«Diè»
Moderatore: Cruscanti
È letterario e poetico: si trova in poesia come in prosa.
Mia donna, quanta preda, quanta preda!
Piú grassa caccia mai
Dominedio mi diè. (D’Annunzio, Parisina)
Ella si rimise a ridere piú forte. Giulio non trovava modo di districar la veste. Alla fine, indispettito, diè un leggiero strappo. (Pirandello, Appendice alle novelle)
L’indicazione del DOP è preferibile, perché tutto quel che è letterario può esser adoperato in poesia; invece non tutto quel che è poetico può stare nella prosa.
Mia donna, quanta preda, quanta preda!
Piú grassa caccia mai
Dominedio mi diè. (D’Annunzio, Parisina)
Ella si rimise a ridere piú forte. Giulio non trovava modo di districar la veste. Alla fine, indispettito, diè un leggiero strappo. (Pirandello, Appendice alle novelle)
L’indicazione del DOP è preferibile, perché tutto quel che è letterario può esser adoperato in poesia; invece non tutto quel che è poetico può stare nella prosa.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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