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Inviato: sab, 01 dic 2012 2:04
di Marco1971
Sarebbe un arcaismo:

“O graziosa giovane, che ne’ miei affanni tanto aiuto vi ingegnate di porgermi, se vi piace, siami manifesto chi voi siete, però che a me conoscere mi vi pare, ma la lunga fatica m’ha sì stordito, che il vero conoscimento non è con meco”. (Boccaccio, Filocolo)

...di che, considerando chi io sono e quanto nuovo sono, ché posso dire che nessuno ne sia più nuovo di me in su la terra, in questa gabbia intrai, e a voi mi rappresento, e mi vi dono per lo più nuovo uccello che tra’ cristiani si possa trovare... (Sacchetti, Trecentonovelle)

Se voi me n’avessi parlato a Parigi, io saprei che consigliarvi; ma ora non so io che mi vi dire. (Machiavelli, Mandragola)

Non ho controllato tutto, ma non ho visto esempi di mi vi con vi = a voi posteriori al Cinquecento.

Inviato: sab, 01 dic 2012 2:09
di Luca86
Grazie ancora! :)

Inviato: sab, 01 dic 2012 2:13
di Marco1971
Priego! :)

Inviato: dom, 31 mar 2013 0:11
di Zabob
Mi sembra corretto dire "ci se ne", così come si dice "ci si"; allo stesso modo, mi sembrerebbe corretto dire "mi ce ne", così come si dice "mi ci" ecc.

Segnalo tuttavia questo appunto del Gabrielli (corsivi nell'originale, sottolineature mie):
Davanti a se ne sorge a volte qualche incertezza nell'uso di queste particelle; si deve dire, p. es., mi se ne o me se ne, gli se ne o glie se ne, ecc.? «È chiaro» afferma giustamente l'UGOLINI «che anche in questo caso il comportamento della vocale deve essere quello della serie precedente. Come, di contro a mi (mi fa, mi scrisse), si ha, ad esempio, me lo (me lo fa, me lo scrisse), così bisognerà dire e scrivere regolarmente me se ne, te se ne, ve se ne (con tutti e tre gli e alla finale: me se ne andò, te se ne è scritto, ve se ne trovano)». Altri esempi: «Glie se ne comprano tutti i giorni di libri», «Non ce se ne ricorda mai», «Me se ne rompe uno al giorno», e sim.
Lo stesso può dirsi per ce ne; diremo perciò me ce ne, te ce ne, ve ce ne, glie ce ne: «Me ce ne mette troppo», «Te ce ne vuole un altro», «Non ve ce ne fate mettere», «Glie ce ne misi due», e sim.
Si riscontra qualche eccezione a questa regola nell'uso popolare toscano, dove ricorrono le forme mi ce ne, gli se ne, ecc.: «Per ogni maglia ripresa gli se ne strappava due» (FUCINI). Ma son forme da non seguire.

Inviato: dom, 31 mar 2013 0:22
di Marco1971
Il Gabrielli, qui, rasenta la follia... :?

Inviato: dom, 31 mar 2013 0:38
di Zabob
E con lui l'Ugolini?

A orecchio, gliene si (data anche la tendenza a fondere glie+ne) mi pare meno sconsigliabile di ce ne si. Lei che dice?
Cercando su Google libri, ho trovato questa frase in una traduzione di un libro di Philip K. Dick (trad. di Gianni Pannofino):
Ma è impossibile trasformare un essere umano in androide se quest'essere umano infrange le leggi ogniqualvolta gliene si presenti l'occasione.
Gli(e) se ne, al mio orecchio, sarebbe suonato più cacofonico.

P.S. Esempio manzoniano: «Ed ora, a vedere l'effetto di quella paura in un animo come quello del lor padrone, chi più, chi manco, non ve ne fu uno che non gli se ne appiccasse, almeno per qualche tempo.»

Inviato: dom, 31 mar 2013 3:56
di Marco1971
Forse l’Ugolini era condizionato dai dialetti...

Non ho l’energia per riflettere a quest’ora, ma, come diceva il buon Nencioni, queste sequele di clitici vanno evitate; c’è sempre un modo elegante per aggirare queste forzature.

Buona Pasqua a tutti! :)

Inviato: dom, 31 mar 2013 14:18
di SinoItaliano
È corretto dire: "non ce la si fa"?

Buona Pasqua a tutti. :)

Inviato: dom, 31 mar 2013 14:28
di Carnby
SinoItaliano ha scritto:È corretto dire: "non ce la si fa"?
'Un ci si fa. :)
Buona Pasqua anche da parte mia. :D

Inviato: lun, 01 apr 2013 8:48
di SinoItaliano
Gniaa faccio. :D (< gnie la faccio < 'n je la faccio < nun je la faccio)

Ovviamente mi riferivo alla forma impersonale di farcela, nel senso di "riuscirci".

Inviato: lun, 01 apr 2013 13:06
di Animo Grato
SinoItaliano ha scritto:È corretto dire: "non ce la si fa"?
Direi proprio di sì.

Inviato: dom, 08 dic 2013 15:09
di Scilens
Animo Grato ha scritto:
SinoItaliano ha scritto:È corretto dire: "non ce la si fa"?
Direi proprio di sì.
Allora le costruzioni toscane non c'entrano poi tanto con l'italiano, che va per conto suo.

Inviato: dom, 08 dic 2013 16:27
di Infarinato
Animo Grato ha scritto:
SinoItaliano ha scritto:È corretto dire: "non ce la si fa"?
Direi proprio di sì.
In bell’italiano [tradizionale/toscano], no: solo non ci si fa.

Inviato: ven, 13 dic 2013 14:13
di Animo Grato
Buono a sapersi! Anche se non sono sicuro di aver capito bene: io davo per buona l'espressione "farcela, nel senso di riuscirci", come suggerita da SinoItaliano. È questa ad essere intrinsecamente scorretta (o almeno poco commendevole), o è indebita la coniugazione "non ce la si fa" da un di per sé corretto farcela?

Inviato: ven, 13 dic 2013 16:24
di Infarinato
No, il «procomplementare» farcela è [ormai] ammissibile —direi— in quasi tutt’i registri.

È non ce la si fa che tradisce l’uso di quel tipo di costruzione [di origine settentrionale] che, sola, si può realmente definire «si impersonale» (ché la è clitico accusativo [ancorché desemantizzato], e quindi il si non può essere «passivo»), e che è estranea all’uso toscano e [quindi] alla nostra tradizione letteraria.

Sull’annosa questione rimando tutti all’ottimo articolo di Giampaolo Salvi citato qui.