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Inviato: mer, 08 lug 2015 12:50
di Millermann
Gentile Domna Charola, sono pienamente d'accordo con lei con quanto ha scritto, in particolare sul fatto che ogni apparecchio riproduttore è, prima di ogni altra cosa, un lettore.
domna charola ha scritto:Insomma, c'è un'informazione, registrata con un linguaggio e un alfabeto specifici, e l'oggetto la "legge". Potremmo anche dire che la "decodifica", forse sarebbe più preciso.
Prima di poterla "decodificare", la deve proprio "leggere". :)
Deve, cioè, trasferire le informazioni elementari (i "bit") dal supporto ove risiedono (che, nel caso dei codici a barre può essere della normale carta stampata) in una propria locazione di memoria interna in cui possano essere elaborati: solo allora potrà decodificarli.

Una volta decodificati, i dati potranno essere "riprodotti", ovvero trasformati in un formato comprensibile a noi: della musica da ascoltare, del video da guardare, o del testo (un libro) da leggere. Dunque, accomunare sotto un'unica voce questi diversi oggetti è, a mio parere, lecito.

Ritengo, poi, che il termine "lettore" abbia avuto origine, ai tempi dei "lettori di (musi)cassette", essenzialmente per distinguerlo da registratore, ossia per sottolineare la mancanza della capacità di scrivere (oltre che leggere) le informazioni.

Inviato: mer, 08 lug 2015 12:51
di Carnby
Millermann ha scritto:Be', volendo esser precisi, quelli sarebbero dei riproduttori ("player", in inglese), e sono definiti lettori solo informalmente/ impropriamente! Allora, dovremmo dare un nome diverso proprio all'unico, vero lettore ("reader")?
Scusi, ma che differenza ci sarebbe tra lettore e lettrice? Tra l'altro in inglese sia player sia reader sono due sostantivi neutri, quindi, secondo me, è meglio tradurre player con lettore (già ampiamente attestato) e usare lo «specifico» lettrice per reader. Un po' come avrebbe dovuto essere con calculator/calcolatrice e computer/calcolatore...
Pugnator ha scritto:Sempre un forestierismo resta e sinceramente trovo inutile sostituire un forestierismo con un altro forestierismo.
Anche bistecca (teoricamente) sarebbe un forestierismo: allora bisognerebbe proscriverla e dire (puristicamente) costata alla fiorentina come del resto scrive il Righi Parenti?
domna charola ha scritto:Tornando al nostro e-reader, di fatto "legge" il pidieffe
Piddieffe. :) Però i formati più comuni di digilibri sono l'ePub e il Mobi (Amazon), formati nati per la lettura, mentre il PDF è nato per la stampa; di fatto la sua enorme diffusione ha fatto sì che sia ampiamente usato anche per la lettura, nonostante non disponga delle utili funzioni dei formati più specifici; oggi una buona lettrice o una buona tavoletta/tabletta deve avere la funzione per poter leggere anche quelli.

Inviato: mer, 08 lug 2015 14:12
di domna charola
...chiedo venia... gli è che continuo imperterrita a considerare libro l'obsoleto oggetto cartaceo, e scarsa è quindi la mia dimestichezza con ogni diavoleria eletronica: non mi sono ancora evoluta a questo ai formati da lei citati!

Inviato: mer, 08 lug 2015 14:25
di Millermann
Carnby ha scritto:Scusi, ma che differenza ci sarebbe tra lettore e lettrice? Tra l'altro in inglese sia player sia reader sono due sostantivi neutri, quindi, secondo me, è meglio tradurre player con lettore (già ampiamente attestato) e usare lo «specifico» lettrice per reader.
Anche lettrice va benissimo, per carità! È solo che, come ribadivo nel mio precedente intervento (curiosamente contemporaneo al suo :wink:) alla fine tutti questi oggetti non sono altro che dei riproduttori:
Millermann ha scritto:Una volta decodificati, i dati potranno essere "riprodotti", ovvero trasformati in un formato comprensibile a noi: della musica da ascoltare, del video da guardare, o del testo (un libro) da leggere. Dunque, accomunare sotto un'unica voce questi diversi oggetti è, a mio parere, lecito.
E, dunque, non ravviso affatto la necessità di conservare, anche in italiano, una distinzione tra i traducenti di "player" e "reader", il cui funzionamento ed uso sono sovrapponibili, come dimostrano le tavolette, che sono in grado di svolgere egregiamente i loro rispettivi compiti, e altri ancora.

Inviato: mer, 08 lug 2015 16:30
di domna charola
Il fatto è che le tavolette sono dei player che permettono di leggere, cioè, loro riproducono il libro elettronico, il lettore lo legge.
Insomma, secondo me si crea una situazione che, per quanto logica nello sviluppo che la genera, appare buffa: il "lettore" serve al lettore di un libro per leggere il libro... però non lo legge, nel senso che noi diamo correntemente al termine.
Di fatto, la funzione che usiamo e che ci interessa, e che caratterizza tutta questa categoria di oggetti, è quella di "riprodurre" o restituire l'originale più o meno integro.
Poi, ovviamente questo richiede anche che loro leggano un'informazione codificata, ma se si fermassero lì, non ci servirebbero.
L'elemento che li definisce è il fatto di riprodurre in maniera da noi fruibile quanto loro hanno "letto".

Inviato: gio, 23 giu 2016 10:46
di domna charola
Riesumo, perché ieri sono passata in una libreria di Città Studi (il tradizionale pellegrinaggio-premio dopo aver passato un esame... la coscienza si sente più a posto nello spendere in una pigna di libri in un colpo solo... :roll: ) e mi ha colpito* un oggetto per leggere, in vendita come "tolino", che ho collegato subito a tola, tavola, tavolina, tavoletta... insomma sarebbe italiano, e buon candidato per entrare nell'uso, se funziona il solito percorso dal marchio al nome comune (la biro, la nutella, il mocio etc.).

* nel senso "ha colpito la mia attenzione"...

Inviato: gio, 23 giu 2016 12:57
di Carnby
Il Tolino è un dispositivo tedesco, marchio registrato. Non tutti gli eReader sono Tolini...

Inviato: ven, 24 giu 2016 10:24
di domna charola
Lo so, è registrato. Però è un esempio per dire che le parole nuove e compatibili con l'italiano possono svilupparsi e diffondersi anche naturalmente... se tutti facendo confusione con i marchi, trovassero comodo il nome, nessuno potrebbe denunciare la comunità dei parlanti per violazione di licenze. Anzi, più il marchio è grosso e importante, quindi nominato e visualizzato, più è probabile che si sviluppino imitazioni con nome simile, e che alla fine il marchio stesso venga identificato con l'oggetto.
Quindi, ben vengano i marchi fonotatticamente compatibili con la nostra lingua.

Inviato: sab, 25 giu 2016 1:16
di sempervirens
Da qualche parte ho visto leggìo elettronico. Mi sembra una buona soluzione.
Sappiamo che il leggìo è una struttura che sostiene il libro da leggere. Amovibile. Ora fattosi supporto che contiene lo scritto stesso del libro.
Con la parola leggìo toglieremmo definitivamente le analogie con altri termini che sono sorti via via con l'avvento dell'alta fedeltà (non tra i coniugi ma in musica) e prodotti elettronici di consumo: riproduttori musicali, dischi compatti, puntina piezoelettrica (in inglese pick up, non l'autoveicolo eh!), lettore a laser, lettore, ecc.

Tutte le altre proposte mi sembrano altrettanto buone. Rimane solo da sceglierne una, ma anche due o tre, così, per strafare.

Sicuramente qualsiasi andrà bene, anzi oserei dire meglio di e-reader, parola questa che vedo molto simile graficamente a ready, ma con pronuncia ben diversa.

Inviato: sab, 25 giu 2016 9:58
di Millermann
Be', leggio elettronico è usato, non c'è che dire! :) Forse, però, soltanto in campo musicale, intendendo un supporto elettronico per la visualizzazione delle partiture, dotato pure del necessario piedistallo (come ogni leggio che si rispetti!).
Chiamare cosí un lettore tascabile sarebbe, forse, improprio: un leggio è fatto per poter leggere a mani libere.
Le faccio anche notare che, da ciò che ho capito, questa è proprio una di quelle parole italiane non direttamente traducibili in inglese (argomento giusto, quindi, per l'altro suo filone ;)).

Inviato: sab, 25 giu 2016 10:22
di Carnby
Le parole o le locuzioni troppo lunghe sono già fuori gioco.