Già nella denominazione della costruzione è implicita una significativa influenza dell’inglese tanto da poter parlare di calco sintattico.
Come specificavo nella discussione sunnominata ho trovato un’occorrenza in italiano in Google Libri risalente agl’inizi del Novecento.
Vista la diffusione e la definizione come normale della struttura in inglese è facile sostenere l’ipotesi del calco anche se andrebbe verificata l’antichità della costruzione in tale lingua.
In italiano la [relativamente recente] diffusione della costruzione è abbastanza ampia ed è legata alla sua semplicità e alla sua immediata comprensione.
Tale costruzione permette di ampliare le potenzialità del superlativo relativo.
Per completezza vi riporto la risposta degli esperti della Treccani al mio quesito sull'argomento:
D: Frasi come: "Il secondo monte più alto del mondo", in cui "più alto" significa 'per altezza', sono oggi molto diffuse. Da una ricerca con Google Libri (cercando la frase "il secondo monte") risultano attestazioni anche in opere dell'inizio del secolo scorso. Vorrei avere notizie sull'origine della costruzione e se si può considerare oggi completamente accettabile. La perplessità deriva dall'inserimento, all'interno di un superlativo relativo, di un aggettivo numerale ordinale che sembrerebbe modificarne la funzione di superlativo.
R: Poiché con il superlativo relativo «si attribuisce il massimo grado a una proprietà all’interno di un insieme qualificato dal secondo termine di paragone» (Enciclopedia dell'italiano, Treccani), a rigor di logica la qualificazione di secondo attribuita al nome di cui si celebra la primazia dentro all'insieme “mondo” è incongrua o, comunque, inficia la portata elativa del costrutto.
Ciò detto, a causa della trasparenza semantica, usi pur anomali come quello segnalato, più tipici della lingua colloquiale, specialmente parlata, che di quella scritta, sono accettabili nel registro informale.