Il Treccani marca l'uso di «alti uguali» come "popolare".
Leggendo i filoni indicati da Infarinato, mi sembra d'aver capito che l'uso "accordato al soggetto" (complemento predicativo) si può fare con qualsiasi aggettivo, mentre quello avverbiale, invariabile, solo con alcuni.
Ora, «uguale» è proprio uno di questi, ed è forse un caso un po' particolare, perché l'avverbio «ugualmente» è, oggi, percepito piú come «lo stesso» che non «in modo uguale».
Una frase come «quei ragazzi sono alti/vestiti
ugualmente» è ambigua: può voler dire che sono alti o vestiti
anche loro.

L'ambiguità è già meno probabile usando
uguale in forma avverbiale, ed è impossibile usandolo come complemento predicativo, accordato al soggetto.
Con altri aggettivi (
simile/diverso/elegante) le cose cambiano. Si può usare o l'avverbio (
similmente/diversamente/elegantemente) oppure l'aggettivo accordato («sono vestiti simili/diversi/eleganti») e questo suona, in effetti, popolare; in ogni caso, stavolta l'aggettivo invariato non si può usare («*sono vestiti simile/diverso/elegante»). Ho capito bene?