Nulla a che vedere con D'Annunzio o l'estetismo in genere: semplicemente stavo consultando sulla rete qualche coniugatore italiano ed i risultati m'hanno stupito:
Verbo "piacere" presente indicativo 1ª e 3ª persona plurale.
==ALICE==
noi piacciamo
essi piacciono
==LOGOS CONJUGATOR==
noi piacciamo
essi piacciono
==il Grande Italiano HOEPLI==
noi piacciàmo
essi piàcciono
==SABATINI-COLETTI==
noi piacciamo
essi piàcciono
==www.italian-verbs.com==
noi piacciamo, piaciamo
essi piacciono, piaciono
==GARZANTI==
noi piaciamo
essi piacciono
Sul Serianni (XI, 153) trovo esclusivamente
noi piacciamo
essi piacciono
Questi ultimi oltre ad essere quelli che ho sempre ritenuto corretti sono anche quelli che ho riscontrato più di frequente su Google (assolutamente non affidabile, ma forse indicativo):
Piacciamo: circa 21.500
Piaciamo: 741
Piacciono: circa 5.770.000
Piaciono: circa 373.000
Quel che mi chiedo è:
A) Mi sono perso qualcosa?
B) Sono forse corrette entrambe le forme e nessuno me ne ha mai parlato?
C) Perché il coniugatore della Garzanti, solitamente ottimo, riporta solo la forma "piaciamo"?
Il Piacere.
Moderatore: Cruscanti
Il Piacere.
Ultima modifica di cuci in data gio, 29 nov 2007 0:06, modificato 1 volta in totale.
«Duva vidi moju zzappa fundu»
·Dum·Doceo·Disco·
·Dum·Doceo·Disco·
I dizionari normativi danno per buona solo la forma piacciamo (DOP, Gabrielli). Cosí anche Serianni (XI.153), DISC, Devoto-Oli, De Felice-Duro (sospetto che nel Treccani sia un refuso: dà solo piaciamo, il che è in contrasto col carattere tradizionalista dell’opera), De Agostini (già Sàndron), ecc. Insomma, volendo scegliere la forma migliore, si opterà per piacciamo.
P.S. La LIZ[a] non contiene occorrenze di piaciamo, mentre ne fornisce 4 per piacciamo, fra cui una del Bembo e una del Tommaseo, piuttosto significative.
P.S. La LIZ[a] non contiene occorrenze di piaciamo, mentre ne fornisce 4 per piacciamo, fra cui una del Bembo e una del Tommaseo, piuttosto significative.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Lo stesso vale per giacciamo e tacciamo (Serianni XI.147 e 163). La variante giaciamo è ammessa dal Gabrielli, che, stranamente, per tacere dà solo taciamo... forse per distinguerlo (inutilmente secondo me) dal verbo tacciare.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Infarinato
- Amministratore
- Interventi: 5603
- Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
- Info contatto:
…e DOP. Sarà bene sottolineare che il DOP, fondandosi su ragioni di fonetica storica (oltre che sulla nostra tradizione letteraria), considera esplicitamente errate le forme con la scempia.Marco1971 ha scritto:Lo stesso vale per giacciamo e tacciamo (Serianni XI.147 e 163).
L’improbabile confusione è menzionata proprio dal DOP, s.v. «tacere».Marco1971 ha scritto:La variante giaciamo è ammessa dal Gabrielli, che, stranamente, per tacere dà solo taciamo... forse per distinguerlo (inutilmente secondo me) dal verbo tacciare.
«Già che ci siamo», ricordiamo che il discorso non vale invece per n[u]ociamo.
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 4 ospiti