«News»
Moderatore: Cruscanti
- Ferdinand Bardamu
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«News»
Notizia, novità, nuova, novella. Mi pare che ci sia piú d'un traducente per questo inutilissimo inglesismo. Eppure oggi la sua diffusione – massiccia, fatalmente irresistibile – pare suggerire che sia news l'unico modo per riferirsi a un «oggetto di comunicazione o diffusione, ritenuto di particolare importanza ai fini dell'interpretazione di fatti contingenti o a proposito delle reazioni che può provocare nei singoli o nella collettività» [Devoto-Oli].
Non è nemmeno piú questione di snobbismo o di distinzione: mi capita di sentire sempre piú spesso news usato in maniera sistematica per notizia.
Quale sarà la prossima parola fondamentale a venire inghiottita?
Non è nemmeno piú questione di snobbismo o di distinzione: mi capita di sentire sempre piú spesso news usato in maniera sistematica per notizia.
Quale sarà la prossima parola fondamentale a venire inghiottita?
Poi dicono che è ridicolo allarmismo... Libro è già in via d’estinzione: un nuovo book.
Segue bicchiere: un glass di.
E molte altre. Non pare esserci limite.
Segue bicchiere: un glass di.
E molte altre. Non pare esserci limite.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Mah...che stranezza.
Abitando negli Stati Uniti mi capita qualche volta, quando dimentico la parola analoga, di utilizzare un termine inglese (ma quasi immediatamente certo l'equivalente italiano appropriato). Io credevo una volta che utilizzassi più forestierismi di molti dei miei amici in patria, però, con orrore, posso dire di aver torto.
"News," sono d'accordo, è un termine assolutamente inutile. Ed è doveroso aggiungere che, nonostante io parli l'inglese correntemente, non riesco a capire molto degli anglicismi usati sia in televisione che per strada (quando visito l'Italia).
Caro Marco1971,
Spero che tu stia scherzando. "Un glass di"? Siamo davvero al colmo.
Abitando negli Stati Uniti mi capita qualche volta, quando dimentico la parola analoga, di utilizzare un termine inglese (ma quasi immediatamente certo l'equivalente italiano appropriato). Io credevo una volta che utilizzassi più forestierismi di molti dei miei amici in patria, però, con orrore, posso dire di aver torto.
"News," sono d'accordo, è un termine assolutamente inutile. Ed è doveroso aggiungere che, nonostante io parli l'inglese correntemente, non riesco a capire molto degli anglicismi usati sia in televisione che per strada (quando visito l'Italia).
Caro Marco1971,
Spero che tu stia scherzando. "Un glass di"? Siamo davvero al colmo.
- Ferdinand Bardamu
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Aggiungo che, siccome le news, poverine, si devono sentire un po' sole, si sta diffondendo la piaga di annunciare i notiziari con l'espressione "breaking news".
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
- Ferdinand Bardamu
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Un saluto a tutti,
"scusate" l'intervento e l'eventuale ignoranza che dovesse trasparire: sono passato di qui per caso e ho assecondato il mio impulso di voler contribuire alla discussione...
(oltretutto è pure un "filone" a cui non risponde nessuno da parecchio tempo)
Secondo me una lingua non dovrebbe temere di incorporare nuovi "sinonimi" di vocaboli che già possiede, "accattandoli" da altri idiomi, fintanto che è capace di farli suoi; è proprio nello snaturarli tanto che chi ne conosce l'uso nella lingua originale non sarebbe capace di comprenderli che dimostra la sua forza e la sua vitalità! Quindi ben venga che non siano usati con le regole e le consuetudini della lingua da cui provengono, questa sì che sarebbe sudditanza e sintomo di una lingua morente o se non altro moribonda.
Non è snobbismo quindi, non è ignoranza: si sostituiscono perché la lingua è viva e sta stretta nella sua vecchia pelle, ha bisogno ogni attimo di respirare per evolversi e si può evolvere solo cambiando (ovviamente, come premesso, secondo il mio umile pensiero)
E per tornare all'importazione di nuovi lemmi, pensate al latino nelle parole attribuite ad Orazio che plaudiva chi ne introduceva di nuovi... o alla ricchezza lessicale dell'inglese che ha raggiunto finora cinquecentomila lemmi... e viene parlato, "storpiandolo" in ogni modo, da più di mezzo mondo.
Scandalizziamoci piuttosto di non aver saputo difendere e di non esser capaci di saper riproporre, mettendo in discussione la decisione presa, l'italiano in sede europea come lingua di redazione degli atti formali dell'Unione Europea.
Questo oltre a "patriottismo" per la nostra lingua equivarrebbe pure alla rimozione di una discriminazione nei confronti delle aziende e quindi dell'economia italiana che a differenza di quelle inglesi, tedesche e francesi devono, in molte circostanze, se vogliono competere a livello comunitario, utilizzare una lingua straniera...
"scusate" l'intervento e l'eventuale ignoranza che dovesse trasparire: sono passato di qui per caso e ho assecondato il mio impulso di voler contribuire alla discussione...
(oltretutto è pure un "filone" a cui non risponde nessuno da parecchio tempo)
Secondo me una lingua non dovrebbe temere di incorporare nuovi "sinonimi" di vocaboli che già possiede, "accattandoli" da altri idiomi, fintanto che è capace di farli suoi; è proprio nello snaturarli tanto che chi ne conosce l'uso nella lingua originale non sarebbe capace di comprenderli che dimostra la sua forza e la sua vitalità! Quindi ben venga che non siano usati con le regole e le consuetudini della lingua da cui provengono, questa sì che sarebbe sudditanza e sintomo di una lingua morente o se non altro moribonda.
Non è snobbismo quindi, non è ignoranza: si sostituiscono perché la lingua è viva e sta stretta nella sua vecchia pelle, ha bisogno ogni attimo di respirare per evolversi e si può evolvere solo cambiando (ovviamente, come premesso, secondo il mio umile pensiero)
E per tornare all'importazione di nuovi lemmi, pensate al latino nelle parole attribuite ad Orazio che plaudiva chi ne introduceva di nuovi... o alla ricchezza lessicale dell'inglese che ha raggiunto finora cinquecentomila lemmi... e viene parlato, "storpiandolo" in ogni modo, da più di mezzo mondo.
Scandalizziamoci piuttosto di non aver saputo difendere e di non esser capaci di saper riproporre, mettendo in discussione la decisione presa, l'italiano in sede europea come lingua di redazione degli atti formali dell'Unione Europea.
Questo oltre a "patriottismo" per la nostra lingua equivarrebbe pure alla rimozione di una discriminazione nei confronti delle aziende e quindi dell'economia italiana che a differenza di quelle inglesi, tedesche e francesi devono, in molte circostanze, se vogliono competere a livello comunitario, utilizzare una lingua straniera...
Purtroppo non è una newsCarnby ha scritto:Questa mi è nuova: quando sarebbe successo?Mi-nin ha scritto:Scandalizziamoci piuttosto di non aver saputo difendere e di non esser capaci di saper riproporre, mettendo in discussione la decisione presa, l'italiano in sede europea come lingua di redazione degli atti formali dell'Unione Europea.

Vedi: http://www.sib.it/it/news-ed-eventi/news/975.html
o qui http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/Lex ... 74:IT:HTML
o in meno tecnichese http://insuafavella.blogspot.it/2013/04 ... corso.html
La decisione sul brevetto risale al 2010: http://www.europarlamento24.eu/brevetto ... 89,00.html
E in realtà la questione non riguarda solo i brevetti, ma "di fatto" tutti gli ambiti (es: http://ec.europa.eu/languages/languages ... ges_it.htm ) e risale all'allargamento della comunità del 2004 ( http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cron ... iano.shtml )
Sapevo della questione del brevetto, ma qui si dice esplicitamente che le lingue ufficiali sono anche lingue di lavoro.
Chi c’è in linea
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