Questo io non ho certamente le competenze per poterlo dire, consideri però che stiamo sempre parlando calchi; e in tutti i modo un accostamento come facciamano già mi urterebbe di meno.Infarinato ha scritto:…e il peggio formato [secondo le regole di composizione canoniche dell’italiano]. :?
«Facepalm»
Moderatore: Cruscanti
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E' quello che continuo a chiedermi anch'io. Non è un termine tecnico reso necessario dalla precisione di una qualche disciplina.Carnby ha scritto:A me sembra strano che non ci sia un'espressione popolare già in uso da qualche parte per un gesto che non mi pare così raro ed estraneo alla cultura italiana.
Indica un gesto corrente, comune, di cui in genere parlo nel narrare qualcosa... è proprio necessario il neologismo sintetico?
Se sto raccontando, viene spontaneo esplicitare il gesto ("portò la mano al volto, esclamando..."), magari con tutte le varie sfumature che si possono dare al movimento. Non mi verrebbe mai da dire"si facciapalmò, esclamando..."
Perché dobbiamo farci del male così? Tanto, per gli sms esiste il simbolo della faccina... ma quando parlo o scrivo in italiano, preferirei usarlo secondo le sue strutture e i suoi costrutti (a questo punto anche "stringere la mano" o "agitare la mano in segno di saluto" o altri gesti del genere dovrebbero avere un termine "tecnico"... però non so se sia un arricchimento della lingua)
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Sì, lo immaginavo...
continuo a non riuscire ad immaginare chi possa usarlo... cioè, se arrivo ad usare il termine inglese in assenza di discorso tecnico con le relative presunte necessità (di precisione, di sintesi, di comprensione universale), in un parlare colloquiale o narrativo, allora vuol dire che non ho proprio voglia di impegnare il neurone a pensare in italiano, vuolsi esteso o sintetico o mediante neologismi. Secondo me si è in presenza del classico "caso incurabile"... (meglio abbatterlo, direbbe un groomer
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continuo a non riuscire ad immaginare chi possa usarlo... cioè, se arrivo ad usare il termine inglese in assenza di discorso tecnico con le relative presunte necessità (di precisione, di sintesi, di comprensione universale), in un parlare colloquiale o narrativo, allora vuol dire che non ho proprio voglia di impegnare il neurone a pensare in italiano, vuolsi esteso o sintetico o mediante neologismi. Secondo me si è in presenza del classico "caso incurabile"... (meglio abbatterlo, direbbe un groomer

Posso darle ragione sulla poca utilità del verbo, però —secondo me— un sostituto sintetico per facepalm è necessario. Non che debba essere per forza un neologismo, però se non ci sono termini esistenti se ne conia uno nuovo, no?domna charola ha scritto:E' quello che continuo a chiedermi anch'io. Non è un termine tecnico reso necessario dalla precisione di una qualche disciplina.Carnby ha scritto:A me sembra strano che non ci sia un'espressione popolare già in uso da qualche parte per un gesto che non mi pare così raro ed estraneo alla cultura italiana.
Indica un gesto corrente, comune, di cui in genere parlo nel narrare qualcosa... è proprio necessario il neologismo sintetico?
Non pigra quies.
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Ho letto velocemente questo filone (che chissà perché mi era sfuggito sei anni fa) dopo avere visto che Ferdinand ha chiuso l'altro recentissimo, e mi ha confortato vedere dopo quattro pagine di discussione su come usare tutte le possibili derivazioni di palma (perché se in in inglese si usa palm in italiano bisogna usare palma, giusto?), che Infarinato abbia usato il buon senso concordando diacronicamente con me sul fatto che basta servirsi del banalissimo, collaudatissimo, validissimo e (il che non guasta) idiomatico [portarsi la] mano sul viso.Infarinato ha scritto:Ma mano sul viso, no, eh? Sennò, bisognerà cominciare a chiedere agli anglofoni di coniare termini sintetici per nuora e genero… :roll:
Ultima modifica di Freelancer in data sab, 17 feb 2018 18:35, modificato 1 volta in totale.
- Ferdinand Bardamu
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A questo punto della discussione, mi sembra opportuno segnalare l’uso che si fa di facepalm in italiano. Qui c’è un’interessante analisi. Stando ad essa, nei fòri e nei servizi di messaggistica facepalm è usato in funzione olofrastica, quasi come una «faccina scritta».
Benché io sostenga sempre il traducente piú banale, collaudato e idiomatico (per usare le parole di Roberto), credo che in questo caso la brevità giochi a favore del forestierismo, nei contesti in cui esso vieno impiegato. È molto difficile scalzarlo, se non adoperando traducenti sintetici. E tra questi, quelli intenzionalmente strampalati e «brutti» — come facciapalmo — potrebbero avere piú possibilità di successo, a mio avviso. (Appalmarsi continua a piacermi, ma è forse troppo elegante per la comunicazione rozza e immediata di certe bacheche di discussione).
Benché io sostenga sempre il traducente piú banale, collaudato e idiomatico (per usare le parole di Roberto), credo che in questo caso la brevità giochi a favore del forestierismo, nei contesti in cui esso vieno impiegato. È molto difficile scalzarlo, se non adoperando traducenti sintetici. E tra questi, quelli intenzionalmente strampalati e «brutti» — come facciapalmo — potrebbero avere piú possibilità di successo, a mio avviso. (Appalmarsi continua a piacermi, ma è forse troppo elegante per la comunicazione rozza e immediata di certe bacheche di discussione).

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Ma allora, caro Ferdinand, basterebbe un semplice mano-sul-viso (da non confondersi con mani-sul-viso, che è un’altra cosaFerdinand Bardamu ha scritto:A questo punto della discussione, mi sembra opportuno segnalare l’uso che si fa di facepalm in italiano. Qui c’è un’interessante analisi. Stando ad essa, nei fòri e nei servizi di messaggistica facepalm è usato in funzione olofrastica, quasi come una «faccina scritta».


- Ferdinand Bardamu
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Sí, sono pienamente d’accordo.
Non ci avevo pensato, in effetti: calare l’anglicismo nel suo contesto aiuta a trovare il miglior traducente. (Senza parole) è una soluzione ancor piú idiomatica, la migliore di tutte, se i frequentatori di quegli spazi di discussione volessero usare un’espressione italiana.
Per indicare il gesto in sé, [portarsi la mano] sul viso rimane la traduzione piú semplice.
Non ci avevo pensato, in effetti: calare l’anglicismo nel suo contesto aiuta a trovare il miglior traducente. (Senza parole) è una soluzione ancor piú idiomatica, la migliore di tutte, se i frequentatori di quegli spazi di discussione volessero usare un’espressione italiana.
Per indicare il gesto in sé, [portarsi la mano] sul viso rimane la traduzione piú semplice.
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