Parto di dicembre
Moderatore: Cruscanti
Parto di dicembre
Cari amici, volevo sapere se voi, i madrelingua, usate spesso la preposizione "di" con i mesi dell'anno, p.es., "Parto DI dicembre". Lo so, che di solito si dice "Parto IN/A dicembre" pero' qualche volta ho sentito dire anche "Parto DI dicembre"... E' un dialetto o un regionalismo? Che ne dite? Grazie.
Parto a dicembre mi fa pensare che io intenda dire: parto il prossimo dicembre.
Parto di dicembre mi fa pensare che io voglia sottolineare il fatto che, per esempio nel caso di una vacanza nel corso dell'anno, di solito: parto di dicembre.
Complimenti per il suo Italiano. Le ho segnalato queste sottigliezze, che forse sono infondate, perché credo che lei è in grado di coglierle.
Parto di dicembre mi fa pensare che io voglia sottolineare il fatto che, per esempio nel caso di una vacanza nel corso dell'anno, di solito: parto di dicembre.
Complimenti per il suo Italiano. Le ho segnalato queste sottigliezze, che forse sono infondate, perché credo che lei è in grado di coglierle.
Anche per me andrebbe bene pero' ... in un test di Zanichellibenvenuti e' scritto che delle due scelte "a dicembre/di dicembre" la risposta corretta e' "a dicembre" (?!). Ho pensato che "di dicembre" sia un regionalismo... No?Scilens ha scritto:Per me va bene, si dice anche parto di mattina, parto di sabato, e così via.
- marcocurreli
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Di dicembre non l'ho mai sentito.
Normalmente, "di" si usa per indicare o azioni o eventi che occorrono in un determinato momento della giornata/settimana/mese/anno.
Parto il sabato e torno il lunedì: parto e torno ogni fine settimana.
Parto di sabato: il giorno che devo partire è sabato (o cade di sabato).
Parto sabato: parto il prossimo sabato.
Il sabato sera vado in discoteca: ogni sabato ...
Vado in discoteca di sabato: vado occasionalmente, ma se vado ci vado il sabato.
Quest'anno Natale cade di giovedì.
Normalmente, "di" si usa per indicare o azioni o eventi che occorrono in un determinato momento della giornata/settimana/mese/anno.
Parto il sabato e torno il lunedì: parto e torno ogni fine settimana.
Parto di sabato: il giorno che devo partire è sabato (o cade di sabato).
Parto sabato: parto il prossimo sabato.
Il sabato sera vado in discoteca: ogni sabato ...
Vado in discoteca di sabato: vado occasionalmente, ma se vado ci vado il sabato.
Quest'anno Natale cade di giovedì.
Sono dello stesso parere di GFR: parto di dicembre sottolinea l'abitudine, invece parto a dicembre si riferisce al dicembre piú prossimo nel tempo.
Come ha detto anche Scilens, ci vorrebbe il contesto per sapere se realmente, nella domanda a scelta multipla, sia possibile solo a. Ma spesso e volentieri queste domande a scelta multipla sono fatte da persone non proprio competentissime...
Come ha detto anche Scilens, ci vorrebbe il contesto per sapere se realmente, nella domanda a scelta multipla, sia possibile solo a. Ma spesso e volentieri queste domande a scelta multipla sono fatte da persone non proprio competentissime...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Infarinato
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[FT] *«Credo che è»
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Ecco… allora però non confondiamo troppo le idee al nostro Arnoldas sulle nozioni basilari: credere può reggere l’indicativo in casi particolari, ma questo non è uno di quelli.GFR ha scritto:Complimenti per il suo Italiano. Le ho segnalato queste sottigliezze, che forse sono infondate, perché credo che lei è in grado di coglierle.

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Cari amici, a dire il vero... non ho capito niente... La mia domanda e' molto semplice. Parto , p.es., per Roma in/a/di dicembre. Quale scelta e' piu' usata da voi? IN, A oppure DI dicembre? Chiedo cosi' perche' in un manuale d'italiano per stranieri ho letto che tutte e tre preposizioni (in/a/di) si puo' usare ugualmente...
Comunque grazie delle vostre risposte...

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- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
Dipende dal senso che ha l'informazione che si vuole dare.
Parto per Roma a/in dicembre (fra meno di un mese, se lo dico ora e qui)è secondo me la forma più usata.
Forse c'è una lieve differenza fra le due preposizioni. Ma sono sfumature, e forse cambiano anche con l'uso locale.
Indica comunque un'azione in un tempo preciso, esattamente in "quel" mese di dicembre, ovvero quello seguente.
Parto per Roma di dicembre mi viene meno spontaneo.
In generale, "di" rende maggiormante l'idea di un'abitudine:
Di solito parto per Roma di dicembre (tutti gli anni faccio così).
Questo come base, se restiamo sul mese. Secondo me, con i giorni della settimana, le cose sembrano più complicate, ma non so se sia una regola o una questione di orecchio o di abitudine...
Parto per Roma a/in dicembre (fra meno di un mese, se lo dico ora e qui)è secondo me la forma più usata.
Forse c'è una lieve differenza fra le due preposizioni. Ma sono sfumature, e forse cambiano anche con l'uso locale.
Indica comunque un'azione in un tempo preciso, esattamente in "quel" mese di dicembre, ovvero quello seguente.
Parto per Roma di dicembre mi viene meno spontaneo.
In generale, "di" rende maggiormante l'idea di un'abitudine:
Di solito parto per Roma di dicembre (tutti gli anni faccio così).
Questo come base, se restiamo sul mese. Secondo me, con i giorni della settimana, le cose sembrano più complicate, ma non so se sia una regola o una questione di orecchio o di abitudine...
Le scrivo due esempi: poi interverranno i più competenti a confermarglieli o a rettificarli.
Parto per Roma in/a dicembre‚ ho già prenotato il viaggio.
In una frase così non uso di‚ mi vengono naturali le altre due scelte.
Altro esempio.
Passo le vacanze all’estero, di dicembre. Quest’anno invece partirò in/a settembre.
Preferisco dire di dicembre perché mi pare che indichi un’abitudine consolidata nel tempo‚ ma credo che sia solo una sfumatura. Potrei anche dire: passo le vacanze all’estero‚ solitamente in/a dicembre. Quest’anno invece partirò in/a settembre.
Inserisco una modifica perché mi sono accorto solo ora del precedente intervento di domna charola; forse eravamo collegati negli stessi momenti. Ovvio, ma preferisco chiarire, che ritengo anche lei più che meritevole di correggermi, ove lo ritenesse necessario.
Per quanto concerne il rilievo di Infarinato: touché
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Parto per Roma in/a dicembre‚ ho già prenotato il viaggio.
In una frase così non uso di‚ mi vengono naturali le altre due scelte.
Altro esempio.
Passo le vacanze all’estero, di dicembre. Quest’anno invece partirò in/a settembre.
Preferisco dire di dicembre perché mi pare che indichi un’abitudine consolidata nel tempo‚ ma credo che sia solo una sfumatura. Potrei anche dire: passo le vacanze all’estero‚ solitamente in/a dicembre. Quest’anno invece partirò in/a settembre.
Inserisco una modifica perché mi sono accorto solo ora del precedente intervento di domna charola; forse eravamo collegati negli stessi momenti. Ovvio, ma preferisco chiarire, che ritengo anche lei più che meritevole di correggermi, ove lo ritenesse necessario.
Per quanto concerne il rilievo di Infarinato: touché

Ultima modifica di GFR in data mer, 26 nov 2014 11:00, modificato 2 volte in totale.
Carissimi Domna e GFR, penso di aver capito... Lo sapete, le nostre lingue, l'italiano e il lituano, sono cosi' diverse che a volte per capire qualcosa in italiano si deve sfogliare un sacco dei dizionari e manuali, navigare in internet, rivolgersi agli italiani... Grazie a questo Forum comincio pian piano a capire tante cose grammaticali...
Cordiali saluti a voi tutti!!!

La scelta più usata è «parto a dicembre». Punto.Arnoldas ha scritto:La mia domanda e' molto semplice. Parto , p.es., per Roma in/a/di dicembre. Quale scelta e' piu' usata da voi? IN, A oppure DI dicembre?
Se lei dice che parte a dicembre (quest'anno o tutti gli anni, non importa) va sul sicuro.
Poi, ha facoltà di usare le altre preposizioni; come le è stato detto da altri, per indicare un'abitudine, potrà dire che parte di dicembre; personalmente, anche qui io preferisco dire «parto ogni anno a dicembre». Oppure, «parto ogni anno il mese di dicembre».
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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