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*«Quisquiglia»

Inviato: ven, 06 apr 2012 22:29
di Fausto Raso
Uno dei piú autorevoli vocabolari italiani, il "Treccani", attesta *quisquiglia come variante di quisquilia. Il DOP è categorico: non quisquiglia. Fanno buona compagnia al Treccani, il GRADIT e lo Zingarelli.

Inviato: ven, 06 apr 2012 22:35
di Marco1971
Di questo aveva parlato anche qui. :)

Inviato: ven, 06 apr 2012 22:37
di Andrea Russo
Probabilmente si tratta d'una forma popolare modellata su un altro trisillabo parossitono: famiglia. Ma è solo un'ipotesi che m'è venuta al volo.

Inviato: sab, 07 apr 2012 12:11
di SinoItaliano
Ma in italiano -glia- non è l'esito naturale del latino -lia-?

Mi pare che siano poche le parole con -lia- atono, o perlomeno non me ne vengono in mente ora.

Inviato: sab, 07 apr 2012 12:55
di Fausto Raso
SinoItaliano ha scritto:Ma in italiano -glia- non è l'esito naturale del latino -lia-?
La risposta dovrebbe darla un fonetista. :D

Inviato: sab, 07 apr 2012 14:38
di Ferdinand Bardamu
Cito da G. Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, Einaudi, 1966, I p. 396 [ho adottato una notazione fonetica piú tradizionale rispetto al testo originale per questioni di comodità e comprensione]:

Il nesso lj. Il risultato normale toscano si presenta in figlia, paglia, moglie, foglia, ciglio, meglio, soglia: la l palatale di queste forme ha il valore di una consonante doppia (fiʎʎa, paʎʎa), tant'è vero che gli antichi manoscritti recano la grafia filgli, elgli, volglio. Già in latino, nella lingua volgare, alla base pare vi fosse un fillia, pallia, in ogni caso nello sviluppo neolatino non c'è alcuna differenza in confronto a ALLIUMaglio, MALLEUSmaglio.

Ne consegue, dunque, che parole come quisquilia, visibilio, mobilia (o mobilio) sono di origine dotta, perché non presentano il normale esito del nesso laterale alveolare + approssimante palatale [lj].