Nell'uso generale concordo colla risposta d'Infarinato. Nelle ambientazioni fantastiche, quasi sempre di matrice anglosassone, questi termini che hanno un valore generico nel linguaggio comune (e parimenti, credo, nel folclore originale) vengono però spesso “tecnicizzati” per indicare tipi d’esseri fantastici specifici e distinti, e in tal caso è solitamente necessaria una pari specificità nella traduzione.
C’è naturalmente la possibilità dell’adattamento "bruto", del tipo
oggob(
e)
lino o
obbegob(
e)
lino, oppure si può pensare a qualcosa di più originale a seconda del contesto e delle sfumature, cercando magari qualche corrispondenza con esseri simili del folclore italiano (di cui io non so praticamente nulla, quindi non so dare consigli

). Mancando oggi un corrispondente italiano preciso, c’è un certo spazio per la creatività.
Un confronto con le lingue sorelle per dare uno spunto. L’
hobgoblin di
Dungeons&Dragons in spagnolo era reso (almeno nel
Manuale dei mostri 3.5) con
gran trasgo, mentre
goblin con
trasgo. In spagnolo
trasgo indica piuttosto genericamente uno spiritello, specialmente domestico. In entrambi i casi presumo che la traduzione avesse un che di originale, perché nella descrizione è riportato il nome in inglese come denominazione alternativa, come per aiutare il lettore a collegare le due cose («Los grandes trasgos (también llamados
hobgoblins) son […]», «Los trasgos (también llamados
goblins) son […]»). Non so se sia stata mantenuta nelle edizioni successive.
Nell'edizione in portoghese dello stesso libro,
goblin resta
goblin, mentre
hobgoblin è tradotto con…
robgoblin.
