Come si scrive: «glie lo» o «glielo»?
Inviato: mer, 11 giu 2008 18:42
Spesso capita di sentire vari dubbi sulla corretta scrittura di questo pronome.
Proviamo a fare chiarezza.
Alcuni linguisti tra cui il glottologo Aldo Gabrielli e Amerindo Camilli (studioso della lingua italiana ) ci dicono che la grafia consigliabile è glie lo , giacché essa si conforma a me lo, se lo ecc. (vedi "Pronuncia e grafia dell'italiano").
Oggi è diventato di uso comune anche la forma contratta glielo (ogni vocabolario italiano riporta la forma contratta) ma glie lo (scritto staccato) è la forma originaria più corretta di scrivere questo pronome: Vediamo perché.
Analizziamo prima di tutto il significato delle frasi sulle quali vengono utilizzati questi pronomi:
“Mi porti il libro”;
“Ci porti il libro”;
“Se hai trovato il libro me lo porti”;
“Te lo porti in biblioteca”;
“glie lo porti…, ce la porti…, ve la portate,…”.
“Mi, Ci” = a me, a noi (complemento di termine)
“Me lo”: ME = a me ( ME è in realtà la forma che assume il pronome personale MI davanti ai pronomi atoni “la, le, li, lo” e alla particella “ne” e nella frase assume il valore di complemento di termine );
LO = questo ,ciò (pronome dimostrativo che nella frese è il complemento oggetto)
“Te lo”,“Glie lo”,“Ce lo”,“Ve lo”: TE = a te, GLIE = a lui, CE = a noi, VE = a voi (stesso discorso fatto per ME con la differenza che nel caso di GLIE la “e” non sostituisce la “i” per ragioni eufoniche, infatti una ipotetica espressione “gle” avrebbe una pronuncia dura del tutto diversa da gli)
I pronomi atoni (lo,la,vi,…) devono essere usati come complemento oggetto quando quest’ultimo non è presente nella frase, altrimenti se il complemento oggetto è presente dovrebbero essere omessi : “Mi porti il libro” e non “Me lo porti il libro” oppure “Gli porti il libro” e non “Glie lo porti il libro” .
Il pronome "Mi" se non precede un pronome atono (come lo, la, ci,…) non assume la forma ME così come GLI non diventa GLIE.
Da notare che il pronome “glielo” scritto attaccato assume più di un significato grammaticale (racchiuderebbe in se sia il complemento di termine (a lui) che il complemento oggetto (questo) e inoltre contiene in mezzo ad una parola la “e” con valore eufonico). Dal punto di vista grammaticale si commetterebbero meno errori a scrivere tutti e tre i termini separati conservando il valore grammaticale di ogni singola parola .
Più in generale le espressioni di parole che hanno un' origine separata (come a fianco, d'accordo, anzi tutto, di sotto,...) sono sicuramnete corrette da un punto di vista grammaticale quando sono scritte separate (con rare eccezioni tipo dopodomani, finora, sopratutto, sottosopra,,...).
Nota aggiuntiva: L'italiano è una lingua viva, nascono e muoiono parole, espressioni, forme verbali che hanno spesso durata limitata nel tempo ed è per questo che indagare le origini di una lingua è importante e risolve molti dubbi.
Proviamo a fare chiarezza.
Alcuni linguisti tra cui il glottologo Aldo Gabrielli e Amerindo Camilli (studioso della lingua italiana ) ci dicono che la grafia consigliabile è glie lo , giacché essa si conforma a me lo, se lo ecc. (vedi "Pronuncia e grafia dell'italiano").
Oggi è diventato di uso comune anche la forma contratta glielo (ogni vocabolario italiano riporta la forma contratta) ma glie lo (scritto staccato) è la forma originaria più corretta di scrivere questo pronome: Vediamo perché.
Analizziamo prima di tutto il significato delle frasi sulle quali vengono utilizzati questi pronomi:
“Mi porti il libro”;
“Ci porti il libro”;
“Se hai trovato il libro me lo porti”;
“Te lo porti in biblioteca”;
“glie lo porti…, ce la porti…, ve la portate,…”.
“Mi, Ci” = a me, a noi (complemento di termine)
“Me lo”: ME = a me ( ME è in realtà la forma che assume il pronome personale MI davanti ai pronomi atoni “la, le, li, lo” e alla particella “ne” e nella frase assume il valore di complemento di termine );
LO = questo ,ciò (pronome dimostrativo che nella frese è il complemento oggetto)
“Te lo”,“Glie lo”,“Ce lo”,“Ve lo”: TE = a te, GLIE = a lui, CE = a noi, VE = a voi (stesso discorso fatto per ME con la differenza che nel caso di GLIE la “e” non sostituisce la “i” per ragioni eufoniche, infatti una ipotetica espressione “gle” avrebbe una pronuncia dura del tutto diversa da gli)
I pronomi atoni (lo,la,vi,…) devono essere usati come complemento oggetto quando quest’ultimo non è presente nella frase, altrimenti se il complemento oggetto è presente dovrebbero essere omessi : “Mi porti il libro” e non “Me lo porti il libro” oppure “Gli porti il libro” e non “Glie lo porti il libro” .
Il pronome "Mi" se non precede un pronome atono (come lo, la, ci,…) non assume la forma ME così come GLI non diventa GLIE.
Da notare che il pronome “glielo” scritto attaccato assume più di un significato grammaticale (racchiuderebbe in se sia il complemento di termine (a lui) che il complemento oggetto (questo) e inoltre contiene in mezzo ad una parola la “e” con valore eufonico). Dal punto di vista grammaticale si commetterebbero meno errori a scrivere tutti e tre i termini separati conservando il valore grammaticale di ogni singola parola .
Più in generale le espressioni di parole che hanno un' origine separata (come a fianco, d'accordo, anzi tutto, di sotto,...) sono sicuramnete corrette da un punto di vista grammaticale quando sono scritte separate (con rare eccezioni tipo dopodomani, finora, sopratutto, sottosopra,,...).
Nota aggiuntiva: L'italiano è una lingua viva, nascono e muoiono parole, espressioni, forme verbali che hanno spesso durata limitata nel tempo ed è per questo che indagare le origini di una lingua è importante e risolve molti dubbi.