«Licantropa»?

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Andrea Russo
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«Licantropa»?

Intervento di Andrea Russo »

Nella narrativa per giovani adulti (o spesso, manco a dirlo, young adult fiction) capita di sentir parlare di licantropia. Per gli uomini licantropi non ci sono problemi, ma con le donne come ci regoliamo? Possiamo tranquillamente dire e scrivere «licantropa» (come dice il Devoto-Oli 2012)? Il fatto è che la parola licantropo deriva (copincollo dal Treccani in linea) dal gr. λυκάνϑρωπος, comp. di λύκος «lupo» e ἄνϑρωπος «uomo». Voglio dire, etimologicamente parlando sarebbe scorretto parlare di licantropa, o no? A rigor di logica (linguistica), dovremmo creare una parola corrispondente per il femminile, usando magari anche lo stesso tipo di composto.
Sto fascendo d'un fuscello una trave? :roll:
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Secondo me si sta complicando la vita, si parla di licantropia, non di licandria/licoginia. :wink:
Sempre a proposito di lupi mannari (popolari anche nelle mie zone con un suffiso non toscano -aro) e creature simili, da leggende e novelle (ovvero favole) raccolte da me, sembra che si trattasse più di un lupo antropofago e mostruoso che non di un uomo che assumesse le sembianze di lupo durante le notti di luna piena e poi tornasse normale. In altre zone com'è?
Ultima modifica di Carnby in data sab, 30 giu 2012 19:14, modificato 1 volta in totale.
Andrea Russo
Interventi: 763
Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37

Intervento di Andrea Russo »

Carnby ha scritto:Secondo me si sta complicando la vita, si parla di licantropia, non di licandria/licaginia. :wink:
Meglio cosí allora, grazie! :D
methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Secondo me si sta complicando la vita, si parla di licantropia, non di licandria/licoginia.
Questo perché "antropos" starebbe per umano, rispetto a "andros" che starebbe per uomo (maschio). Ho capito bene?
Chiedo venia per l’ignoranza, in effetti non ci avevo mai pensato, né il greco è il mio forte. :oops:
Sempre a proposito di lupi mannari (popolari anche nelle mie zone con un suffiso non toscano -aro) e creature simili, da leggende e novelle (ovvero favole) raccolte da me, sembra che si trattasse più di un lupo antropofago e mostruoso che non di un uomo che assumesse le sembianze di lupo durante le notti di luna piena e poi tornasse normale. In altre zone com'è?
Sicuramente esistono molte forme e una variazione dei temi e dei dettagli... Però credo che solitamente la caratteristica che definisce il licantropo sia proprio il trasformarsi (le modalità specifiche tendono a cambiare), e questo in varie parti di Europa.
Ad esempio in inglese (e altre lingue germaniche) werewolf potrebbe, secondo alcuni, discendere da wear (indossare), cosí come in varie lingue slave vlko(d)lak che deriva da vlk (lupo) e dlaka (pelle/pelliccia), che sembrano indicare appunto un uomo con la "veste" di lupo.

Poi, naturalmente, è facile che questo si confonda con la visione di un lupo mostruoso e antropofago (o che quest’ultima si sovrapponga), anche perché di solito, nelle leggende, tale creature non tende a passare il tempo a raccogliere fiorellini. :D

Peraltro, vista la reputazione del lupo in molte società passate (e odierne), non credo che ci sia gran bisogno di una figura mitologica per definire un lupo "mostruoso e antropofago"! :)

È comunque probabile che nella sua zona sia rimasto solo questo aspetto, il che spiegherebbe la differenza. Che ne pensa?
Il sonno della ragione genera mostri.
Avatara utente
Carnby
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Intervento di Carnby »

methao_donor ha scritto:Questo perché "antropos" starebbe per umano, rispetto a "andros" che starebbe per uomo (maschio). Ho capito bene?
Sì, ánthropos è l'essere umano mentre anḗr (gen. andrós) è l'uomo maschio, contrapposto a gynḗ (gen. gynaikós), la donna.
methao_donor ha scritto:Chiedo venia per l’ignoranza, in effetti non ci avevo mai pensato, né il greco è il mio forte.
Non si preoccupi. :)
methao_donor ha scritto:Sicuramente esistono molte forme e una variazione dei temi e dei dettagli... Però credo che solitamente la caratteristica che definisce il licantropo sia proprio il trasformarsi (le modalità specifiche tendono a cambiare), e questo in varie parti di Europa.
Ad esempio in inglese (e altre lingue germaniche) werewolf potrebbe, secondo alcuni, discendere da wear (indossare), cosí come in varie lingue slave vlko(d)lak che deriva da vlk (lupo) e dlaka (pelle/pelliccia), che sembrano indicare appunto un uomo con la "veste" di lupo.

Poi, naturalmente, è facile che questo si confonda con la visione di un lupo mostruoso e antropofago (o che quest’ultima si sovrapponga), anche perché di solito, nelle leggende, tale creature non tende a passare il tempo a raccogliere fiorellini.

Peraltro, vista la reputazione del lupo in molte società passate (e odierne), non credo che ci sia gran bisogno di una figura mitologica per definire un lupo "mostruoso e antropofago"!

È comunque probabile che nella sua zona sia rimasto solo questo aspetto, il che spiegherebbe la differenza. Che ne pensa?
Per quanto riguarda le lingue germaniche, ho sempre sentito dire che il primo elemento di werewolf/Werwolf sia wer(e), parola germanica che indica l'uomo maschio (cfr. lat. vir). Per quanto riguarda l'italiano, il DEI fa discendere (lupo) mannaro da *(lupus) hominārius che può significare sia "uomo-lupo" che "lupo mangiatore di uomini". Le mie ricerche sono del tutto scarse, ma si potrebbe fare l'ipotesi che la figura del lupo mannaro/licantropo attinga (perlomeno in ambito italiano) a due differenti tradizioni: una che riguarda l'uomo che si trasforma in lupo e l'altra che tratta di una belva mostruosa antropofaga (tipo la bestia del Gévaudan); attendo conferme o smentite da altre zone.
Ultima modifica di Carnby in data sab, 13 apr 2013 21:29, modificato 1 volta in totale.
Avatara utente
u merlu rucà
Moderatore «Dialetti»
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Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41

Intervento di u merlu rucà »

Dalle mie parti non ho mai trovato traccia di licantropi o lupi mannari, tanto è vero che non esiste un termine specifico dialettale.
domna charola
Interventi: 1782
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Intervento di domna charola »

Carnby ha scritto:Per quanto riguarda le lingue germaniche, ho sempre sentito dire che il primo elemento di werewolf/Werwolf sia wer(e), parola germanica che indica l'uomo maschio (cfr. lat. vir). Per quanto riguarda l'italiano, il DEI fa discendere (lupo) mannaro da *(lupus) hominarius che può significare sia "uomo-lupo" che "lupo mangiatore di uomini".
L'etimologia alternativa che lo collegherebbe al gotico wasjan e all'anglosassone werian col significato di "vestire" è proposta da

Chiesa Isnardi G., Il lupo mannaro come superuomo, in Il superuomo e i suoi simboli nelle letterature moderne, a cura di Zolla, La nuova Italia, Firenze, Vol. 3, pp. 11-37,

alle pp. 19-20. Non ho conoscenze per valutare quanto validamente.

La questione è comunque complessa, perché nel nostro concetto di "lupo mannaro" convergono secondo me varie entità mitologiche.
Innanzitutto i "guerrieri-lupo" della letteratura norrena, dei quali si trova traccia anche in Paolo Diacono, Historia Langobardorum, come un misterioso gruppo di "guerrieri cinocefali": una sorta di setta guerriera iniziatica giovanile, legata a comportamenti bellici violenti e fuori controllo, forse sotto il controllo di sostanze psicotrope, e che incarnano il furor, inteso appunto come modo di condurre l'azione bellica del singolo senza alcun controllo se non l'impulso della propria forza. Il werewolf può essere di questa categoria.

E, dall'altra parte, gli individui che geneticamente "sono" uomini-lupo, e che in particolari condizioni o anche volontariamente, si trasformano in tale animale. Cito ad esempio il bisclavret della Bretagna, ben descritto in un lai di Maria di Francia. Questi non sono "guerrieri", bensì esseri umani che condividono una doppia natura.
Questa tipologia è già nota, con tutti i tratti caratteristici, in epoca romana. Nel Satyricon (61-62), Petronio descrive con precisione un episodio di questo tipo:

"Venimus inter monimenta: homo meus coepit ad stelas facere; sedeo ego cantabundus et stelas numero. Deinde ut respexi ad comitem, ille exuit se et omnia vestimenta secundum viam posuit.Mihi anima in naso esse; stabam tamquam motuus. At ille circumminxit vestimenta sua, et subito lupus factus est. .... Intellexi illum versipellem esse"

in cui il personaggio, in cammino di notte, giunto a delle tombe, si sveste, "segna il terriotorio" (per dirla con un termine comportamentale da canide) attorno alle proprie vesti e poi si trasforma e fugge. Successivamente attaccherà una fattoria facendo strage di animali e verrà ferito al collo con una lancia. Tornato a casa, il suo compagno di viaggio lo ritrova, uomo, a letto, con un medico che gli cura una ferita al collo. E deduce che è un "versipelle": versipellis, e. Il termine, secondo il Georges-Calonghi, è usato da Plauto per indicare qualcosa che si trasforma, mentre anche in Plinio indicherebbe letteralmente il "lupo mannaro". Il medesimo dizionario latino non riporta invece l'aggettivo hominarius, forse perché è tardoantico o altomedievale?...
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