dom, 01 dic 2024 21:14
di ✺✺✺ (cancellato)
Paolo D'Achille ha dedicato un articolo sul tema in una rivista della Società Editrice Romana:
Paolo D'Achille, Ambaradan: un deonimico?, RIOn – Rivista Italiana di Onomastica, XX (2014), 1, 142-151

https://www.academia.edu/29492963/DAchi ... o=download

Estraggo ampi stralci:
In un recente articolo intitolato Lessicalizzazioni e transonimie dei toponimi teatri di battaglia, l’amico Enzo Caffarelli inserisce tra questi toponimi ambaradan ‘grande confusione, gran pasticcio’, derivato da «Amba Aradam, massiccio montuoso del Tigrè in Etiopia, dove nel febbraio 1936 si combatté una battaglia piena di attacchi e contrattacchi tra l’esercito italiano comandato da Pietro Badoglio e le forze etiopi del ras Mulugeta Yeggazu» (CAFFARELLI 2014: 19).

Come rileva lo studioso, il termine, “stranamente”, non è compreso nel Deonomasticon Italicum (DI) di Wolfgang Schweickard. La non inclusione della voce nel DI può essere stata intenzionale, per una mancata accettazione della proposta etimologica, ma, a mio parere, si spiega più probabilmente con la tardività della prima registrazione lessicografica, che, salvo errore, è quella della ristampa del 1994 della 12ª ed. dello Zingarelli, a cui hanno poi fatto seguito quelle del GRADIT (1999), del suppl. I (2004) del GDLI e del Devoto/Oli (a partire dall’edizione 2003-2004). [...]

Anch’io, in un contributo scritto insieme a Claudio Giovanardi sui derivati da nomi propri nel romanesco e nella varietà regionale romana (D’ACHILLE / GIOVANARDI 2006: 161 n. 4), ho inserito ambaradan tra i deonimici, non escludendone l’origine romana, forse favorita dal toponimo: a Roma via dell’Amba Aradam, compresa tra piazzale Metronio e piazza San Giovanni in Laterano, è molto trafficata data la sua centralità e la presenza (al n. 9) dell’Ospedale San Giovanni.

L’ipotesi di un’origine deonimica non sarebbe ostacolata né dalla semantica, né dalle modifiche fonetiche (l’elisione con conseguente univerbazione e la sostituzione della originaria -m con -n sono infatti conformi all’italiano) e neppure dal mutamento di genere, anch’esso avvenuto secondo le “regole” dell’italiano (cfr. THORNTON 2009): infatti amba è in italiano femminile, mentre ambaradan è usato prevalentemente al maschile, come rivela la locuzione tutto l’ambaradan citata opportunamente nel GRADIT per documentare l’altro valore della voce, quello di ‘attività particolarmente complessa’, che CAFFARELLI 2014 ritiene giustamente «ormai lontano da qualsiasi ricordo bellico».

Confesso però che ora non sono più così convinto della derivazione. Lo studio di Caffarelli citato in apertura documenta infatti che le lessicalizzazioni dei nomi di teatri di battaglie sono avvenute quasi sempre a pochi anni di distanza dagli eventi; in questo caso, invece, il GRADIT offre una generica datazione al sec. XX (e così il Devoto/Oli; il GDLI riporta un esempio del 2004), che la chiavetta USB annessa al vol. VII (2007) sostituisce con 1994, lo stesso anno indicato nello Zingarelli, che fa riferimento alla prima registrazione lessicografica da parte di questo stesso dizionario.

Siamo dunque molto distanti dal 1936. Spicca, certo, l’assenza del termine nei repertori di neologismi, che peraltro può essere variamente interpretata: come terminus post quem specie nel caso del Dizionario moderno di Alfredo Panzini e dell’Appendice
di Bruno Migliorini (1942); come mancata percezione della “novità” della parola (e quindi indizio di un già avvenuto acclimatamento) almeno nei dizionari degli ultimi vent’anni.

È vero, comunque, che le datazioni fornite dai dizionari sono spesso suscettibili di retrodatazioni anche considerevoli: esemplare, al riguardo, il caso di caporetto, che il GRADIT e il DI datano tardivamente al 1959 e al 1950, ma che – come risulta appunto dallo studio di Caffarelli – il corpus DiaCORIS documenta, lessicalizzato, già nel 1918. Dunque, anche per ambaradan non è esclusa la possibilità di reperire qualche attestazione anteriore al 1994 che consenta di colmare il gap cronologico rispetto al 1936 dell’evento e dunque di confermare la derivazione dal toponimo.

In realtà, però, né il citato DiaCORIS, né altri corpora disponibili, parlati (come il LIP) o scritti – come il PTLLIN di Tullio De Mauro e il database della biblioteca dello sport del CONI, che consente ricerche lessicali in quotidiani sportivi dal 1928 al 1973 –, offrono esempi di Amba Aradam, ambaradam o ambaradan nel senso di ‘confusione’ o di ‘cosa complicata’ e le ridotte occorrenze (3 con -n e 6 con -m) nel corpus del quotidiano «la Repubblica» (1985-2000)7 si datano tutte tra il 1997 e il 2000.
Anche quattro delle prime cinque attestazioni che si estraggono dall’archivio storico del «Corriere della Sera» sono comprese tra il 1994 (la più antica, in cui la voce è virgolettata) e il 1998. Ce n’è però una precedente all’interno di un articolo firmato da Matteo Persivale che risale al 27 marzo 1993 [...]
Tornando dunque al problema dell’origine della voce, vediamo se la documentazione disponibile in rete e recuperabile grazie a Google Libri non offra anche in questa occasione qualche dato su cui riflettere. [...]

Anzitutto, l’ipotesi di una derivazione dall’odonimo romano mi sembra ora sicuramente da scartare, visto che i testi sono prevalentemente di autori settentrionali (nati tra Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna) o comunque attivi al Nord; prende invece
consistenza l’ipotesi di una voce di matrice regionale, settentrionale in generale e specificamente del Nord-Ovest
.
I significati di ‘confusione’ e/o di ‘affare complicato’ (‘casino’ verrebbe da parafrasare) sono quelli prevalenti; il primo si colora a volte di connotazioni sessuali [...] nel più antico di questi esempi, tratto dalla nota rubrica di costume della milanesissima Camilla Cederna, ambaradan sostituisce ambarabà all’interno della famosa conta; [...]

A questo punto, sulla base dei dati raccolti e in attesa di nuove auspicabili trouvailles, mi sentirei di sostenere che la voce ambaradan sia nata nell’Italia settentrionale, nordoccidentale in particolare, in epoca imprecisata, come variante di ambarabà all’interno della conta (e appunto come tale è documentato nel 1974 e nel 1982). È probabile che da qui parta il significato di ‘organizzazione complessa’, che comunemente è considerato come un’ulteriore accezione (data la sua maggiore lontananza semantica dal toponimo), ma che forse costituisce invece il valore originario e che in ogni caso è, al momento, il primo attestato, nell’esempio di Busi del 1985, nove
anni in anticipo rispetto alla registrazione dello Zingarelli. Se si parte dalla filastrocca, del resto, il trapasso semantico non è difficile da giustificare, il mutamento di genere appare più facilmente spiegabile e anche la frequente collocazione dopo tutto (che compare anch’esso nell’esempio appena citato) si può motivare come implicito riferimento al resto della filastrocca. Non escluderei però che la suggestione della memoria del toponimo abissino – che tra l’altro, come risulta dall’esempio 17, era almeno occasionalmente usato in giochi infantili – abbia avuto un peso in questo passaggio; di certo lo ha avuto per quello che considererei l’ulteriore sviluppo del valore di ‘confusione’, forse “rinforzato”, a Roma, dalla coincidenza con l’odonimo di una via trafficatissima.

Per questo secondo slittamento semantico non mi pare da scartare neppure l’ipotesi di un influsso di baraonda, voce che presenta al suo interno la stessa sequenza fonetica bara (oltre tutto anche qui spesso preceduta dalla a dell’articolo).

Se le cose stessero così, ambaradan non costituirebbe un vero deonimico – e comunque si tratterebbe di un deonimico da un teatro di battaglia nato non per via culta, ma nel parlato comune – ma non potrebbe neppure essere considerato un esempio di “toponomastica
allusiva”
(RANDACCIO 2006) o di “reinterpretazione paretimologica” in direzione onomastica di una sequenza che potremmo definire onomatopeica o comunque puramente fonetica, da catalogare tra le “Sirene degli etimologi» indicate da SCHWEICKARD (2008). Potremmo piuttosto chiamare in causa anche noi (come Eco) Gianfranco Contini e applicare qui la sua nozione di “cortocircuito”: forse la sostituzione di ambarabà con ambaradan nella filastrocca non è stata determinate per quello che, a mio parere, rappresenta il primo sviluppo semantico (‘organizzazione complessa’) della voce, ma di certo l’esistenza del toponimo abissino ha prodotto l’ulteriore passaggio a ‘confusione’, chiudendo così il cerchio e legittimando... tutto l’ambaradan!

Re: «Ambaradan»

Inviato: lun, 02 dic 2024 23:14
di brg
✺✺✺ ha scritto: dom, 01 dic 2024 20:37
brg ha scritto: dom, 01 dic 2024 17:20
✺✺✺ ha scritto: dom, 01 dic 2024 2:05 [...] che non tiene conto del dato storico e dell'uso iniziale della parola [...]
A non tener conto del dato storico sono proprio quelli che sostengono, senza alcuna citazione, senza alcuna fonte, senza alcuna giustificazione, che "ambaradan" significhi "confusione".
Le fonti ci sono, poi volerle ignorare a favore solo di quelle utili per la propria tesi è un altro discorso... Quelli giusti direbbero cherry picking.
Sono tutte favorevoli alla mia tesi, visto che sostengo che questa storia della "confusione" è nata ora e che il significato storico è un altro. D'altra parte eravamo partiti dal seguente scambio di battute. Sottolineature mie.
✺✺✺ ha scritto: dom, 01 dic 2024 2:05
G. M. ha scritto: sab, 30 nov 2024 18:39Non è quello che intendevo, forse non mi sono spiegato bene. Quelli sono termini nati come onomatopee, che non hanno altri significati. Per questo invece intendevo che, per il valore fonosimbolico del già esistente Amba Aradam, questo potrebbe essere stato successivamente associato al significato di 'confusione, baraonda' anche senza che ci fosse coscienza che tale nome indicava il luogo d'una battaglia.
Sì, avevo inteso, e ribadisco che la ritengo poco sostenibile, per il semplice fatto che c'è un motivo storico per cui ambaradan, da Amba Aradam, ha preso a voler significare una situazione molto caotica, una gran confusione (e successivamente, estensivamente, una organizzazione particolarmente complessa). Ed è che diverse tribù etiopi, durante la decina di giorni di battaglia, passarono da uno all'altro fronte, impunemente, vendendosi al miglior offerente. A ciò si aggiunga l'uso infame dell'iprite e di altri armi chimiche.
Di quanto sottolineato non c'è traccia nell'uso storico di "ambaradan". Così che...
✺✺✺ ha scritto: dom, 01 dic 2024 20:37 Ma di citazioni in cui ambaradan significa confusione se ne possono produrre a iosa, anche recenti.
Non "anche recenti", ma "esclusivamente recenti".

Ricapitolo il punto di vista da me già espresso, ma evidentemente non compreso.

La storia che "ambaradan" sia una storpiatura, sopraggiunta nella cultura orale, del ricordo della battaglia di "Amba Aradam", rimasto impresso per la situazione caotica e confusionaria, con tutte le infiorettature moralistiche e pedagogiche, è, appunto, di fronte al dato storico e linguistico una storia e basta.

Intanto per incominciare il termine fu univerbato sin da subito, con una nasale ballerina in fondo, come è da aspettarsi in italiano.

Poi i lessicografi lo scoprirono (pare) nel 1994. Ora, che successe ad "ambaradan" nel 1994 a parte la voce nello Zingarelli? Semplice, che venne aperta una famosa discoteca a Sanremo chiamata "Ambaradan" e che il d.j. Marco Galli così chiamava la sua squadra, che conduceva il programma di punta di Radio 105. Se qualcuno mi pesca una citazione del 2000, o dopo, nella quale "ambaradan" indica "confusione", con tutte le strologazioni dei linguisti e gli usi discotecari settentrionali a partire dagli anni '90, be', avrò ragione a dire che significano ben poco dal punto di vista storico, quindi etimologico, del termine? Sarà più probabile che l'emergenza, negli anni 2000 e 2010, del termine "ambaradan" nel senso di "confusione" derivi da una battaglia del '36 o dall'uso discotecaro degli anni '90 e dagli articoloni di giornale coevi dei linguisti, che cercavano di razionalizzare quel poco che conoscevano, cioè una battaglia ed il figlioletto ribelle che andava a far mattino in discoteca?

D'altra parte le attestazioni più vecchie, non quelle che mi scelgo io, ma le più vecchie che si trovano, di "ambaradan" in senso traslato indicano l'altro significato. Oltre alla citazione di Cuore del '90, ci sono K del luglio 1993 ("chiedendogli il prezzo di tutto l'ambaradan") e The Games Machine del maggio 1994 ("Ecco un'altra locazione che vi farà disperare. Tutto questo ambaradan serve a far scattare un meccanismo..."). Dopo quella data diventano comuni, assieme a "tutto l'ambaradan", le citazioni riguardanti la discoteca sanremese e, poi, Radio 105.

Esistono altre citazioni il cui significato però è tutt'altro che chiaro, come la storpiatura di "ambarabà", che Umberto Eco attribuiva ad una direttiva del 1938 del Min.cul.pop. Quell'articolo compare anche nel "Secondo diario minimo" di Eco del 1992. O come una citazione da Game Power del gennaio 1993 ("al rag. Bianchi via Vatussi N. 73 Tucamba Cabala il Colle 007 in provincia di Ambaradan."). Queste le avevo ignorate per scelta.

Detto questo, ho una personale teoria sull'origine e sull'uso originale, ma essendo morte le persone che potevano conoscerlo, ho difficoltà a verificarla, solo qualche vago ricordo.

Re: «Ambaradan»

Inviato: mar, 03 dic 2024 0:23
di ✺✺✺ (cancellato)
brg ha scritto: lun, 02 dic 2024 23:14Sono tutte favorevoli alla mia tesi, visto che sostengo che questa storia della "confusione" è nata ora e che il significato storico è un altro.
Veramente la tesi iniziale era che:
non hanno sbagliato solo a valutare l'etimo, ma pure il significato. Io conosco il termine almeno dagli anni '90 e l'ho sempre sentito usare per indicare un ammasso indefinito e confuso, di oggetti o di persone.
E questo nonostante bastasse usare Google per accertarsi che la propria percezione e il proprio giudizio sui linguisti erano evidentemente errati.
Di quanto sottolineato non c'è traccia nell'uso storico di "ambaradan"
Al momento no, e ciononostante va ricordato, con D'Achille che «anche per ambaradan non è esclusa la possibilità di reperire qualche attestazione anteriore al 1994 che consenta di colmare il gap cronologico rispetto al 1936 dell’evento e dunque di confermare la derivazione dal toponimo», come avvenne per caporetto retrodatata di ben 41 anni, cercando meglio.
✺✺✺ ha scritto: dom, 01 dic 2024 20:37Ma di citazioni in cui ambaradan significa confusione se ne possono produrre a iosa, anche recenti.
Non "anche recenti", ma "esclusivamente recenti".
Già, ed era ciò che veniva negato (rispondevo a quella critica): vedasi la prima citazione di questa risposta.
La storia che "ambaradan" sia una storpiatura, sopraggiunta nella cultura orale, del ricordo della battaglia di "Amba Aradam", rimasto impresso per la situazione caotica e confusionaria, con tutte le infiorettature moralistiche e pedagogiche, è, appunto, di fronte al dato storico e linguistico una storia e basta.
Il dato linguistico attuale è che non si ha idea di quale sia l'origine. Dunque non si può né negare né confermare. Si possono solo fare ipotesi, basandosi su una sola attestazione in luogo di ambarabà.
Poi i lessicografi lo scoprirono (pare) nel 1994. Ora, che successe ad "ambaradan" nel 1994 a parte la voce nello Zingarelli? Semplice, che venne aperta una famosa discoteca a Sanremo chiamata "Ambaradan"
Stando a questa pagina la discoteca ha preso quel nome a dicembre del 1994. Lo Zingarelli del 1994 presumo sia stato stampato ben prima! https://www.setlist.fm/venue/boccaccio- ... 2c6ee.html
Se qualcuno mi pesca una citazione del 2000, o dopo, nella quale "ambaradan" indica "confusione", con tutte le strologazioni dei linguisti e gli usi discotecari settentrionali a partire dagli anni '90, be', avrò ragione a dire che significano ben poco dal punto di vista storico, quindi etimologico, del termine?
No, affatto. Perché gli usi precedenti agli anni Novanta attestati, riportati nell'articolo sono pochissimi (3) e per giunta non uniformi nel significato: anzi l'attestazione più datata fu per sommergibile (1945), ma dubito qualcuno qui si arrischi a dire che ambaradan nasce per definire un sommergibile e da esso si è poi passati ad ammasso informe di cose o persone (1985 e 1987). Eppure al momento il dato storico è questo: il primo significato è stato sommergibile.

Per cui anche la successiva ironia:
Sarà più probabile che l'emergenza, negli anni 2000 e 2010, del termine "ambaradan" nel senso di "confusione" derivi da una battaglia del '36 o dall'uso discotecaro degli anni '90 e dagli articoloni di giornale coevi dei linguisti, che cercavano di razionalizzare quel poco che conoscevano, cioè una battaglia ed il figlioletto ribelle che andava a far mattino in discoteca?
lascia il tempo che trova.
Esistono altre citazioni il cui significato però è tutt'altro che chiaro, come la storpiatura di "ambarabà", che Umberto Eco attribuiva ad una direttiva del 1938 del Min.cul.pop. Quell'articolo compare anche nel "Secondo diario minimo" di Eco del 1992.
Ne parla anche D'Achille, è una delle parti che ho tagliato nel citare l'articolo, perché obiettivamente irrilevante per le sue considerazioni finali sull'associazione alla filastrocca.
Detto questo, ho una personale teoria sull'origine e sull'uso originale, ma essendo morte le persone che potevano conoscerlo, ho difficoltà a verificarla, solo qualche vago ricordo.
Del resto non sarebbe molto utile avere come base documentale la memoria altrui. Però magari si troverà altro in futuro.

Re: «Ambaradan»

Inviato: mar, 03 dic 2024 23:38
di brg
✺✺✺ ha scritto: mar, 03 dic 2024 0:23
brg ha scritto: lun, 02 dic 2024 23:14Sono tutte favorevoli alla mia tesi, visto che sostengo che questa storia della "confusione" è nata ora e che il significato storico è un altro.
Veramente la tesi iniziale era che:
non hanno sbagliato solo a valutare l'etimo, ma pure il significato. Io conosco il termine almeno dagli anni '90 e l'ho sempre sentito usare per indicare un ammasso indefinito e confuso, di oggetti o di persone.
E questo nonostante bastasse usare Google per accertarsi che la propria percezione e il proprio giudizio sui linguisti erano evidentemente errati.
Appunto: "ammasso indefinito e confuso di oggetti o di persone", per il quale esistono attestazioni inequivocabili negli anni '80 e nei primi anni '90 e che, alla fine della fiera, è risultato essere il più probabile significato originale ed il più diffuso dell'espressione.

Ora l'articolo del D'Achille da lei citato è criticabile sotto molteplici punti di vista e contiene gli stessi errori generici, già commessi da coloro che hanno visto in "ambaradan" un'eco della battaglia con il significato di baraonda.

Un errore minore, ma significativo, è attribuire al 1985 la citazione di Busi utilizzando l'edizione del 1995: Busi ha rimaneggiato, anche ampiamente, il suo libro a più riprese e bisognerebbe trovare l'edizione originale per essere certi di ciò. E dico questo essendo consapevole che la frase di Busi ("che lei si presentasse al lavoro con bimba e tutto l’ambaradan") indica inequivocabilmente il significato di "ammasso indefinito ecc.".

Ma gli errori principali sono storici e interpretativi. La citazione più antica in filastrocca del termine non è della Cederna nel 1974, anche ignorando l'affermazione di Eco. Allo Shakidu Club di Roma andò in scena uno spettacolo intitolato "Ambaradà cicì cocò" nel 1973. Questo contrasta con le teorie settentrionali del D'Achille, nonché con la supposta evoluzione fonetica.

Tuttavia ciò non spiega per niente, ed infatti il D'Achille non lo fa, ma lo suggerisce e basta, come si possa giungere all'idea di "organizzazione complessa". Ciò non spiega come mai, se il termine deriva dalla filastrocca fascistizzata, non esista un equivalente per il ben più noto e diffuso e usato "ambarabà", né per una qualunque altra filastrocca dello stesso tipo, ma solo per una variante oscurissima.

Infatti il D'Achille si ingegna di far rientrare nelle citazioni da lui trovate il significato di riserva, cioè "organizzazione complessa", una volta notato che il significato, per così dire, ufficiale non sta in piedi, quello cioè di "confusione o baraonda". Tuttavia l'errore è ritenere che quella definizione data dai suoi colleghi sia giusta, almeno in parte, piuttosto che sia in toto errata e che il significato da infilare in quelle frasi è prevalentemente un altro.

Prendo in esame quelle più vecchie, o supposte tali, dall'articolo di D'Achille in cui "ambaradan" abbia un chiaro valore semantico.
Busi (1985?) ha scritto:Ma sin dai primi mesi di quella quasi convivenza, la madre di Angelo aveva trovato sconveniente che lei si presentasse al lavoro con bimba e tutto l’ambaradan per cambiarla e, sospirando sulle giovani sposine che non sanno far niente, nemmeno farsi sposare, si era offerta di tenergliela lei
Qui mi pare evidente che il significato di un ammasso o complesso di cose è il significato di gran lunga più adatto. Mi vien da dire che non c'entra niente l'organizzazione, semmai la disorganizzazione.
Cerini (1987) ha scritto:Però non si fa incantare, spesso concluso l’ambaradan le fionda via senza neanche offrirgli la ronfata in comune... ecco, ecco, vuol dire che della donna vuole il nettare senza moine accessorie, è un genere di macio che mi piace da godio
Manco qui l'idea di organizzazione c'entra nulla. Faccio notare che pure quella di confusione, o anche di baraonda, è poco adatta. Tuttavia se si considera un "ammasso di cose", nel senso di poco traslato di un ammasso di azioni, un "complesso" di qualcosa, troviamo un collegamento semantico con le altre citazioni.

Qui ci sarebbero poi tutte le varie citazioni da Cuore, Z, The Games Machine, che usano la combinazione con "tutto" ed il significato di un ammasso di cose o persone, nonché l'Ambaradan di Marco Galli, che è un gruppo di persone, ma non una organizzazione complessa, piuttosto un'accozzaglia confusa di personaggi eterogenei e sopra le righe. La citazione discotecara del D'Achille si riferisce appunto a loro.
V. Rossi(1994) ha scritto:E poi c’è un liquore di sorbe. Una marmellata di zucca. Un dolce ambaradam. Cose che fanno da contrappeso dolce a tutta la tripperia di maiale, che verso est conosce l’intrusione degli stracotti d’asina, e dappertutto, il correttivo della polleria
Questo non lo capisco molto, ma non è né una confusione, né una organizzazione. Potrebbe essere "un dolce intruglio", che è affine ad accozzaglia di elementi o qualcosa del genere.
Giangrande (1994?) ha scritto:ILVA. LA GRANDE TRUFFA. TARANTO, IN CHE MANI SIAMO MESSI. A QUALI MAGISTRATI CREDERE?
Tutto l’ambaradan per avere i soldi dallo Stato e i magistrati a fare la figura delle comparse
Qui il significato è analogo a quello della Cerini: gli elementi dell'ammasso sono azioni e operazioni.
Pennac(Melaouah) (1995) ha scritto:«’Nti preoccupare professore, le lo farò io il tuo, ho già messo in moto tutto l’ambaradan...»
Mi pare lo stesso significato del precedente.
Deaglio (1995) ha scritto:Però non se ne fece niente. Anche perché in fin dei conti Berlusconi aveva stravinto e se noi avessimo montato su un ambaradam sulla x e il cross screen ci saremmo resi ridicoli
Qui l'uso mi pare diverso e inedito. Certamente però non indica una "organizzazione complessa", forse qualcosa di confusionario, ma non proprio "confusione" e basta.
Della Mea (1995) ha scritto:– Comunque, non mi beccano, non da vivo e da morto non mi frega – dice Vento. – Io – dice Mammut – prendo il mio Coppi e parto e finché la va la va e quando non la va più faccio bum col Ford e tutto l’ambaradam. Amen, morta lì
Un complesso di cose, senza dubbi.

A questo punto temporale le attestazioni di "tutto l'ambaradan", che si possono trovare in tutte le salse, in tutte le pubblicazioni, sono talmente numerose che non vale nemmeno la pena di mettersi a citarle tutte. D'alta parte a questo punto il vocabolo è già stato ampiamente notato al di fuori del suo ambito gergale o dialettale originario.

Rimane un punto che mi preme affrontare prima di chiudere questo già lungo intervento. È il punto del genere grammaticale di "ambaradan". Il D'Achille dice che è una naturale conseguenza del riferimento alla filastrocca: "tutto l'ambaradan" sarebbe "l'ambaradan ciccì coccò e tutto il resto". Sinceramente lo studioso non mi convince molto nemmeno su questo punto. Poiché si tratta di una filastrocca, o canzoncina o storiella, mi aspetterei perlomeno di trovare qualche attestazione di "tutta l'ambaradan", ma non è così. Esiste solamente la forma maschile. Un'altra incongruenza a mio avviso nella tesi di quell'articolo.

La mia idea è che l'ambaradan sia maschile, perché originariamente riferito al monte, ovvero all'altopiano. Ma ho già parlato abbastanza sull'argomento.

Re: «Ambaradan»

Inviato: mer, 04 dic 2024 11:04
di Ferdinand Bardamu
Alcune considerazioni sparse.
  • È molto difficile individuale un centro di irradiazione unico e inequivocabile. L’ovvia identità coll’odonimo romano non è cosí ovvia.
  • D’altra parte, non se ne potrebbe ricavare con certezza la derivazione né dal nome della via né dall’oronimo etiope e dall’omonima battaglia, per via dalla chiara suggestione fonosimbolica della parola.
  • Baraonda, ambarabà, badabam sono tre parole in cui si mostra l’elemento fonosimbolico e onomatopeico costituito dalla sequenza di /b/ e /d/, /r/ accompagnata dall’assonanza.
  • La somiglianza con ambarabà (ciccí coccò) dovrebbe invece far propendere per un’origine piú semplice. Soprattutto se si consideri l’ampiezza e, anzi, direi, la vaghezza del significato, che può andare da ‹confusione› a ‹ammasso indistinto di cose›, ‹insieme di operazioni› a, addirittura, ‹cosa, oggetto non meglio specificato› (si cerchi su Google a tal riguardo «prendere l’ambaradan» e varianti).
  • L’influsso di Amba Aradam, se pure c’è stato (e non si può escludere), è a mio parere marginale. Perché sia determinante, bisognerebbe valutare quanta eco e quanto peso abbia avuto l’omonima battaglia sull’opinione pubblica, soprattutto tra il popolo. Ribadisco però che, a mio parere, il significante è talmente pregno di suggestioni foniche che il significato viene quasi da sé, e sarebbe cosí anche se sull’altopiano dell'Amba Aradam si fosse firmata la pace tra Italia ed Etiopia.

Re: «Ambaradan»

Inviato: mer, 04 dic 2024 11:41
di ✺✺✺ (cancellato)
brg ha scritto: mar, 03 dic 2024 23:38Appunto: "ammasso indefinito e confuso di oggetti o di persone", per il quale esistono attestazioni inequivocabili negli anni '80 e nei primi anni '90 e che, alla fine della fiera, è risultato essere il più probabile significato originale ed il più diffuso dell'espressione.
Se già sul significato originale non ci sono prove, come dimostra la prima occorrenza che ritoccò il nome di un sommergibile, tanto meno sul suo essere il più diffuso ci sono evidenze, specie ora.
brg ha scritto: mar, 03 dic 2024 23:38Un errore minore, ma significativo, è attribuire al 1985 la citazione di Busi utilizzando l'edizione del 1995: Busi ha rimaneggiato, anche ampiamente, il suo libro a più riprese e bisognerebbe trovare l'edizione originale per essere certi di ciò. E dico questo essendo consapevole che la frase di Busi ("che lei si presentasse al lavoro con bimba e tutto l’ambaradan") indica inequivocabilmente il significato di "ammasso indefinito ecc.".
Di questi rimaneggiamenti che evidenze ci sono? Ad ogni modo Busi è vivo e gli si potrebbe persino chiedere.
brg ha scritto: mar, 03 dic 2024 23:38Ma gli errori principali sono storici e interpretativi. La citazione più antica in filastrocca del termine non è della Cederna nel 1974, anche ignorando l'affermazione di Eco. Allo Shakidu Club di Roma andò in scena uno spettacolo intitolato "Ambaradà cicì cocò" nel 1973. Questo contrasta con le teorie settentrionali del D'Achille, nonché con la supposta evoluzione fonetica.
Non può essere un errore, se D'Achille cita per filo e per segno le sue fonti e scrive chiaramente di non aver consultato l'archivio dell'Unità, ma solo quello di altri 2 (se non ricordo male) giornali italiani.
brg ha scritto: mar, 03 dic 2024 23:38Tuttavia ciò non spiega per niente, ed infatti il D'Achille non lo fa, ma lo suggerisce e basta, come si possa giungere all'idea di "organizzazione complessa".
Non mi sembra che per ora si sia data una giustificazione sensata del perché vorrebbe dire "ammasso di persone o cose". A meno di ritenere una strada niente affatto più trafficata di tantissime altre (sia allora sia ora), nel centro di Roma, simbolo del traffico cittadino.
brg ha scritto: mar, 03 dic 2024 23:38Ciò non spiega come mai, se il termine deriva dalla filastrocca fascistizzata, non esista un equivalente per il ben più noto e diffuso e usato "ambarabà", né per una qualunque altra filastrocca dello stesso tipo, ma solo per una variante oscurissima.
Su questo concordo: la derivazione dalla filastrocca non mi convince affatto.
brg ha scritto: mar, 03 dic 2024 23:38una volta notato che il significato, per così dire, ufficiale non sta in piedi, quello cioè di "confusione o baraonda".
Dove avrebbe notato ciò?
brg ha scritto: mar, 03 dic 2024 23:38A questo punto temporale le attestazioni di "tutto l'ambaradan", che si possono trovare in tutte le salse, in tutte le pubblicazioni, sono talmente numerose che non vale nemmeno la pena di mettersi a citarle tutte.
E che si possono sposare perfettamente con il significato di confusione: "Dopo tutto l'ambaradan che hai combinato" tanto per fare un esempio.
brg ha scritto: mar, 03 dic 2024 23:38La mia idea è che l'ambaradan sia maschile, perché originariamente riferito al monte, ovvero all'altopiano. Ma ho già parlato abbastanza sull'argomento.
E anche su questo concordo. Ho consultato l'archivio dell'Osservatore della domenica (non essendo consultabile sul sito quello dell'Osservatore Romano, che però si può richiedere in formato digitale, sperando D'Achille o chi per lui ci provi) e purtroppo non ha occorrenze per ambaradan, ambaradam o ambaradà, pur avendone ovviamente molte post conflitto per Amba Aradam.
Idem l'archivio della Stampa (che non mi pare fosse stato consultato da D'Achille: ricordo solo Corriere e Repubblica), e c'è solo un'occorrenza piuttosto precedente alla prima individuata da D'Achille, ma è il nomignolo attribuito ad una persona: ambaradan per l'appunto.

Re: «Ambaradan»

Inviato: ven, 06 dic 2024 14:04
di brg
Fuori tema
"Evidenze" è un orripilante calco dall'inglese, che non ha alcun significato compiuto in italiano ed è fuorviante nel suo uso. C'è un filone a proposito.
✺✺✺ ha scritto: mer, 04 dic 2024 11:41 Se già sul significato originale non ci sono prove, come dimostra la prima occorrenza che ritoccò il nome di un sommergibile, tanto meno sul suo essere il più diffuso ci sono evidenze, specie ora.
Le prime occorrenze sono ben precedenti al sommergibile "Ambaradam" (1945) e le ho già riportate. Inoltre non vedo che c'entri il nome proprio con l'eventuale significato traslato della parola: già sappiamo che Ambaradam è il nome di un monte, dove si è svolta la battaglia.
Fuori tema
✺✺✺ ha scritto: mer, 04 dic 2024 11:41 Di questi rimaneggiamenti che evidenze ci sono? Ad ogni modo Busi è vivo e gli si potrebbe persino chiedere.
Ne parla Marco Cavalli nel suo saggio critico su Busi: "Busi in corpo 11". Peraltro c'è un'enorme differenza di pagine tra le varie edizioni.
✺✺✺ ha scritto: mer, 04 dic 2024 11:41 Non può essere un errore, se D'Achille cita per filo e per segno le sue fonti e scrive chiaramente di non aver consultato l'archivio dell'Unità, ma solo quello di altri 2 (se non ricordo male) giornali italiani.
Si pecca in pensieri, parole, opere ed omissioni. Il D'Achille trae delle conclusioni dalla settentrionalità delle prime fonti e dal fatto che la prima fonte sia una filastrocca, ma non tiene conto del fatto che le sue fonti potrebbero essere, ed effettivamente sono, molto parziali.
✺✺✺ ha scritto: mer, 04 dic 2024 11:41 […] c'è solo un'occorrenza piuttosto precedente alla prima individuata da D'Achille, ma è il nomignolo attribuito ad una persona: ambaradan per l'appunto.
Suppongo che sia il Bartolomeo Anselma, da me già menzionato, così chiamato perché aveva combattuto nella battaglia di "Ambaradan".
✺✺✺ ha scritto: mer, 04 dic 2024 11:41 E che si possono sposare perfettamente con il significato di confusione: "Dopo tutto l'ambaradan che hai combinato" tanto per fare un esempio.
Gli esempi sono questi, fino al 1998 quando il termine compare anche nello Zingarelli, così che ciascuno possa farsi una sua idea.
Busi (1985?) ha scritto:Ma sin dai primi mesi di quella quasi convivenza, la madre di Angelo aveva trovato sconveniente che lei si presentasse al lavoro con bimba e tutto l’ambaradan per cambiarla e, sospirando sulle giovani sposine che non sanno far niente, nemmeno farsi sposare, si era offerta di tenergliela lei
Cerini (1987) ha scritto:Però non si fa incantare, spesso concluso l’ambaradan le fionda via senza neanche offrirgli la ronfata in comune… ecco, ecco, vuol dire che della donna vuole il nettare senza moine accessorie, è un genere di macio che mi piace da godio
Gino&Michele (1990) ha scritto: […] per i ciàr sègn de difficoltàa e de imbambulament de tutt el noster ambaradan politegh.
D. Antonelli (1993) ha scritto: […] ha sventolato un assegno sotto al naso di Tapie chiedendogli il prezzo di tutto l'ambaradan.
A. Simula (1994) ha scritto: Ecco un'altra locazione che vi farà disperare. Tutto questo ambaradan serve a far scattare un meccanismo situato nel grande albero, ma dato che si tratta di una caldaia (quindi bisogna mandarla in pressione), dovrete accenderla.
Gino&Michele (1994) ha scritto: Pronti, io mi presentavo e gli sistemavo tutto l'ambaradan delle salsicce e delle costine.
V. Rossi(1994) ha scritto:E poi c’è un liquore di sorbe. Una marmellata di zucca. Un dolce ambaradam. Cose che fanno da contrappeso dolce a tutta la tripperia di maiale, che verso est conosce l’intrusione degli stracotti d’asina, e dappertutto, il correttivo della polleria
Giangrande (1994?) ha scritto:ILVA. LA GRANDE TRUFFA. TARANTO, IN CHE MANI SIAMO MESSI. A QUALI MAGISTRATI CREDERE?
Tutto l’ambaradan per avere i soldi dallo Stato e i magistrati a fare la figura delle comparse
P. Rossi (1995) ha scritto:Alla fine, nel Circo, è lo stesso tendone ad essere un atto politico. Ad essere - in un momento nel quale la gente fa fatica a mettersi insieme - dimostrazione di vitalità, un «mabaradan» terribile che gira per l'Italia.
Pennac(Melaouah) (1995) ha scritto:«’Nti preoccupare professore, le lo farò io il tuo, ho già messo in moto tutto l’ambaradan…»
Deaglio (1995) ha scritto:Però non se ne fece niente. Anche perché in fin dei conti Berlusconi aveva stravinto e se noi avessimo montato su un ambaradam sulla x e il cross screen ci saremmo resi ridicoli
Della Mea (1995) ha scritto:– Comunque, non mi beccano, non da vivo e da morto non mi frega – dice Vento. – Io – dice Mammut – prendo il mio Coppi e parto e finché la va la va e quando non la va più faccio bum col Ford e tutto l’ambaradam. Amen, morta lì
L. Fassina (1995) ha scritto:A completare l'«ambaradan» ci si mettono innumerevoli e poco pazienti mostri erranti…
G. Spinato (1995) ha scritto:[…] sfindando i proprietari a toccarmi l'ambaradan che sparpagliavo sulle sedie.
P. Fossati (1995) ha scritto:Anche perché, ricorda ancora il magistrato, «tutto quello che ho detto in aula è stato registrato. Questo ambaradan non ha quindi senso».
Benni (1996) ha scritto:Ci noleggiamo un bel costume Dominator se le piace pestare, o un bel costume Esclave se le piace prenderle, abbiamo delle macchine legatrici, impacchettatrici, degli ambaradan da godimento che uno esce fuori come se fosse passato in una mietitrebbia
redazione di K (1996) ha scritto:…E come in ogni fiera che si rispetti dedicata al mondo dei computer non poteva mancare l'ormai onnipresente ambaradan virtuale[.]
M. Nichini (1996) ha scritto:Tutto questo ambaradan va però impiegato con parsimonia, in quanto il numero delle munizioni è limitato e alcune di esse sono molto rare da trovare.
F. Facchini (1996) ha scritto:E in tutto questo ambaradan geografico, proprio l'egiziano mette lì il pallone buono per il veneziano Poggi[.]
M. P. Cavallazzi (1996) ha scritto:Così tra un girotondo e un biscottino Maria Amelia Moni dice ben poche battute, ma molto significative:«[…] - dice la protagonista - Le cose non è detto che durino per sempre e sempre di nuovo, bisogna trovare il coraggio di avviare un altro ambaradan…».
Segnocinema (1997) ha scritto:Chiunque scriva o legga "Segnocinema" sa che il momento di flussi e ipertesti è vicino, che il Personal Media è alle porte e, con esso, il Personal Cinema e tutto l'ambaradan digital-virtual-interattivo…
inviato della Stampa (1997) ha scritto:Sbarca adesso dal motoscafo che attracca e sballotta un po', mentre lì nella piazza i cori salgono, le bandiere salutano e comincia il solito ambaradan nella ressa che si forma.
Costa (1998) ha scritto:E Montezuma vorrebbe rispondere ma non ha più nemmeno il fiato per respirare e allora Cortés affonda il suo colpo magistrale: “Ueh, Montes, senti, perché non ce la facciamo fuori io e te, che ti vedo in forma? Senti, c’hai in mente quella piramide a gradoni che c’è qua vicino? Facciamo che quello di noi che arriva primo in cima si vince tutta Tenoch… Tecnocity, tutto l’ambaradàn?”
Ferrante (1998) ha scritto: Ovvio, non potevo credere, come lei voleva, che questo tipo muscolare […], o laggiù, appoggiato a un’alzata in finto marmo, questo signore calvo […] circondato da tre o quattro ragazze colorate […], che tutta questa fichizia, questo ambaradan, insomma, fosse soltanto un gioco
A tal proposito voglio portare all'attenzione il termine "guazzabuglio" nelle sue svariate accezioni secondo il GDLI.
GDLI a proposito di guazzabuglio ha scritto: Insieme di elementi o di oggetti (o anche di parole, di suoni, ecc.) mesco­lati insieme alla rinfusa; congerie, accozzaglia. - In partic. : intruglio composto di sostanze eterogenee […] Situazione di estremo disordine o di disor­ganizzazione […] Intrigo, imbroglio. […] Opera o attività mal riuscita; pasticcio […] Ant. Scherz. Congiungimento carnale. […]
Si noterà che nelle citazioni da me riportate, che non hanno pretesa di completezza, ma sono tutte quelle che si possono ragionevolmente trovare, "guazzabuglio" è intercambiabile con "ambaradan" nella gran maggioranza dei casi e, negli altri, si può pensare più ad un uso bislacco, che ad una accezione particolare del termine.

Re: «Ambaradan»

Inviato: ven, 06 dic 2024 14:31
di ✺✺✺ (cancellato)
Fuori tema
brg ha scritto: ven, 06 dic 2024 14:04 "Evidenze" è un orripilante calco dall'inglese, che non ha alcun significato compiuto in italiano ed è fuorviante nel suo uso.
Bisognerà avvisare De Mauro che è orripilante per qualcuno, allora:
4. TS filos. fatto che mostra con certezza qcs., prova
O il Battaglia:
Testimonianza, prova
Etc…
brg ha scritto: ven, 06 dic 2024 14:04Le prime occorrenze sono ben precedenti al sommergibile "Ambaradam" (1945) e le ho già riportate.
Ossia quali? Considerando che la battaglia è del '36 e il sommergibile di 9 anni dopo quel ben fa un po' sorridere.
brg ha scritto: ven, 06 dic 2024 14:04Inoltre non vedo che c'entri il nome proprio con l'eventuale significato traslato della parola: già sappiamo che Ambaradam è il nome di un monte, dove si è svolta la battaglia.
C'entra perché è la prima occorrenza trovata da D'Achille con quella grafia: ambaradan.
Fuori tema
brg ha scritto: ven, 06 dic 2024 14:04Ne parla Marco Cavalli nel suo saggio critico su Busi…
Non resta che chi sostiene sia stata modificata quella frase consulti la prima edizione in biblioteca.
brg ha scritto: mer, 04 dic 2024 11:41Si pecca in pensieri, parole, opere ed omissioni.
Proprio per ciò:
brg ha scritto: mer, 04 dic 2024 11:41Gli esempi sono questi, fino al 1998 quando il termine compare anche nello Zingarelli…
Nello Zingarelli compare nel 1994, come ricordato da D'Achille. Venti citazioni sono quindi inutili. Delle restanti quattro, due si sposano perfettamente con "affare complesso", una delle due accezioni ricordate da D'Achille.

Re: «Ambaradan»

Inviato: dom, 08 dic 2024 20:53
di brg
Vediamo se riusciamo a stare in tema e senza dire sciocchezze per più di due battute.
✺✺✺ ha scritto: ven, 06 dic 2024 14:31
brg ha scritto: ven, 06 dic 2024 14:04Inoltre non vedo che c'entri il nome proprio con l'eventuale significato traslato della parola: già sappiamo che Ambaradam è il nome di un monte, dove si è svolta la battaglia.
C'entra perché è la prima occorrenza trovata da D'Achille con quella grafia: ambaradan.
Falso. Il testo usa "Ambaradam", con la maiuscola e la emme, e D'Achille lo riporta correttamente, cioè con la maiuscola e con la emme. Abbiamo già testimonianza di tale grafia perlomeno dal 1936, senza bisogno di tirar in ballo un sommergibile, che, peraltro, altre fonti indicano con il nome di Amba Aradam o Aradam e basta.
✺✺✺ ha scritto: ven, 06 dic 2024 14:31 […] due si sposano perfettamente con "affare complesso", una delle due accezioni ricordate da D'Achille.
Non "ricordata", ma inventata di sana pianta a pagina sette di un articolo di otto e mezzo, perché le altre, quelle di dizionario "confusione" e "organizzazione complicata" non funzionavano.

Bastava leggersi l'articolo o questo filone per sapere queste cose.

Re: «Ambaradan»

Inviato: sab, 14 dic 2024 19:01
di brg
Il dizionario di francese Sansoni, consultabile sul sito del Corriere, alla voce "saint-frusquin" riporta:
(colloq) cianfrusaglie f.pl., ambaradan […]
Le due parole hanno ovviamente significato proprio e, soprattutto, origini diverse, ma le accomuna un certo modo d'uso. Anche il "saint-frusquin" francese è spesso accompagnato dall'aggettivo tutto (et tout le saint-frusquin).
Mi pare plausibile che il termine "ambaradan" abbia seguito un'evoluzione dell'uso simile a quella di "baracca" o "baccellaio" o, appunto, "saint-frusquin".