Un breve estratto dal libro di cui sopra, per illustrare come il fenomeno di interferenza tra inglese e italiano si articola su più piani e non solo, né soprattutto, nell'accoglimento in italiano dei prestiti integrali; questi sono solo una parte del fenomeno complessivo e concorrono anzi alla sua evoluzione, che non si presenta esclusivamente a senso unico verso l'italiano.Freelancer ha scritto:...le segnalo questo recente libro di Raffaella Bombi: La linguistica del contatto - Tipologie di anglicismi nell'italiano contemporaneo e riflessi metalinguistici; ne può leggere una recensione nell'ultimo numero di Studi Linguistici Italiani. Vedrà che i prestiti integrali sono solo una parte, e non la più importante, del rapporto d'interferenza complessivo in corso tra inglese e italiano.
Morfema di ritorno: il caso di -ese
L'interscambio linguistico anglo-italiano si fonda anche sul riutilizzo di originari tipi morfemici italiani i quali, acquisita una nuova funzione in ambito anglofono, una volta riportati in italiano, configurano interessanti casi di morfemi di ritorno. Mentre per i lessemi c'è una sufficiente letteratura, non altrettanto è possibile affermare per la tipologia del morfema di ritorno che occupa una 'casella vuota' nel panorama delle tipologie della linguistica del contatto. Un caso interessante è quello del suffisso -ese particolarmente produttivo nell'italiano contemporaneo per la designazione di varietà linguistiche che evocano le peculiari modalità epressive di gruppi politico-sociali (sinistrese, politichese), di mezzi di comunicazione (giornalese), di specifici settori professionali e tecnico-scientifici (burocratese), fino a difficilese e italiese. Impiegato tradizionalmente per formare aggettivi etnici, ad esempio Milano > milanese, Messina > messinese, il suffisso -ese acquisisce questa nuova accezione dall'angloamericano dove è utilizzato per creare neologismi designanti specifici linguaggi e varietà diafasiche. La rifondazione semantica porta il tipo formativo ad indicare uno stile linguistico originale o anche una varietà particolare: è con questa valenza, che si allontana dalla motivazione etimologica originaria per ricollegarsi a modelli angloamericani, che il morfema "ritorna" in italiano sempre attraverso fenomeni di interferenza linguistica*. Con un movimento circolare quindi il suffisso, che dall'italiano era entrato in inglese, ci viene restituito con la valenza innovativa: pertanto in analogia alla categoria del "prestito di ritorno" è possibile ipotizzare quella del 'morferma di ritorno'.
*Cfr. H. Marcand, The category and Types of Present-Day English Word-Formation: a Synchronic-Diachronic Approach. Nel ripercorrere le tappe che hanno portato alla sua diffusione in italiano, l'A. sottolinea che il tipo formativo inglese dipende a sua volta proprio dalla forma italiana -ese ed è utilizzato in inglese con la medesima valenza "belonging to a place" (cfr. Genoese e Milanese). Il suffisso conosce in ambito anglofono una rifondazione semantica in quanto, a partire, ad esempio, da Johnsonese e Carlylese, tecnicismi con cui si indicavano lo stile e la lingua tipici di Samuel Johnson e di John Carlyle, noti per utilizzare varietà di loro invenzione, il suffisso viene applicato a basi diverse per indicare un particolare linguaggio o stile spesso connotati nel senso ironico o dispregiativo ("a strangely peculiar style" or "a negatively characteristic jargon"). Sul modello dei derivati da nomi di autori, il suffisso amplifica il suo ambito d'uso e viene applicato anche a etnici, Americanese (OED, dal 1882) o a nomi comuni, journalese (OED, dal 1882).