«Palla di vetro con [la] neve»
Moderatore: Cruscanti
«Palla di vetro con [la] neve»
Quest'oggetto ha un nome un po' troppo lungo. È attestata una forma (italiana) più corta e «comoda»?
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Re: «Palla di vetro con [la] neve»
I nomi lunghi allenano il cervelloCarnby ha scritto:Quest'oggetto ha un nome un po' troppo lungo. È attestata una forma (italiana) più corta e «comoda»?

A parte gli scherzi, ho trovato in rete sfera natalizia, che non è esattamente la stessa cosa però. Tuttavia tra gli oggetti chiamati sfere natalizie ho trovato la nostra palla di vetro con neve.
Immagino che coniare vetro nevoso sia da scartare.
P.S Credo che in inglese non si sia optato per "glass "per il fatto che designa quell'oggetto che noi invece chiamiamo bicchiere.
"Snow glass" richiamerebbe alla mente "Wine glass"
A casa mia era chiamato 'nevichino'. È solo un nome familiare, non è locale né dialettale.
La neve nel bicchiere invece era comune tutte le volte che nevicava, ovvero molto raramente, e questo rendeva oltremodo speciale la vivanda, anche perché alla neve veniva aggiunto un po' di vino e lo zucchero. Piccole felicità d'una volta.
La neve nel bicchiere invece era comune tutte le volte che nevicava, ovvero molto raramente, e questo rendeva oltremodo speciale la vivanda, anche perché alla neve veniva aggiunto un po' di vino e lo zucchero. Piccole felicità d'una volta.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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Se le impressioni personali contano, nevichino a me pare proprio una bellissima parola. Deriva dal verbo nevicare, con il suffisso d'agente -ino, genuinamente italiana dunque. Se fosse per me l'aggiungerei subito al nostro vocabolario nazionale.Scilens ha scritto:A casa mia era chiamato 'nevichino'. È solo un nome familiare, non è locale né dialettale.
La neve nel bicchiere invece era comune tutte le volte che nevicava, ovvero molto raramente, e questo rendeva oltremodo speciale la vivanda, anche perché alla neve veniva aggiunto un po' di vino e lo zucchero. Piccole felicità d'una volta.

Curiosa la scelta di vivanda per una preparazione che non sembra "necessaria a vivere". O forse si, la neve nel bicchiere, come le palle di vetro (con e senza neve), forse si, sono necessarie e non superflue al vivere.Scilens ha scritto:La neve nel bicchiere invece era comune tutte le volte che nevicava, ovvero molto raramente, e questo rendeva oltremodo speciale la vivanda, anche perché alla neve veniva aggiunto un po' di vino e lo zucchero. Piccole felicità d'una volta.
Vino rosso e zucchero, lei dice ... ma non era la sapa?

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Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
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FT «Vivanda»
Codesta è quella che potremmo chiamare «ipersensibilità etimologica».Sixie ha scritto:Curiosa la scelta di vivanda per una preparazione che non sembra "necessaria a vivere".

Re: FT «Vivanda»
Ancora di più in francese dove significa «carne» (ma in antico francese significava appunto «alimento»).Ferdinand Bardamu ha scritto:È pur vero che vivanda proviene dal gerundivo latino VIVENDA (alterato in VIVANDA nel latino tardo) per il tramite del francese viande, ma il legame etimologico si è allentato.
Una volta ho provato a fare la versione nordamericana, con dello sciroppo d'acero bollente versato direttamente sulla neve fresca. Doveva veinir fuori una specie di caramella, ma non ci sono riuscito.Scilens ha scritto:La neve nel bicchiere invece era comune tutte le volte che nevicava

Era simile alla granita, non mi ricordo se avesse un nome, credo di no. La sapa che conosco è uno sciroppo d'uva usato come condimento che non si usa in Toscana, mentre è (o era) molto usato il vino rosso, in cucina e in tanti altri modi, anche sulla fetta di pane.Sixie ha scritto: Vino rosso e zucchero, lei dice ... ma non era la sapa?
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Re: FT «Vivanda»
Non me ne intendo, però forse sarebbe servita una temperatura estrema, capace di far evaporare in modo subitaneo la poca umidità dello sciroppo caldo.Carnby ha scritto:Una volta ho provato a fare la versione nordamericana, con dello sciroppo d'acero bollente versato direttamente sulla neve fresca. Doveva veinir fuori una specie di caramella, ma non ci sono riuscito.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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