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«Palla di vetro con [la] neve»

Inviato: sab, 06 giu 2015 15:35
di Carnby
Quest'oggetto ha un nome un po' troppo lungo. È attestata una forma (italiana) più corta e «comoda»?

Inviato: sab, 06 giu 2015 16:10
di Infarinato
In Rete è ampiamente attestato globo di neve: temo si tratti di una pigra traduzione dell’inglese snow globe, che però è senz’altro compatibile con le strutture della nostra lingua, anche a livello semantico…

Re: «Palla di vetro con [la] neve»

Inviato: lun, 08 giu 2015 0:52
di sempervirens
Carnby ha scritto:Quest'oggetto ha un nome un po' troppo lungo. È attestata una forma (italiana) più corta e «comoda»?
I nomi lunghi allenano il cervello :)
A parte gli scherzi, ho trovato in rete sfera natalizia, che non è esattamente la stessa cosa però. Tuttavia tra gli oggetti chiamati sfere natalizie ho trovato la nostra palla di vetro con neve.

Immagino che coniare vetro nevoso sia da scartare.

P.S Credo che in inglese non si sia optato per "glass "per il fatto che designa quell'oggetto che noi invece chiamiamo bicchiere.
"Snow glass" richiamerebbe alla mente "Wine glass"

Inviato: lun, 08 giu 2015 15:28
di Scilens
A casa mia era chiamato 'nevichino'. È solo un nome familiare, non è locale né dialettale.

La neve nel bicchiere invece era comune tutte le volte che nevicava, ovvero molto raramente, e questo rendeva oltremodo speciale la vivanda, anche perché alla neve veniva aggiunto un po' di vino e lo zucchero. Piccole felicità d'una volta.

Inviato: mar, 09 giu 2015 0:50
di sempervirens
Scilens ha scritto:A casa mia era chiamato 'nevichino'. È solo un nome familiare, non è locale né dialettale.

La neve nel bicchiere invece era comune tutte le volte che nevicava, ovvero molto raramente, e questo rendeva oltremodo speciale la vivanda, anche perché alla neve veniva aggiunto un po' di vino e lo zucchero. Piccole felicità d'una volta.
Se le impressioni personali contano, nevichino a me pare proprio una bellissima parola. Deriva dal verbo nevicare, con il suffisso d'agente -ino, genuinamente italiana dunque. Se fosse per me l'aggiungerei subito al nostro vocabolario nazionale. :)

Inviato: mer, 10 giu 2015 17:32
di Sixie
Scilens ha scritto:La neve nel bicchiere invece era comune tutte le volte che nevicava, ovvero molto raramente, e questo rendeva oltremodo speciale la vivanda, anche perché alla neve veniva aggiunto un po' di vino e lo zucchero. Piccole felicità d'una volta.
Curiosa la scelta di vivanda per una preparazione che non sembra "necessaria a vivere". O forse si, la neve nel bicchiere, come le palle di vetro (con e senza neve), forse si, sono necessarie e non superflue al vivere.
Vino rosso e zucchero, lei dice ... ma non era la sapa? :)

FT «Vivanda»

Inviato: mer, 10 giu 2015 17:51
di Ferdinand Bardamu
Sixie ha scritto:Curiosa la scelta di vivanda per una preparazione che non sembra "necessaria a vivere".
Codesta è quella che potremmo chiamare «ipersensibilità etimologica». :) È pur vero che vivanda proviene dal gerundivo latino VIVENDA (alterato in VIVANDA nel latino tardo) per il tramite del francese viande, ma il legame etimologico si è allentato. Oggi vivanda significa soltanto ‹Cibo preparato o da essere preparato› (Tommaseo-Bellini, «Vivanda»), e il riferimento al vivere rimane implicito nel significato (è ovvio che il cibo è necessario per restar vivi) e ancora abbastanza chiaro nella forma.

Re: FT «Vivanda»

Inviato: mer, 10 giu 2015 21:00
di Carnby
Ferdinand Bardamu ha scritto:È pur vero che vivanda proviene dal gerundivo latino VIVENDA (alterato in VIVANDA nel latino tardo) per il tramite del francese viande, ma il legame etimologico si è allentato.
Ancora di più in francese dove significa «carne» (ma in antico francese significava appunto «alimento»).
Scilens ha scritto:La neve nel bicchiere invece era comune tutte le volte che nevicava
Una volta ho provato a fare la versione nordamericana, con dello sciroppo d'acero bollente versato direttamente sulla neve fresca. Doveva veinir fuori una specie di caramella, ma non ci sono riuscito. :)

Inviato: gio, 11 giu 2015 12:39
di Scilens
Sixie ha scritto: Vino rosso e zucchero, lei dice ... ma non era la sapa? :)
Era simile alla granita, non mi ricordo se avesse un nome, credo di no. La sapa che conosco è uno sciroppo d'uva usato come condimento che non si usa in Toscana, mentre è (o era) molto usato il vino rosso, in cucina e in tanti altri modi, anche sulla fetta di pane.

Re: FT «Vivanda»

Inviato: gio, 11 giu 2015 12:43
di Scilens
Carnby ha scritto:Una volta ho provato a fare la versione nordamericana, con dello sciroppo d'acero bollente versato direttamente sulla neve fresca. Doveva veinir fuori una specie di caramella, ma non ci sono riuscito. :)
Non me ne intendo, però forse sarebbe servita una temperatura estrema, capace di far evaporare in modo subitaneo la poca umidità dello sciroppo caldo.