Presente indicativo e congiuntivo trapassato....

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Ivan92
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Presente indicativo e congiuntivo trapassato....

Intervento di Ivan92 »

Son stato di recente rimproverato da alcuni miei amici perché, a detta loro, ho avuto l'ardire di stravolgere la buona logica della grammatica italiana.

Io: "Non ricordo se avessi chiuso la porta prima di uscire (sottinteso quel giorno remoto)"

Loro: "Perché usi il congiuntivo trapassato? Non puoi "accoppiarlo" con un presente indicativo, bla bla bla"

Ora io mio chiedo: se il ricordo si palesa ora non posso non usare l'indicativo presente! E se mi riferisco ad un'azione avvenuta in un tempo remoto (l'aver chiuso o no la porta) antecedente un'altra azione (l'uscire di casa), ebbene non ci sarebbe nulla di errato, secondo il mio umile parere, se decidessi di usare il congiuntivo trapassato. O le regole sono regole e sarebbe stato meglio se avessi utilizzato il congiuntivo passato? :)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

La frase è perfettamente corretta e non infrange alcuna regola, se non forse una regola fantasma. ;)

Non ricordo [in questo momento] se [quel giorno] avessi chiuso la porta prima di uscire.

Gli esempi d'autore abbondano, ne cito solo uno:

Nel punto stesso mi svegliò un forte rumore. Non so se avessi dormito tre ore o cinque minuti. (De Amicis, Sull'Oceano)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

La ringrazio Marco! :)

Mi è appena sorto un dubbio: se io volessi riferirmi ad un giorno remoto ed utilizzare il congiuntivo passato, commetterei un errore?

"Mi chiedo perché non sia entrata (sottinteso quel giorno lontano nel tempo)", ad esempio, acquista significato solo se riferita ad un avvenimento accaduto di recente? O è estendibile altresì ad un evento remoto?
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Prego! :-)

Mi sembra che quando ci si riferisce a un evento remoto la scelta piú naturale sia quella del congiuntivo trapassato. Ora non è da escludere che in una narrazione in cui il personaggio riviva, attualizzandola, l'azione passata sia possibile anche il congiuntivo passato.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

La ringrazio di cuore :)
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