«Nation-building»

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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Ma nation-building non è un tecnicismo, bensì una semplice locuzione che si può rendere agevolmente con costruzione nazionale come detto all'inizio, o eventualmente con altre locuzioni che chi scrive vorrà magari usare per variatio.
Nation-building is not a phrase but a compound word. ;)
Freelancer ha scritto:Riguardo poi al seguire questa chimera della brevità proponendo composti, greci o no, che a volte - posso dirlo? - rasentano l'assurdità, sperando così vanamente di rimandare al mittente tutti i forestierismi che arrivano e che vengono usati, magari a sproposito, ho già detto la mia più volte e non voglio ripetermi.
Purtroppo non è chimera ma palpabilissima realtà…
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Freelancer ha scritto:Ma nation-building non è un tecnicismo, bensì una semplice locuzione che si può rendere agevolmente con costruzione nazionale come detto all'inizio, o eventualmente con altre locuzioni che chi scrive vorrà magari usare per variatio.
Tengo a precisare che la mia era una risposta nel merito all’intervento di Carnby, intervento che mi era completamente sfuggito e nel quale Carnby si scusava quasi della [presunta] «provincialità» del suo *creanazione.

Replicavo, allora, che, se la paura era quella d’apparir troppo informali, bastava ricorrere al greco per ottenere un qualcosa di sicuramente acconcio a un contesto diafasicamente alto… senza contare che la scusa del «tecnicismo» (non importa se di tecnicismo si trattasse davvero nella lingua di partenza) è una di quelle piú spesso accampate in favore della presunta intraducibilità di certi forestierismi. ;)

Tutto qui. Nella fattispecie, costruzione nazionale mi soddisfa appieno.
Freelancer ha scritto:Riguardo poi al seguire questa chimera della brevità proponendo composti, greci o no, che a volte - posso dirlo? - rasentano l'assurdità, sperando così vanamente di rimandare al mittente tutti i forestierismi che arrivano e che vengono usati, magari a sproposito, ho già detto la mia più volte e non voglio ripetermi.
Sono d’accordo sull’ingenuità d’un siffatto approccio, soprattutto se il ricorso al grecismo è indiscriminato. L’abbiamo detto piú volte: l’«approccio» dev’essere elastico, e la soluzione piú acconcia (calco, adattamento, neoformazione, etc.) dev’essere valutata caso per caso.

Sull’assurdità, però, dipende —appunto— dal caso specifico: le assicuro che etnopoiesi non ha nulla di assurdo e, al contrario del pur bellissimo [per me] dittiologia (di cui s’è discusso ampiamente altrove), è assolutamente trasparente [per il pubblico cólto cui si rivolgerebbe, ovviamente].
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