«Spero che tu sia contento che non ti ho deluso»

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Moderatore: Cruscanti

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Daniele
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Iscritto in data: sab, 15 dic 2007 23:18

«Spero che tu sia contento che non ti ho deluso»

Intervento di Daniele »

Scusate, il solito ennesimo dubbio su un enventuale congiuntivo.
Scrivo questa frase e mi suona strana. È forse solo inelegante o è sbagliata? Il senso è: Spero che tu sia contento del fatto che il mio comportamento non ti ha (abbia) deluso. Ma la frase deve essere corta, e allora scrivo: "Spero che tu sia contento che non ti ho deluso." È corretto? Suona male?
Grazie, e buone ferie a chi si sta godendo un meritato riposo!
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Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Per me la frase è valida nel parlato, perché la pronuncia di che e di ché (perché) è la stessa, ma nello scritto o si mette l'accento sulla e del secondo che ("Spero che tu sia contento ché non ti ho deluso."), oppure bisognerebbe scrivere "Spero che tu sia contento che io non ti abbia deluso."
Buone ferie anche a lei.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Concordo con Scilens… a rigor di grammatica.

Aggiungo soltanto che la frase originaria è accettabile nel parlato non tanto perché che e ché non si distinguono (ché nel parlato non è proprio comunissimo! ;)), ma perché nel parlato [non sorvegliatissimo] il dominio dell’indicativo è piú esteso che nello scritto [formale], specialmente al passato (controfattualità a parte).

P.S. Colgo l’occasione per scusarmi d’aver repentinamente cancellato una mia precedente risposta, ma avevo letto male l’oggetto del filone… :oops:
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Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

La ringrazio. Ripensando a questa frase
Infarinato ha scritto: (ché nel parlato non è proprio comunissimo! ;))
che m'era parsa strana m'è sembrato che l'uso del 'ché' sia più frequente di quanto ci si accorga, per esempio in frasi comuni come "non uscire che piove" o "non comprarlo che ce l'hai già" e anche vernacolari ("ullo piglià che ttu cce l'ha' dijà"). In queste frasi quel 'che' non è un 'ché'?

Infatti trovo: "Come congiunzione causale, che è accettabile soltanto nel parlato: quando viene usata nello scritto viene spesso resa con la grafia ché, presentandola come una forma ridotta di perché (o di poiché o di giacché)." Treccani
Però all'esempio "(20) sbrigati, che è tardi!" trovo anche: "La forza illocutiva di (20) è alla base delle considerazioni di Giusti (1991: 743-744), che distingue nettamente questo che, proprio del parlato ed esprimente sempre una «causa nuova», dal ché dello scritto letterario, esprimente una «causa data»."
Non capisco in che consista la distinzione. Né perché debba essere considerata così determinante.
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Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Scilens ha scritto:che m'era parsa strana m'è sembrato che l'uso del 'ché' sia più frequente di quanto ci si accorga, per esempio in frasi comuni come "non uscire che piove" o "non comprarlo che ce l'hai già" e anche vernacolari ("ullo piglià che ttu cce l'ha' dijà"). In queste frasi quel 'che' non è un 'ché'?
No, perché il che causale della lingua parlata ricorre sempre in contesti determinati da un atto illocutivo imperativo (un comando, cioè, indipendentemente dalla forma con cui si esprime): «Sbrígrati, che è tardi», «Còpriti, che fa freddo», ecc.
Scilens ha scritto:Non capisco in che consista la distinzione. Né perché debba essere considerata così determinante.
La causa data è nota sia allo scrivente (o al parlante) sia a chi legge. La causa nuova è nota solo a chi scrive o parla. Questa differenza in genere implica anche una diversa scelta della congiunzione: perché denota solitamente la causa nuova; visto che, dato che, poiché (piú formale e di solito solo dell’uso scritto) la causa data. Es. «Non possiamo andare in ferie perché devo rimanere al lavoro un’altra settimana» di contro a «Visto che non hai finito i compiti, non hai diritto alla merenda».
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Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Oh, grazie, ecco che diventa chiaro. E diventa chiara anche l'inutilità di quest'artificiosa distinzione tra causa "nuova" e "data", che in tanti casi non è quasi possibile identificare. Grazie ancora.
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