"Il bambino non MI mangia"

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

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*algore*
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Iscritto in data: gio, 23 feb 2012 18:47

"Il bambino non MI mangia"

Intervento di *algore* »

Vi chiedo delucidazioni su quello che io credo sia un calco dal sermo vulgaris (inteso come un mio insegnante m'ha insegnato: registro medio-basso d'uso comune).

È frequente nella mia zona - sono meridionale - udire frasi dalla costruzione dubbia, che prevedono l'utilizzo di particelle pronominali dalla poco chiara funzione. Reco in esempio la frase in oggetto:
"Il bambino non MI mangia da giorni".
Escludendo chiaramente il valore di complemento oggetto, ho pensato - ma mi pare una forzatura - di ricondurre questo regionalismo ad una forma come "MI [è capitato] che il bambino non mangi".
Qualcuno è in grado di darmi una spiegazione più plausibile e di tracciare magari una storia dell'uso di tale costruzione?

Vi ringrazio anticipatamente per la solerzia.
Ultima modifica di *algore* in data mer, 29 feb 2012 20:52, modificato 1 volta in totale.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Che cosa intende esattamente per sermo vulgaris?

Comunque, venendo alla sua domanda, quel «mi» nella frase «il bambino non mi mangia da giorni» è un dativo etico, che esprime una partecipazione emotiva, un interesse della persona per l'azione descritta.

Non c'è in questo caso alcun sospetto nell'uso di questa particella: è un procedimento di enfatizzazione impiegato nel registro informale. Il dativo etico era presente anche in latino: es. «quid mihi Celsus agit?», che si può tradurre, suppergiú, come «come mi sta Celso?» oppure «cosa mi combina Celso?».
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