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Inviato: mar, 25 nov 2014 20:34
di Carnby
Io non sopporto sigle e acronimi tutti minuscoli o con la prima lettera maiuscola. Un tempo si scriveva C.G.I.L., oggettivamente un po' pesante, oggi Cgil o addirittura «il leader cgil», che dovrebbe pronunciarsi, seguendo le regole «italiane», *[ʧə'ʤil].

Inviato: sab, 20 dic 2014 20:55
di Animo Grato
Negli ultimi giorni sono perseguitato da «alzare l'asticella»: è un martellamento ossessivo.

Inviato: gio, 21 mag 2015 0:47
di sempervirens
A me dà fastidio particolarmente il nostrano "Da urlo", che baratterei con una decina di anglicismi, anche se questi mi garbano meno che niente.

Inviato: gio, 21 mag 2015 12:02
di Infarinato
Visto che Sempervirens ha riesumato la discussione, colgo l’occasione per dire anch’io la mia: è da quando Ferdinand ha aperto il filone che volevo intervenire sull’argomento, ma avevo bisogno di un po’ di tempo per raccogliere dati sufficienti.

Vivendo all’estero ormai da una quindicina d’anni, ma dotato di antenna parabolica e ovviamente connesso alla Rete, penso di poter offrire un punto di vista lievemente diverso sulla questione, e forse piú distaccato.

Ecco dunque, in ordine rigorosamente alfabetico, la mia personalissima lista —si tratta perlopiú di «plastismi», «tranquillanti verbali» e anglicismi inutili, condannabili non tanto in sé, quanto per l’abuso che se ne fa.

Noto in particolare un considerevole incremento (diciamo dai tempi di Mani pulite in poi, e per ovvie ragioni) di termini giuridici e di tecnicismi propri delle perizie stragiudiziali.

(A onor del vero, devo anche premettere che non si tratta solo di «giornalese», ma anche del «politichese» di quei salotti televisivi dov’è sempre piú difficile distinguere i commentatori dai commentati…)
  • Ad oggi per «a tutt’oggi, ancora oggi», ma anche semplicemente «oggi»!
  • il recente, onnipresente a fronte di per il tradizionale (e piú normale) «di fronte a»;
  • blindare per «proteggere con opportuni provvedimenti, rendere immodificabile»;
  • bomba a[d] orologeria (di qualsiasi cosa!);
  • combinato disposto (dir.) per una semplice «combinazione [di eventi]» o un «effetto combinato»;
  • correre (anglicismo semantico) per «candidarsi»;
  • declinare per «svolgere, dipanare, sviluppare»;
  • default (econ.) per qualsivoglia «bancarotta»;
  • *de Il, *ne Il etc.;
  • distrazione (tecn. ammin.) per ogni benedetta, banalissima «sottrazione»;
  • è di qualche giorno fa [la dichiarazione di _…], mai «qualche giorno fa _ ha dichiarato»;
  • …e quant’altro, ma anche (maanchismo), ben altro (benaltrismo), ma di cosa stiamo parlando? (mah, se ’un lo sai te…);
  • […]: è polemica! (forse, ma non è sintassi);
  • esondare/tracimare (tecn. idrogeol. nell’accezione propria) per «straripare»;
  • eterodiretto (sociol.) per «controllato dall’esterno» o anche solo «controllato [da qualcun/qualcos’altro]»;
  • *[le] fila come plurale di… [la] fila;
  • giustizia etc. a[d] orologeria;
  • governance per semplice «amministrazione, [modo di] conduzione/gestione»;
  • jihadista/-i con /ʒ-/ (e magari con lo/gli come articoli!): perché?? (È vero che è una pronuncia abbastanza diffusa in inglese, ma non ve n’è traccia ne[anche nella terza edizione de]ll’Oxford English Dictionary né sul Merriam-Webster);
  • narrazione (anche narrativa) per «visione», «concezione [del mondo]»;
  • osservatorio privilegiato: praticamente, tutti;
  • paventare («temere») per «ventilare, minacciare velatamente» (…e non mi si citi Goldoni!);
  • plasticamente per «manifestamente»: «plastica rappresentazione» e vabbè, ma «plastica frattura [politica]»?!!
  • *settimana prossima per «la settimana prossima»;
  • sfilarsi per «defilarsi»: son due cose diverse!
  • spalmare (burocr.) per «ripartire, distribuire, diluire, dilazionare, rateizzare»;
  • sperequazione (econ.) per semplice «diseguaglianza, divario»;
  • tessuto sociale, e va bene, ma il ??tessuto umano (sentito l’altro giorno alla radio) cos’è? La pelle??
  • triplete (sport.) per ogni benedetta, banalissima «tripletta»;
  • l’immancabile, onnipresente utilizzo (burocr.) per «uso».

Inviato: gio, 21 mag 2015 12:52
di Ferdinand Bardamu
Ringrazio Infarinato per l’intervento, molto interessante e documentatissimo. :D Tutte le parole dell’elenco mi fanno salire il nervoso.
Infarinato ha scritto:[…]: è polemica! (forse, ma non è sintassi)
Il colonnino sulla destra del sito della Repubblica ne abusa senza ritegno. L’ultima che ho letto: «Manifesti elettorali: è strapaese». :roll:
Infarinato ha scritto:narrazione per «visione», «concezione [del mondo]»
Mi è capitato di leggere e sentire una parola ancor peggiore: narrativa, che in quest’accezione è un altro anglicismo semantico. Un esempio tratto dal Foglio: «E’ la posizione dei politicanti che nel loro idealismo naïf sostennero la guerra per voltarle poi le spalle non appena la narrativa dei media ha reso impossibile sostenerla». Si noti E’ per È, un’altra cosuccia che mi fa saltare la mosca al naso.
Infarinato ha scritto:e quant’altro, ma anche (maanchismo), ben altro (benaltrismo), ma di cosa stiamo parlando? (mah, se ’un lo sai te…)
:lol: Assieme a e quant’altro metterei anche il solito piuttosto che per o(ppure), ormai irrefrenabile. Di ma di cosa stiamo parlando? me n’ero accorto anch’io.

Inviato: gio, 21 mag 2015 15:20
di Infarinato
Ferdinand Bardamu ha scritto:
Infarinato ha scritto:narrazione per «visione», «concezione [del mondo]»
Mi è capitato di leggere e sentire una parola ancor peggiore: narrativa, che in quest’accezione è un altro anglicismo semantico.
È vero: l’avevo sentita anch’io, ma mi son poi dimenticato di aggiungerla all’elenco. :?
Ferdinand Bardamu ha scritto:Di ma di cosa stiamo parlando? me n’ero accorto anch’io.
E mi pareva!… Ma poi mi son dimenticato di fare la ricerca nel fòro. :oops:

Un’altra «perla» che m’è sfuggita e che si trova spesso nello scritto di giornalisti anche molto famosi (e nel parlato di quasi tutt’i politici) è *le fila come plurale di la fila (aggiunto).

Inviato: gio, 21 mag 2015 18:27
di Teo
«Al vetriolo»: per designare interventi, articoli o discorsi improntati a critiche aspre, dure, corrosive.

Inviato: ven, 22 mag 2015 10:50
di Ferdinand Bardamu
Non si placano le polemiche su [X] è un’altra «bella» espressione: placare, un verbo molto formale e dal sapore letterario è usato quasi solo in quest’espressione, che sembra essere l’unico modo per parlare delle dichiarazioni (di solito insignificanti) del politico di turno.

Inviato: ven, 22 mag 2015 22:59
di Carnby
Giro di vite!

Re: Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Inviato: mar, 13 apr 2021 18:29
di G.B.
Tutto e il contrario di tutto (usata a vanvera anche dai politici).

Re: Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Inviato: sab, 17 apr 2021 12:17
di domna charola
Attualmente non sopporto:
- il già segnalato "paventare" inteso come ventilare, minacciare
- l'accellerazione, che deve essere un incremento di velocità elevatissimo, superiore alla vecchia accelerazione. Questo nel parlato, non nello scritto. Che poi, è pure più difficile da dire...
- la solita serie di anglicismi, ma non perché siano tali, ma per l'abuso indiscriminato che se ne fa, da *locdaun a *griin, per non dire di *fuud

Altri li ho rimossi e il cervello si rifiuta di rimembrarli.

Re: Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Inviato: sab, 17 apr 2021 12:40
di Infarinato
domna charola ha scritto: sab, 17 apr 2021 12:17 - l'accellerazione, che deve essere un incremento di velocità elevatissimo, superiore alla vecchia accelerazione.
Codesto, però, è un peccato veniale;)
domna charola ha scritto: sab, 17 apr 2021 12:17Che poi, è pure più difficile da dire...
Per noi toscani, genuini italofoni, no. :P

Re: Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Inviato: mer, 21 apr 2021 22:07
di DON FERRANTE
Pochi minuti fa ho potuto apprezzare un ospite (non faccio nomi) di una delle tante trasmissioni serali che spaziano dalla politica all'attualità riprendere un altro ospite sull'uso maldestro del vocabolo narrazione. Non ho, però, captato il contesto.
Ho solo sentito costui chiedere a mani giunte all'altro di non usare il termine narrazione.
Poi sfociata scherzosamente in tu hai detto narrazione e quindi con te non ci parlo più.

Re: Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Inviato: gio, 22 apr 2021 1:04
di Marco1971
E in che cosa narrazione costituirebbe un obbrobrio?

Re: Quali parole o espressioni del «giornalese» detestate?

Inviato: gio, 22 apr 2021 1:16
di DON FERRANTE
Io non ho parlato di obbrobrio. Ho solo citato una battuta sferzante intercettata in televisione. Purtroppo, ripeto, non ho colto la frase incriminata. Ho semplicemente supposto che l'altro che lo bacchettava avesse percepito l'uso di narrazione esattamente come uno dei plastismi snocciolati qui sopra da Infarinato.
Mi ha incuriosito il siparietto. Se avessi potuto ascoltare la frase, mi sarei fatto un'idea precisa.