Grazie per gli interventi! Adesso è tutto chiaro. L'uso del congiuntivo non è semplice
Ne approfitto per avere un'altra delucidazione per quanto riguarda l'alternanza dei tempi verbali. Nei temi è possibile usare il passato prossimo (al posto del passato remoto) per raccontare fatti che si sono conclusi nel passato.
Quello che, impropriamente, si chiama passato prossimo può essere usato per indicare avvenimenti passati i cui effetti perdurino fino al momento dell’enunciazione, se non materialmente, almeno sotto forma di «attualità psicologica».
Ciò significa che non importa la lontananza cronologica dell’avvenimento, ma l’attualità del suo effetto: si può dire pertanto «La ruota è stata inventata settemila anni fa».
Il passato remoto — anche questa è una denominazione impropria — indica invece un avvenimento passato, pienamente concluso e privo di legami col momento dell’enunciazione e di effetti sul presente. Quest’avvenimento può essere anche temporalmente vicino al momento dell’enunciazione: es. «Ieri incontrammo gli amici a casa loro».
Prof Bardamu le grammatiche scolastiche danno una spiegazione semplice e frettolosa riguardo all'uso ed all'alternanza dei tempi verbali. Mi scusi, ma a volte nello scritto ho difficoltà nell'alternare i tempi verbali. Ho comprato varie grammatiche, ma non ho risolto i miei dubbi. Grazie la Sua disponibità!
Di nulla, davvero, ma, la prego, non mi chiami «professore»: sono una delle persone piú lontane dall’esserlo. Sono un appassionato di lingua italiana come tanti altri.
P.S. Vorrei precisare che, quando parlo di denominazioni improprie, non intendevo correggere lei, ma sottolineare quanto questi termini, di amplissima diffusione anche tra gli accademici, siano imprecisi, perché il passato prossimo può riferirsi anche a un avvenimento che è lontanissimo nel tempo, e, viceversa, il passato remoto può indicare un’azione che si è compiuta da poco.
Eppure se trovassi scritto «La ruota fu inventata settemila anni fa» o qualcuno mi dicesse «Ieri abbiamo incontrato gli amici» non ci troverei nulla da eccepire.
Sulla distinzione teorica esposta da Ferdinand se ne sovrappone una pratica, forse predominante, dettata dai registri d'uso. Non per nulla nel primo capoverso ho precisato se trovassi scritto e [se] qualcuno mi dicesse. Non è chi non veda che il passato remoto, che piaccia o no, è in via d'estinzione, in primis nel parlato, dove è sostituito sistematicamente dal passato prossimo (a parte forse qualche dialetto del sud e le corrispondenti varietà di italiano regionale); ma è soppiantato viepiù dal p.p. anche sulla carta stampata (dove resiste nelle opere narrative e di saggistica). Se da un articolo della Stampa estrapolo la frase «La celebrazione si svolse nel suggestivo, pittoresco scenario di Piazza di Siena» (si parla di un avvenimento terminato da poche ore), capite subito in che epoca collocarlo.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Naturalmente, quella che ho enunciato sopra è la norma dell’italiano. Le differenze regionali sono ben note.
Zabob ha scritto:Non è chi non veda che il passato remoto, che piaccia o no, è in via d'estinzione…
Parli per… noi. Lei e io, che siamo del norde, non l’usiamo mai, se non intenzionalmente e in registri formali. Eppure i nostri colleghi cruscanti toscani ci diranno che l’alternanza tra passato remoto e passato prossimo è ancora viva dalle loro parti.
Per quanto riguarda la lingua dei giornali, c’è da dire che è perfettamente comprensibile l’uso del passato prossimo nella cronaca, perché gli avvenimenti descritti sono recenti ed è piú facile che abbiano effetti sul momento dell’enunciazione. Rimane comunque valida la distinzione tra i due tempi esposta piú su: il discrimine è sempre dato dagli effetti — concreti o dovuti all’attualità psicologica (soggettiva) di un certo avvenimento.
Ferdinand Bardamu ha scritto:Eppure i nostri colleghi cruscanti toscani ci diranno che l’alternanza tra passato remoto e passato prossimo è ancora viva dalle loro parti.
Chiedo scusa, ma non capisco:
"Sono ancora innamorato di mia moglie, la conobbi trent'anni fa a casa di amici e mi piacque subito".
Dovrei dire mi è piaciuta?
Grazie.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Non c'è un confine preciso tra passato remoto e passato prossimo, dipende apparentemente dalla distanza del tempo, ma soprattutto dall'enfasi che si vuole dare in base all'importanza ritenuta in modo soggettivo. Poi, una lingua è dinamica, si va fuori modo in tempi sempre più veloci