Beppe Severgnini: «Vulnus: ferita la lingua»

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Canape lasco ctonio (cancellato)

Beppe Severgnini: «Vulnus: ferita la lingua»

Intervento di Canape lasco ctonio (cancellato) »

Le sue idee sui forestierismi Severgnini le ha già espresse più e più volte (si veda ad esempio qui: http://www.corriere.it/solferino/severg ... -26/01.spm).

Questa volta se la prende con il termine latino "vulnus", che a suo dire imperversa, spesso senza motivo, nella stampa italiana degli ultimi mesi. Un filmato divertente che vi consiglio, a prescindere da cosa pensiate:
http://video.corriere.it/vulnus/c74ea9c ... fddd704513
Avatara utente
Freelancer
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Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Non ho tempo di vedere il filmato, ma ho letto la risposta di Severgnini e osserverei che si potrebbe benissimo dire (e penso che Marco lo dirà o lo direbbe e sono sicuro che Arrigo Castellani l'avrebbe detto) che per le parole per le quali "L'inglese [...] non lascia alternative (golf, marketing, computer, mouse etc.)" le alternative ci sono eccome, perché le alternative ci sono sempre.
:wink:
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

L’alternativa, l’equieffabilità, insomma, c’è sempre. Quando, nella comunità linguistica, esiste il presupposto che sia meglio adoperare parole indigene invece che forestiere.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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