«Ecuadoriano» o «equadoregno»?
Moderatore: Cruscanti
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«Ecuadoriano» o «equadoregno»?
Un interessantissimo articolo di Piero Fiorelli sul nome dell'abitante dell'Ecuador.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Fuori tema, vorrei sottolineare queste parole di Piero Fiorelli:
Probabilmente pensava che il pubblico italiano è così poco serio e così portato all’approssimazione da meritare, anzi da gradire trattamenti del genere. Chissà che non avesse ragione: se si mette a confronto in che modo gli spagnoli fanno uso della loro lingua, e in che modo noi della nostra, sembra che del parlare italiano l’ostentazione della sciatteria sia una componente essenziale.
No comment.
Probabilmente pensava che il pubblico italiano è così poco serio e così portato all’approssimazione da meritare, anzi da gradire trattamenti del genere. Chissà che non avesse ragione: se si mette a confronto in che modo gli spagnoli fanno uso della loro lingua, e in che modo noi della nostra, sembra che del parlare italiano l’ostentazione della sciatteria sia una componente essenziale.
No comment.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Ferdinand Bardamu
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Non mi è chiaro questo passo:
Ecuadoriano, infine, formato com’è con un suffisso non molto caratteristico ma comune con minime variazioni alle maggiori lingue di cultura
Fiorelli intende dire che il suffisso -iano non è il piú diffuso nella formazione di aggettivi etnici, oppure che non è altrettanto «folcloristico» e spagnoleggiante che -egno?
Una piccola nota fuori tema: Wikipedia, alla voce vitello tonnato, dà conto anche della variante vitel tonné, considerata non come pseudo-francese, ma come dialetto piemontese. Al contrario, il Treccani in linea dice, alla voce tonnato: «Nel linguaggio alberghiero, la parola viene spesso travestita in forma pseudo-francese: vitello (o vitèl) tonné o thonné.» A meno di smentite di qualche parlante piemontese, credo che possiamo fidarci del Treccani.
Ecuadoriano, infine, formato com’è con un suffisso non molto caratteristico ma comune con minime variazioni alle maggiori lingue di cultura
Fiorelli intende dire che il suffisso -iano non è il piú diffuso nella formazione di aggettivi etnici, oppure che non è altrettanto «folcloristico» e spagnoleggiante che -egno?
Una piccola nota fuori tema: Wikipedia, alla voce vitello tonnato, dà conto anche della variante vitel tonné, considerata non come pseudo-francese, ma come dialetto piemontese. Al contrario, il Treccani in linea dice, alla voce tonnato: «Nel linguaggio alberghiero, la parola viene spesso travestita in forma pseudo-francese: vitello (o vitèl) tonné o thonné.» A meno di smentite di qualche parlante piemontese, credo che possiamo fidarci del Treccani.
- u merlu rucà
- Moderatore «Dialetti»
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- Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41
Vitèl è una forma piemontese influenzata dall'italiano. In una buona parte del Piemonte il vitello è chiamato bucìn (< bovicinus) e là dove sopravvive 'vitello', la forma popolare, foneticamente regolare, è vèl. Si trova pure vidèl/vedèl, forma intermedia tra quella italianizzante e quella popolare. A Torino, se non erro, le due voci bucìn e vitèl/vidèl convivono, con differenziazione semantica, in quanto indicano rispettivamente l'animale vivo e quello in tavola.Ferdinand Bardamu ha scritto:Una piccola nota fuori tema: Wikipedia, alla voce vitello tonnato, dà conto anche della variante vitel tonné, considerata non come pseudo-francese, ma come dialetto piemontese. Al contrario, il Treccani in linea dice, alla voce tonnato: «Nel linguaggio alberghiero, la parola viene spesso travestita in forma pseudo-francese: vitello (o vitèl) tonné o thonné.» A meno di smentite di qualche parlante piemontese, credo che possiamo fidarci del Treccani.
- Freelancer
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...sembra che del parlare italiano l’ostentazione della sciatteria sia una componente essenziale.
Non sembra un po' singolare anche a voi questa dislocazione a sinistra? Io l'ho dovuta leggere due volte prima di afferrarla per bene.
Non sembra un po' singolare anche a voi questa dislocazione a sinistra? Io l'ho dovuta leggere due volte prima di afferrarla per bene.
Ultima modifica di Freelancer in data lun, 16 mag 2011 5:26, modificato 1 volta in totale.
- Infarinato
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Non si tratta di dislocazione a sinistra, ma, direi, di anteposizione anaforica, che è «propria dello stile elevato o addirittura oratorio, e riecheggia in qualche modo la sintassi dell’italiano antico, in cui l’anteposizione dei sintagmi che oggi è effettuata con la dislocazione a sinistra, era generalmente possibile senza ripresa pronominale»: una «questione di stile», appunto, come dice Marco.Freelancer ha scritto:...sembra che del parlare italiano l’ostentazione della sciatteria sia una componente essenziale.
Non sembra un po' singolare anche a voi questa dislocazione a sinistra?
Ovviamente, «solo con l’oggetto la dislocazione a sinistra esige la ripresa pronominale», ergo in un caso come il nostro «viene a mancare la caratteristica diagnostica per decidere se si tratta di dislocazione a sinistra, o anteposizione anaforica». Tuttavia «la funzione [di quest’ultima] è […] quella di sottolineare la relazione del sintagma anteposto con un sintagma già citato nel discorso», e quindi mi pare evidente che di questa si tratti (GGIC I:155–6).
(«Rispetto alla topicalizzazione [

Genova e la Liguria ospitano la comunità ecuadoriana forse più consistente d'Italia, non so se in cifre assolute ma certamente in rapporto alla popolazione.
Da queste parti è opinione da tempo corrente, e immagino fondata su prese di posizione (anche) dei loro rappresentanti ufficiali, che gli immigrati dall'Ecuador desiderino essere definiti ecuadoriani e avvertano come vagamente spregiativo o diminutivo l'aggettivo ecuadoregno.
Da queste parti è opinione da tempo corrente, e immagino fondata su prese di posizione (anche) dei loro rappresentanti ufficiali, che gli immigrati dall'Ecuador desiderino essere definiti ecuadoriani e avvertano come vagamente spregiativo o diminutivo l'aggettivo ecuadoregno.
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- Moderatore «Dialetti»
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- Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03
È sicuro? Non preferiscono ecuatoriani?desiderino essere definiti ecuadoriani
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- Moderatore «Dialetti»
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- Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03
- u merlu rucà
- Moderatore «Dialetti»
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- Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41
Re: «Ecuadoriano» o «equadoregno»?
Ecuadoriano è un iperispanismo: si dovrebbe dire ecuatoriano o, meglio ancora, equatoriano, dato che il Paese sulle carte era segnato come Equatore.
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Re:
Mi pare che con troppa fretta Fiorelli abbia detto che ecuatoreño ed ecuadoreño non esistono. Lo spagnolo di solito ha numerose varianti per ciascun etnico e a volte a ogni variante sono associate sfumature di significato. Evidentemente, ecuatoreño ed ecuadoreño in spagnolo sono percepiti come spregiativi. In italiano mi viene in mente il caso di sardagnolo, sardegnolo o sardignolo, usato come spregiativo per sardo.CarloB ha scritto: lun, 16 mag 2011 8:02 Genova e la Liguria ospitano la comunità ecuadoriana forse più consistente d'Italia, non so se in cifre assolute ma certamente in rapporto alla popolazione.
Da queste parti è opinione da tempo corrente, e immagino fondata su prese di posizione (anche) dei loro rappresentanti ufficiali, che gli immigrati dall'Ecuador desiderino essere definiti ecuadoriani e avvertano come vagamente spregiativo o diminutivo l'aggettivo ecuadoregno.
Re: «Ecuatoreño» ~ «ecuadoreño»
A me sembra che ecuatoreño esista in ispagnolo ma sia proscritto dalla Real Academia Española; invece ecuadoreño è con tutta probabilità un mostriciattolo di coniazione italica. L’articolo di Fiorelli nel frattempo è stato aggiornato e riporta per lo spagnolo solo 381 risultati gugoliani per ecuadoreño; aggiungo che, almeno in parte, si tratta di siti italo-spagnoli.
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