Pronuncia di «Raguele»

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G. M.
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Pronuncia di «Raguele»

Intervento di G. M. »

Ho incontrato per caso il nome Raguele* nella Bibbia:
  • Nello stesso giorno a Sara, figlia di Raguele, abitante di Ecbàtana, nella Media, capitò di sentirsi insultare da parte di una serva di suo padre […] (Tobia 3:7, CEI 2008)
Compare anche in parecchi altri passi. (Invece Reuèl in Genesi 36:4 [lat. Rahuel] e Esodo 2:18 [lat. Raguel]).

M'è venuto spontaneo intenderlo come /raɡu.ɛ̍le/, con /u/ e non /w/, probabilmente influenzato dalle /u/ di termini dotti come contig/u/o, attig/u/o, ambig/u/o, dove pure /w/ sarebbe fonotatticamente possibile. Ho provato a cercarne attestazioni chiarificatrici; ne ho trovata una dove ha sicuramente /w/ in poesia (La casa di Raguele settenario), e ho visto che ha identicamente /w/ nel Vocabolario universale curato da Bernardo Bellini, dov'è sillabato Ra-guè-le. E Rag/w/ele anche qui, qui, qui, qui… M'è tornato allora in mente quello che diceva l'Infarinato su Chiovia:
Infarinato ha scritto: lun, 07 mar 2022 10:26 Quanto alla pronuncia di Chiovia in italiano (e in latino ecclesiastico), /kjɔ̍vja/ mi sembra davvero l’unica possibilità…
Ho ipotizzato: forse la pronuncia di -guo come /-ɡuo/ (e non /-ɡwo/) è dovuta al fatto che lì in latino abbiamo -gŭus e italianizzando s'imita la pronuncia latina ecclesiastica con /-uu-/ (e non un poco pronunciabile /-wu-/), mentre in Raguele nessun problema pratico di pronuncia s'oppone a -g/w/e-? O non c'entra nulla e la spiegazione della divergenza è un'altra?
Poi ho cercato ancora e ho trovato, in uno stesso testo, svariate attestazioni di Raguele dove stavolta ha sicuramente /-u.-/… Qui ugualmente, mi pare; e qui.

Aiutatemi a sbrogliare questa matassa… :)
Fuori tema
[*Che ho scoperto essere la forma italiana del Reuel noto anche ad alcuni italiani grazie a J. R. R. (= John Ronald Reuel) Tolkien.]
Daphnókomos
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Re: Pronuncia di «Raguele»

Intervento di Daphnókomos »

Con /-wɛ̍-/ non si va a perdere la coerenza con Emanuele, Manuele, Samuele, Fanuele…?
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G. M.
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Re: Pronuncia di «Raguele»

Intervento di G. M. »

Sì e no: sì perché il fonema è diverso; no perché in quei casi la fonotassi tradizionale non ammette /w/, quindi se volessimo fare una serie con /w/, in quei casi dovremmo comunque sostituirla con /u/… Per questo non avevo pensato alla coerenza con la serie, vedendo Raguele come "variabile libera"… 🤔

In un certo senso (non so nulla d'ebraico), si potrebbe forse dire che non cade tanto nella serie degli -uele quanto più ampiamente in quella degli -ele, comprensiva anche di Raffaele, Michele, Ariele /-j-/, Daniele /-j-/, Gabriele /-i.-/, Ezechiele /-j-/, quindi con tante cose possibili davanti alla coda ricorrente…

Forse proprio un confronto con gli -iele potrebbe darci un'ispirazione? Noto che per il DOP —esclusi casi particolari— hanno tutti /-j-/, a parte Gabriele che ha /-i.-/, evitando così la sequenza accettabile, ma più difficile delle altre, /-brj-/…
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Re: Pronuncia di «Raguele»

Intervento di Infarinato »

G. M. ha scritto: dom, 27 apr 2025 17:02 Ho ipotizzato: forse la pronuncia di -guo come /-ɡuo/ (e non /-ɡwo/) è dovuta al fatto che lì in latino abbiamo -gŭus e italianizzando s'imita la pronuncia latina ecclesiastica con /-uu-/ (e non un poco pronunciabile /-wu-/), mentre in Raguele nessun problema pratico di pronuncia s'oppone a -g/w/e-? O non c'entra nulla e la spiegazione della divergenza è un'altra?
Direi che non vale la pena scervellarsi troppo: /ue/ (dittongo atono) e /uɛ̍/* (iato tonico) tenderanno sempre rispettivamente a [we] e a [ˈwɛː] a ritmo allegro e, quand’anche si prescrivesse /wɛ̍/ per Raguele, in poesia potremmo comunque sempre ritrovarci un (a quel punto innaturale) [uˈɛː]. Di /(ɡ)ue/ (dittonghi) atoni non c’è quasi traccia in italiano (essendo praticamente limitati al plurale femminile dei citati ambiguo, attiguo, contiguo, esiguo e irriguo, ma già dileguo, distinguo, eseguo, inseguo, pros[i]eguo, seguo etc. hanno tutti /w/). E anche di /(ɡ)uɛ̍/ (iati) tonici mi vengono in mente solo arguendo e arguente

Insomma, si faccia pure /‑ɡuɛ̍‑/ per Raguele se etimologicamente ci soddisfa di piú, tanto, in situazioni normali, pronunceremo tutti [‑ˈɡwɛː‑]. ;)
Fuori tema
P.S. Non c’è nessuna imitazione della pronuncia ecclesiastica degli aggettivi in ‑gŭus all’origine della pronuncia vocalica (dittongata) delle terminazioni dei corrispondenti aggettivi italiani. Piú semplicemente, nelle voci dotte (cioè nelle voci latine libresche italianizzate), si tende —un po’ artificialmente, per la verità— a mantenere la sillabazione originaria degli antecedenti latini.
__________
* Non mi sovvengono esempi di /ue̍/ tonici al momento…
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G. M.
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Re: Pronuncia di «Raguele»

Intervento di G. M. »

La ringrazio. :) Non tutto mi è chiarissimo, ma ci tornerò magari più avanti.
Fuori tema
Infarinato ha scritto: lun, 05 mag 2025 20:21 Non mi sovvengono esempi di /ue̍/ tonici al momento…
Di relativamente comune mi vengono in mente minuetto, duetto; per il resto cose rare: siluetta, l'antiquato piruetta per piroetta, voci di ruere (ruete, ruevo, ruessimo...), Buetti, Rueglio.
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Re: [FT] Esempi di /‑ɡue̍/

Intervento di Infarinato »

Fuori tema
G. M. ha scritto: mar, 06 mag 2025 17:22 Di relativamente comune mi vengono in mente minuetto, duetto; per il resto cose rare: siluetta, l'antiquato piruetta per piroetta, voci di ruere (ruete, ruevo, ruessimo...), Buetti, Rueglio.
In realtà, intendevo «esempi di /ue̍/ tonici» preceduti da /ɡ/. ;) Comunque, grazie. :)
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