Ferdinand Bardamu ha scritto: gio, 24 ago 2023 18:30
Con «innovazioni mai viste prima e antistoriche» intendo l’estensione analogica dell’
i prostetica a gruppi consonanti dòtti, [...] che, storicamente, non sono mai stati adattati in questo modo.
Non è dunque un ricupero —che sarebbe invece la tradizionale applicazione davanti a /sC/— ma proprio un’innovazione (certo, non campata per aria, ma non per questo accettabile).
L’estensione analogica dell’
i prostetica davanti a /sC/ non è affatto paragonabile al caso di cui discutiamo [...]
Ti ringrazio per la spiegazione.
Mi sembri molto sicuro in proposito, ma la cosa continua a non sembrarmi ovvia. Il punto sul quale non concordiamo, mi pare, è che quello che per me è solo un fatto contingente, accidentale, dovuto a circostanze esterne e non a un fatto linguistico intrinseco, se capisco bene per te è invece un fatto sostanziale.
Per me la lingua non può (= non dovrebbe) essere una semplice collezione d'elementi raccolti uno da un secolo e uno da un altro; se si fa un'operazione di raccolta simile, gli elementi dovrebbero essere in qualche modo integrati tra di loro: non cozzare seguendo regole diverse e logiche quasi opposte. L'effetto sarebbe, per me, dissonante e sgradevole. Se la mia intenzione è usare una lingua consapevole, trovo incoerente, contraddittorio, sia dal punto di vista strutturale sia in prospettiva storica, avere contemporaneamente
lo per
ps- e avere in generale l'
i prostetica
ma non averla per /ps-/ che, come scrivevo, mi sembra esserne non meno ma più bisognoso che altri gruppi più tradizionali.
Provo a descrivere un esperimento mentale per comunicarti la mia prospettiva.
Immaginiamo [non intende essere un'ipotesi realistica] che da domani le forme
lo dell'articolo e simili inizino a cadere in disuso com'è avvenuto all'
i prostetica, fino a sparire del tutto entro qualche decennio: sarebbe a quel punto normale scrivere
il specchio,
un scienziato, eccetera, com'è normale, oggi, scrivere
con spirito,
in scena, eccetera. Immaginiamo (ovviamente

) che io continui imperterrito a usare
lo secondo l'uso tradizionale. Immaginiamo che compaia poi un nuovo termine scientifico iniziante, per esempio, con /fs-/, gruppo mai visto prima. Io userei
lo (e non
il) davanti ad esso senza problemi, e la cosa mi sembrerebbe ovvia e naturalissima; non solo, mi sembrerebbe assurdo fare il contrario (usare ovunque
lo secondo l'uso tradizionale, ma non usarlo per /fs-/). Tu invece (se ho capito bene il tuo ragionamento; correggimi se sbaglio) bocceresti la mia scelta come antistorica, visto che il termine è comparso in un'epoca in cui la gente scrive normalmente
il fs-, e non ci sono attestazioni storiche consistenti per
lo fs-. Ciò per me è... non so come dire: inconsistente? Debole? Mette la priorità a una cosa che a me, considerata non in sé da sola bensì nel quadro complessivo di questa questione specifica, pare solo accidentale, e quindi quasi "irrilevante".
Non ho molto altro da dire, non so come aggirare o risolvere il punto di disaccordo centrale... Se non sono riuscito a farvi considerare «benigna» l'
i prostetica per /ps-/, spero che tu e altri la troviate «inoffensiva» o almeno «poco offensiva»

; se non altro per la rarità estrema con cui da me, o chicchessia, potrebbe essere usata.