Ho scritto questo messaggio prima di leggere l'ultimo di Marco; vi ho risparmiato innumerevoli condizionali, congiuntivi, AMMA ecc., ma non vogliate considerare perentorie le mie affermazioni, non troppo meditate.
Anche secondo me sono possibili entrambi, ma il significato muta radicalmente, perciò sarebbe utile conoscere il contesto. Infatti, se si usa il condizionale composto, che ci sia (o si supponga che ci sia, ellittica) o no una protasi (per il qual problema cfr. anche
il recente messaggio di Ladim, su cui sto ancora meditando), l'atto del preferire è posto in contemporaneità o posteriorità rispetto al perimento, mentre il congiuntivo si riferirebbe in ogni caso a un qualcosa di precedente, almeno logicamente se non temporalmente (non si dà
protasi o premessa che non preceda la propria apodosi o conseguenza).
In tutti gli esempi citati il condizionale è corretto, per lo stesso motivo per cui lei stesso considera corretto l'uso del condizionale nella prima frase citata in questo filone.
Esplicitare la protasi può sempre essere utile, anche se a volte è un po' artificioso; si può anche, come controprova, vedere che cosa succederebbe usando il congiuntivo.
a)
Chi ha ricevuto una cosa in uso è tenuto a custodirla con la massima diligenza, non essendo sufficiente che abbia usato la diligenza che è solito usare nelle sue cose, se un altro [qualora l'avesse avuta in custodia] al suo posto avrebbe potuto custodirla con una diligenza maggiore.
b)
Pene detentive di specie diversa (reclusione e arresto) concorrenti fra loro non si applicano però per intero se [altrimenti, qualora fossero applicate per intero] la durata complessiva supererebbe gli anni 30.
c)
Perché il cumulo sia possibile devono sempre essere rispettate le regole sulla competenza; quindi se le diverse cause[, qualora fossero] trattate autonomamente[,] apparterrebbero alla competenza di giudici diversi non può aversi litisconsorzio facoltativo.
Quel
trattate autonomamente si può di per sé considerare una protasi.
d)
Il giudice può ordinare l'intervento del terzo in ipotesi di contestazione della titolarità attiva o passiva del rapporto per evitare la doppia soccombenza di una delle parti. Nell'ipotesi in cui il terzo potrebbe risentire dell'efficacia della sentenza [qualora questa fosse emanata], il giudice potrebbe ordinarne l'intervento laddove supponga che fra le parti originarie vi sia collusione, prevedendo l'emanazione di una sentenza che sarebbe impugnata successivamente mediante opposizione di terzo revocatoria [qualora il terzo non fosse già stato convocato].
Qui non capisco bene, perciò non sono sicuro delle interpretazioni e delle conseguenti integrazioni.
Questi condizionali composti indicano tutti una previsione sul futuro (posteriore) effetto delle proprie azioni, indicate nella reggente (che può essere in qualunque tempo) — perciò si potrebbero forse considerare condizionali composti di posteriorità? non mi sembra sempre possibile, e poi lo stesso vale per il condizionale presente, per il quale cfr. sotto —, per quanto le congiunzioni ipotetiche, come sappiamo, facciano spesso suonare male l'uso del condizionale (si veda ad esempio
qui e
qui).
Recentemente mi è capitato di vedere contestata una mia frase (certo imprecisa, ma solo contenutisticamente) che suonava all'incirca cosí: «il sapiente stoico deve ritirarsi dalla vita politica se questa danneggerebbe la sua ricerca della
virtus»; che al passato sarebbe «il sapiente stoico doveva ritirarsi dalla vita politica se questa avrebbe danneggiato la sua ricerca della
virtus».
Anche qui mi è stato detto che bisognerebbe usare il congiuntivo; esplicitando la protasi sottintesa ho convinto l'interlocutore, che tuttavia ritiene poco elegante la frase, anche perché interpreta quel condizionale composto come condizionale di posteriorità nel passato (cfr. sopra), troppo pesante; mi chiedo però come si potrebbe esprimere diversamente lo stesso concetto.
Uso solo in questo caso la controprova del congiuntivo, necessario secondo il contestatore: «il sapiente stoico deve ritirarsi dalla vita politica se questa danneggiasse la sua ricerca della
virtus»; se cosí fosse il sapiente dovrebbe rinunciare alla vita politica solo dopo l'avvenuto danno [ipotetico] alla sua
virtus, come forse risulta piú evidente se si usa il congiuntivo o indicativo presente – che sono logicamente equivalenti, e si limitano a considerare diversamente la probabilità del verificarsi dell'ipotesi –: «il sapiente stoico deve ritirarsi dalla vita politica se questa danneggi la sua ricerca della
virtus»; «il sapiente stoico deve di ritirarsi dalla vita politica se questa danneggia la sua ricerca della
virtus» (quest'ultima versione sarebbe la migliore, se si volesse esprimere questo concetto). Mi sembra evidente che in questo caso il sapiente risulterebbe alquanto imprevidente, e la sua scelta intempestiva.