Anafonesi di «punto»
Moderatore: Cruscanti
Anafonesi di «punto»
Questa parola mi ha sempre incuriosito. Il latino punctu(m), che aveva una -ŭ-, avrebbe dovuto dare in italiano *ponto (forma attestata per le zone non fiorentine della Toscana). Dato che probabilmente già nel latino volgare era *puntu, non si capisce come sia potuta avvenire l'anafonesi, ovvero la chiusura di /e, o/ (per qualcuno conservazione, per altri chiusura seriore) davanti a /n/ velare [ŋ]. Lo Zingarelli lo definisce (a mio avviso esagerando) «voce dotta», Rohlfs parte da un *puñto con «n cui segua palatale» (Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, § 70) che lascia un po' perplessi. Qual è la vostra idea?
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Re: Anafonesi di «punto»
Attrazione di punto ← pungo, pungere, dove l’anafonesi è regolare? D’altra parte, punto sostantivo [e avverbio/aggettivo] è etimologicamente la stessa cosa di punto participio passato. 

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