«L’illustre concittadino»
Moderatore: Cruscanti
«L’illustre concittadino»
Spesso si legge di città che onorano i propri «illustri concittadini». Ma il "concittadino" non dovrebbe essere tale in relazione a un altro "cittadino"? Il prefisso con- in questo caso non dovrebbe forse segnalare relazione fra persone? Per esempio: i milanesi sono cittadini, e non concittadini di Milano. Allora si può dire che «Milano onora il suo illustre concittadino Manzoni»?
Grazie, e scusate la prolissità.
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Re: «l'illustre concittadino»
Penso proprio di sí, perché qui Milano è una metonimia per i milanesi, ergo…bartolo ha scritto:Allora si può dire che «Milano onora il suo illustre concittadino Manzoni»?

Scelta quanto mai bizzarra: in francese è sourcilleux (da sourcil ‘sopracciglio’):
In italiano, l’equivalente è supercilioso:Il TLFi ha scritto:sourcilleux 2. D’une exactitude pointilleuse, d’une minutie, d’un soin extrême. Synon. tatillon. […]
Empr. au lat. superciliosus « renfrogné, rébarbatif », dér. de supercilium « sourcil », avec infl. de sourcil*; on rencontre la forme supercilieux « revêche » en 1477 chez J. MOLINET, Les Faictz et Dictz, éd. N. Dupire, I, 93, 21.
A che cosa serve la coniazione (o adattamento dal francese?) surci[g]lioso?Il GRADIT ha scritto:supercilioso estens., di indagine, esame e sim., estremamente severo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Le lascio la cura di farlo (se ha modo di contattarlo).
Sarebbe interessante, anche se prevedo una piroetta. 


Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
È un uomo catafratto - almeno così vuol far credere -, per cui rinuncio, a malincuore, alla ricerca del Sacro Eco perduto nella Terra del Prete Gianni. Comunque, potrebbe sempre difendersi invocando il neologismo: come potremmo contestarglielo? Ci vorrebbe tanto coraggio e molto senso dell'orientamento per non perdersi nelle splendide ambagi dei Suoi pensieri.Marco1971 ha scritto:Le lascio la cura di farlo (se ha modo di contattarlo).Sarebbe interessante, anche se prevedo una piroetta.

Secondo me questa parola si giustifica solo come creazione effimera e scherzosa. Da un punto di vista semantico, è foggiata male: cilio- significa ‘ciglio, relativo alle ciglia’; aggiungendovi -oso si indica l’abbondanza; e prefiggendovi sur- si crea un vocabolo che altro non può significare se non ‘munito d’innumerevoli/di troppe ciglia’.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Lei è forse un po' troppo severo, caro Marco, il "neologismo" nascendo evidentemente dalla meccanica sostituzione - probabilmente effimera e scherzosa, come dice lei - di super- con sur-; quella che lei propone, se mi permette, è una specie di lectio difficilior che faccio fatica ad accettare: l'accezione latina di superciliosus, così come d'altronde è giunta all'italiano supercilioso, si può considerare integralmente mantenuta pure nel "neologismo" surci[g]lioso, che ha dalla sua il pregio di essere più rapidamente pronunciabile, avendo una sillaba in meno del parente stretto attestato nei vocabolari.Marco1971 ha scritto:Secondo me questa parola si giustifica solo come creazione effimera e scherzosa. Da un punto di vista semantico, è foggiata male: cilio- significa ‘ciglio, relativo alle ciglia’; aggiungendovi -oso si indica l’abbondanza; e prefiggendovi sur- si crea un vocabolo che altro non può significare se non ‘munito d’innumerevoli/di troppe ciglia’.

Anche superpotenza e superomistico sono piú lunghi rispetto a *surpotenza e *suromistico. Se bastasse un simile criterio a render validi i neologismi, potremmo riformare l’intero vocabolario a nostro beneplacito, inventando parole piú brevi per sostituirle a quelle già esistenti col medesimo significato (processo già subdolamente in atto con gli anglicismi).
Se non esistesse supercilioso e ci occorresse la parola che ne esprima i significati, allora un’italianizzazione del francese sourcilleux in surciglioso sarebbe accettabile; ma supercilioso esiste, e non v’è sano motivo di relegarlo nell’oblio a vantaggio di quest’aggettivo galliciforme (?).
Staremo a vedere qual sorte l’attende.
Se non esistesse supercilioso e ci occorresse la parola che ne esprima i significati, allora un’italianizzazione del francese sourcilleux in surciglioso sarebbe accettabile; ma supercilioso esiste, e non v’è sano motivo di relegarlo nell’oblio a vantaggio di quest’aggettivo galliciforme (?).
Staremo a vedere qual sorte l’attende.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Non si superriscaldi, Marco! La battutina sul conto sillabico voleva essere superrealistica...Marco1971 ha scritto:Anche superpotenza e superomistico sono piú lunghi rispetto a *surpotenza e *suromistico. Se bastasse un simile criterio a render validi i neologismi, potremmo riformare l’intero vocabolario a nostro beneplacito, inventando parole piú brevi per sostituirle a quelle già esistenti col medesimo significato (processo già subdolamente in atto con gli anglicismi).

*gallomorfo.Marco1971 ha scritto:galliciforme (?).
Marco1971 ha scritto:Staremo a vedere qual sorte l’attende.
La citazione che ho riportato ha già ventitré anni, e non mi pare che la parola abbia avuto grande successo. La sorte mi pare già segnata.
Caro Marco, undici anni dopo, sul sito della Treccani, si parla di Cruscate e di surciglioserie:
http://www.treccani.it/magazine/lingua_ ... o_244.html
Grazie e a presto!
http://www.treccani.it/magazine/lingua_ ... o_244.html
Grazie e a presto!
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